venerdì 5 settembre 2014

Rare 12 Inches Week: Day 6, Hitchcock's Scream




In apertura di week-end giungo al sesto appuntamento con una mini-storia e una condivisione di una band di brevissima durata ma di significativa importanza...sto parlando degli....




HITCHCOCK'S SCREAM





Di questo progetto che dire...preliminarmente, valga la battuta, che fu una delle ennesime iniziative di Giacomo Spazio...

Il discorso Hitchcock's Scream fu in pratica il primo e più rilevante progetto musicale avviato da Spazio al termine dell'esperienza dei 2+2=5. Con lui, in pari grado, altri due reduci di questa esperienza: Vincent Dalschaert e Nino La Loggia.

Dal 1988, nella nuova dimensione Hitchcock's Scream, i tre cercarono da subito una direzione più rock e meno synthetica (niente più minimal wave in pratica), con l'obbiettivo di riarrangiarsi con lezioni musicali del passato e di innovare mescolando soluzioni di nuovo rock alternativo (guardando presumibilmente a quanto accadeva in America..).

Questo tentativo, occorre ora precisare, è da inserirsi in un preciso contesto: quello del fantastico mondo con base nella Milano di fine anni 80 e che era animato da quella nutrita schiera di band e di musicisti gravitanti nel mirabolante giro della Crazy Mannequin Records prima e della Vox Pop poi. 
Indovinate chi aveva 'le mani in pasta' in entrambe le etichette? Ok..'Chi sarà mai?' direte atterriti...ancora Giacomo Spazio..
Nella Vox Pop, il Giacomo, si adoperò in una co-gestione, oltre che con Carlo Albertoli, anche con un'attuale gloria del rock nostrano: Manuel Agnelli degli Afterhours. 
Queste due etichette produssero un sacco di dischi fondalmentali per il rinnovamento del rock nostrano e ovviamente anche quasi tutti i brani che uscirono (tra l'88 e il 90) a nome Hitchcock's Scream (vedere su discogs le fantastiche compilation a cui parteciparono: http://www.discogs.com/artist/629430-Hitchcocks-Scream?type=Appearances ), ad eccezione della traccia conferita al numero 4 della rivista/collana di 7 pollici prodotta da Stampa Alternativa e denominata 'Vinile' (dove però c'entrava sempre Spazio -ancora!- essendone il curatore assieme ad altri http://www.sullamaca.it/tag/vinile-fanzine/ ).

Insomma un progettino innervato con tante cose ed emblematico di tutto quel magma cui vi ho appena accennato sopra (e su cui potrei tornare...), che lascio' diverse zampate e fortunatamente anche un lavoro in solitaria...il sottostante...



'BadKarmaBabaKool (12'' 1989)'





Eccoci difronte ad un disco abbastanza d'avanguardia per essere stato prodotto intorno al 1989, in grado di stupire per il già solido impianto alternative rock moderno che vi viene proposto e per l'ottimo piglio tecnico.

In questo lavoro, gli Hitchcock's Scream pur essendo immersi totalmente nei meandri dell'avant-wave e del revival garage, seppero infatti affrontare una decisa vocazione innovativa. Mescolarono talmente tante cose (con buona creanza!) che alla fine ne venne fuori un cross-over ancora oggi interessantissimo.

Il lato più sperimentale è il primo, dove il sound è davvero un miscuglio di tante robe --> forse definibile come post-punk/hard/alternative/noise rock. In evidenza nei tre brani proposti una chitarra super-distorta, ritmi tosti e corposi e una voce decisamente arrabbiata.
Nel lato B troviamo invece brani meno sperimentali e più neo-garage (come Number 17 e LoveSexLove --> purtroppo quest'ultimo con problemi d'audio più accentuati), espressi comunque ad alta dose energetica. Solo l'ultima traccia di questa parte torna più in sintonia col primo lato (--> quasi grunge, con coda psichedelica).

Questa la formazione all'opera nel disco: Giacomo Spazio voce/strumenti, Vincent Dalschaert chitarra/voce e Nino La Loggia drum machine. Il terzetto di cui sopra quindi, coadiuvato con ogni probabilità da Paolo Mauri (Weimar Gesang) in alcuni passaggi e forse da altre figure nell'uso di alcuni strumenti.

Dopo questo lavoro il sodalizio Hitchcock's Scream sarebbe tornato all'opera per partecipare con la cover di 'Atmosphere' alla mitica compilation 'Something About Joy Division' e si sarebbe espresso come ultimo atto nelle vicende del disco del 1990 'T. and The Starburst' (--> in pratica il primo disco da solista di Nino La Loggia).

Buon Ascolto...


Special 12 Inches Week --> Day 6, description in english: today the penultimate work of the review with the only record made by Hitchcock's Scream (Milan, Lombardia region 1988-1990). This ensemble is the first post-project of the minimal wave group called 2+2=5 (with Giacomo Spazio -vocals/instruments-, Vincent Dalschaert -guitar/back vocals- and Nino La Loggia -drum machine- in this new experience). The work is a mix of different rock styles:, across classic tendencies (garage/post-punk) and modern alternative rock intuitions (noise and proto-grunge).


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/LDKF4Dntce/Hitchcocks_Scream_12-1989.html



Altro grazie ad F.d.P. per la condivisione e a domani per l'ultimo appuntamento della settimana formato 12 pollici.

Saluti.


giovedì 4 settembre 2014

Rare 12 Inches Week: Day 5, Verve





Per il quinto giorno della settimana a 12 pollici siete pronti per una puntatina nel vero sotterraneo discografico anni 80 italiano? Con questo bel dischetto finiamo dritti dritti nelle rarità dei primordi wave italiani...ecco a voi il reperto vinilico dei....




VERVE


Purtroppo, vi dico subito, di questo progetto non si sa ben molto (non esiste neanche una foto credo). Forse fu soltanto la denominazione estemporanea utilizzata per dare un titolo alla produzione discografica che troverete sotto.
Quindi, se i Verve furono effettivamente un gruppo non mi è dato di saperlo. Di certo dietro questo pseudonimo si celava l'opera del signor Marziano Fontana...
Chi è Marziano Fontana? Beh, allora...agli addetti ai lavori dovrebbe essere abbastanza noto...agli altri dirò che si tratta di una figura cruciale per l'underground wave italiano. 
Marziano tra gli anni 70 e gli 80 è stato un musicista d'avanguardia, decisamente geniale, in grado di importare nel nostro paese una ventata d'aria nuova, con riconosciuta professionalità.
Abile chitarrista e compositore, tra il 79 e l'81, soprattutto a Torino, seppe rappresentare quella figura di riferimento imprescindibile in certi ambient avant-prog, per sondare quelle nuove ritmicità che si facevano chiamare altrove new wave.

Egli operò all'inizio soprattutto in sodalizio artistico con un altro grande torinese, anche lui musicista d'avanguardia e waver della prima ora, il poli-talentuoso Paolo 'Mixo' Damasio: synthesizer, conduttore a Radio Flash -uno dei motori della wave torinese anni 80- e ancora oggi enciclopedico conoscitore di musica a 360 gradi.

Come prima zampata di rilievo, il nostro Marziano (fortunatamente terrestre), compose (assieme ad altri geniali musicisti d'avanguardia torinesi: Silvano Borgatta, Silvio Puzzolu e Gigi Venegoni) proprio granparte dei brani del disco d'esordio di Mixo (nel 1979). 
Fatto questo importante lavoro (da segnalare fra i capostipi della wave italiana, anche se ancora segnato da atmosfere tardo-prog) avviò una serie di innumerevoli collaborazioni e prestazioni d'opera come musicista e produttore-rifinitore discografico (--> per tutti gli anni 80 sarebbe stato in questa veste un professionista richiestissimo, diverse volte anche in collaborazione con la Contempo Records di Firenze..mica un'etichettina..).

Ad inizio anni 80 ha animato le sorti di una piccola label torinese (credo sempre in associazione con l'amico Mixo) : la Smoko Records & Tapes.
Una piccola ma significativa esperienza che tra l'81 e l'83 contribuì a diffondere, a Torino e non solo, il verbo della new wave e (tra le altre cose) anche a lanciare i nomi più significativi del primo e moderno heavy metal all'italiana (Elektra-Drive, Revenge, Death SS, Strana Officina etc..---> http://www.discogs.com/Various-Heavy-Metal-Eruption/release/2550904 ).

Dal mazzo produttivo di questa etichetta uscì anche questo disco a nome Verve...




'A Soundtrack For 4 Polansky's Different Days (12'' 1983)'




(Alla luce di quanto detto sopra) Non si sa bene chi collaborò con Fontana alla realizzazione di questo 12 pollici a nome Verve. Forse lo stesso pool di musicisti con cui bazzicava già dalla fine dei 70 (i vari Borgatta, Puzzolu e lo stesso Mixo..).

Nelle parti cantate dei 4 brani affiora qua e là una voce maschile -che sia quella dello stesso Fontana?- anche se a prevalere è un'ottima prestazione vocale di una donna: Ann O' Rack (pseudonimo forse di una cantante italiana non meglio identificata, presente in altre produzioni discografiche anni 80, soprattutto italo-disco).
La composizione delle musiche è di certo un lavoro di Fontana, che davvero si sbizzarrì in questo piccolo ma interessante reperto sonoro. 

Il disco si differenzia stilisticamente in due parti: nel lato A prevale la sperimentazione (soprattutto no-wave: come conduzione ritmica nel primo brano, come concetto nel secondo), nel lato B viene invece proposto un rock wave più canonico (funkeggiante ed estremamente piacevole).

La voce femminile di Ann a tratti ricorda la Patti Smith di 'Easter', come in 'Playin' Wtih The Man', oppure la Siouxsie di banshiana memoria, come nel conclusivo brano 'See That My Grave is Kept Clean'. --> Un contributo decisivo alla apprezzabilità del tutto.

Nei fatti un disco dal sapore prevalentemente metropolitano (un'ideale soundtrack per un film di Polansky ambientato in un simile contesto!), nervoso e a tratti espressione di quell'angoscia tipica dei contesti iper-urbani, sospesi tra straniamento e frenesia.

Tutto da gustare...


Special 12 Inches Week --> Day 5, description in english: Other rarity from the early italian wave, maybe a 'one-shot-group': from the band Verve (Turin, Piedmont region 1983). A concept record realized like ideal soundtrack for a metropolitan movie directed by Roman Polansky. The starring of this project-record was Marziano Fontana, an eclectic/avantguardist musician/producer very important in the early italian wave. The present work can divided in 2 parts: with the first side really experimental (no-wave and other excerpts) and with the second more conventional (in a enjoyable rock wave style, very funky). Nice vocals thanks to the mysterious Ann O' Rack (maybe an italian singer, vocalist in other italian 80s records, especially italo-disco): sometime in a Patti Smith touch (like in the 'Playin' Wtih The Man') or in a Siouxsie style (like in the final 'See That My Grave is Kept Clean').


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/hgUEHtFTba/Verve_12-1983.html



Ringraziamenti ancora ad F.d.P per la condivisione e a domani per il penultimo appuntamento con la settimana a 12 pollici..

Saluti.


mercoledì 3 settembre 2014

Rare 12 Inches Week: Day 4, Plasticost




Come starà procedendo questa settimana? Spero tutto bene, l'economia va alla grande...qui siamo al quarto appuntamento con la settimana a 12 pollici...ci imbattiamo per questa tornata nei...




PLASTICOST




Altra band che in molti conosceranno. Erano della provincia di Vicenza (Veneto quindi) e negli anni 80 si misero in luce con una verve effervescente.
Le sorti del progetto si ressero per tutta la durata del primo periodo di attività sulle spalle di due soggetti: Sergio Volpato (sorta di leader e istronico cantante/chitarrista) ed Elio Caneva (bassista).
Sulla storia sto poco a raccontarvi perchè c'è un fantastico sito da visitare, dove si puo' trovare tutto ma proprio tutto quello che ce da sapere sulle vicissitudini di questa grandiosa band: http://www.plasticost.it/  .
Piccole note da aggiungere riguardano le fasi della band e gli ultimi movimenti: 
- Sulle fasi del progetto bisogna distinguere tra il primo periodo (abbastanza lungo, 12 anni) sviluppatosi tra l'80 e il 92, contrassegnato da un sound tipicamente wave, terminato con la mancata pubblicazione di un nuovo disco (rimasto inedito), e una seconda parte di carriera partita nel 98 e apparentemente terminata nel 2008, segnata dal progetto 'La Trilogia del Millennio': un concept work -di musica elettronica sperimentale con testi esistenzialisti- portato avanti da Volpato in sintonia con altri validi collaboratori musicali.
- Gli ultimissimi sviluppi a nome Plasticost riguardano invece la loro partecipazione con un brano ad una compilation dell'anno scorso (2013) allegata all'omonimo libro di Federico Gugliemi: 'Noi Conquisteremo La Luna' (Spittle Records/Rave Up). Partecipazione avvenuta con uno dei migliori brani Plasticost: 'Canzone Dada', un'autentica hit della wave italiana anni 80.

Qui per voi, per favorirvi un piccolo ascolto, ho pensato di condividere il loro secondo Ep...



'Evviva Evviva (12'' 1987)'




Questo 12 pollici venne sostanzialmente auto-prodotto dalla band e venne realizzato con tutti i crismi della professionalità da questa formazione: Sergio Volpato voce, Elio Caneva basso, Roni Alessi batteria, Paolo Gambaretto chitarra, Tarcisio Lunardon synth, Fabrizio Pozza chitarra.

Così viene descritto questo lavoro sul sito dei Plasticost: "Secondo mini album dei Plasticost e sconvolgente mutamento stilistico. Musica volutamente leggera ed inutile. Il gruppo fu costretto ad aprire un mutuo bancario per produrre un album di musichetta... In compenso girarono l'Italia in lungo ed in largo, il loro look da barboni fece scalpore.''

Un disco quindi certamente diverso dal loro primo (il self-titled del 1983, molto post-punk) e più pop (anche se ancora con convincenti basi rock wave ben ritmate --> sentasi ad esempio 'Panorama' e la self-titled track..). 
Probabilmente vollero smarcarsi dai soliti clichè wave(-darkwave) cercando una strada più loro: infatti da qui cominciò a notarsi una certa personalizzazione della musica Plasticost, che pian piano si fece via via più sperimentale, con mescolamenti di stili ed influenze, sempre in una maniera apparentemente leggera. Una tendenza, questa, che si consoliderà nell' Lp successivo, 'Pesce Naso', e che si farà definitivo modus operandi nella 'Trilogia del Millennio'.

Un documento sonoro brioso che, seppur più volutamente pop, si fa ben ascoltare..



Special 12 Inches Week --> Day 4, description in english: today another rare work from another important wave band: Plasticost (Vicenza district, Veneto region 80-92 / 98-08). Started as a typical post-punk band they learned soon to surprise (in a perfect dada style) people with a personal wave style with surreal lyrics. In this work (the second Ep, after the dark self-titled record released in 1983) they played a wanted pop rock music, with solid and enjoyable rhythms and post-punk backgrounds. On the stage with this music they were dressed as vagabonds to shock spectators. A rare document of this band, now back in the recent chronicles thanks to the compilation (2013) 'Noi Conquisteremo La Luna' (with their hit 'Canzone Dada' = 'Dada Song').


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/IjIUywfBce/Plasticost_12-1987.html

Ringraziamenti ad F.d.P. per la condivisione ed un saluto a tutti quei figuri che collaborarono alla riuscita del progetto Plasticost (innumerevoli o quasi!). A domani per il quinto appuntamento...

Saluti.


martedì 2 settembre 2014

Rare 12 Inches Week: Day 3, Settore Out



Terza proposta settimanale in chiave 12 pollici affidata ai......



SETTORE OUT




Ecco un altro gruppetto operativo negli 80 italiani (partito nel 1985) di cui alla fine dovevo finire per parlare.
I Settore Out sono stati una compagine davvero importante per lo sviluppo del moderno alternative rock italiano. 
Erano d'area milanese e furono capitanati (nonchè fondati) da Evasio Muraro (oggi valente cantautore http://www.evasiomuraro.com/index.htm ). Con lui (in veste di bassista e cantante) a formare un quintetto nella prima fase: Fabio Stucchi batteria, Daniele Denti chitarra, Piero Ruggero tastiere/organo e Moreno Zaghi chitarra.
La prima parte di carriera (che a me interessa di più) si basò su un rock wave abbastanza agguerrito e facilmente ascrivibile in un filone combat rock (abbastanza sull'esempio dei Clash, ma con forti connotazioni post-punk anche).
Fra l'86 e il 90 si fecero ben notare con questo rock combattivo e fecero diversi dischi (tre 7 pollici, un 12 pollici e un Lp), qualche cassetta e parteciparono anche a delle compilation.

Una svolta stilistica (nonchè di carriera) la si ebbe chiaramente con l'Lp prodotto dalla Diva Records: 'Un'Altra Volta' (1990). Da qui intraprenderanno quel corso che avrebbe fatto guadagnare loro maggiore visibilità e li avrebbe fatti entrare in contatto con le realtà più importanti del nascente alternative rock italiano anni 90. 
Con quest'album infatti, fondendo le loro reminescenze punk rock col folk e prime intuizioni alternative, riuscirono a far anche un po' da apripista (assieme soprattutto ai Gang) per la seconda vulgata del combat rock all'italiana che sarebbe stato sdoganato in quegli anni da etichette come la Black Out Records di Giuseppe Galimberti (lo stesso produttore proprio di 'Un'Altra Volta').

Sulla scia di questa affermazione, nel 1993 realizzano, con la collaborazione prestigiosa dei CSI (ex CCCP Fedeli Alla Linea), il loro album di maggior successo: 'Il Rumore delle Idee'. Un lavoro osannato dalla critica dell'epoca e indicato fra i capostipiti del moderno alternative rock italico.

Dopo questi riconoscimenti, i Settore Out calcheranno diversi palchi e parteciperanno a diverse rassegne con le band rock più significative del periodo a livello nazionale. 
Nel 95 partecipano anche alla mitica compilation 'Materiale Resistente 1945-1995', con dentro il meglio del rock italiano di quegli anni: C.S.I., Ustamamo, Yo Yo Mundi, Disciplinatha, Marlene Kunt, Modena City Ramblers, Santo Niente etc..(vedere tracklist su discogs..).

Proprio nell'apice della loro parabola arrivò purtroppo (e troppo presto) il termine della corsa: sfumata rovinosamente la prospettiva di fare un altro album nel 1996 con la Polygram, il gruppo si sfaldò.

Resta comunque di questa esperienza una piccola-grande storia (a cui ho voluto dare i miei onori con questo piccolo scritto-tributo), una storia di una band che ha saputo incidere (forse mi dirà qaulcuno: 'nel suo piccolo') nel campo della musica alternativa italiana...

Io, in conclusione, vi favorisco l'ascolto di uno dei primi dischi Settore Out...proveniente dal loro periodo più rock wave...



'Città (12'' 1987)'




Il presente 12 pollici è il secondo vinile uscito a nome Settore Out e fu auto-prodotto (senza avvalersi di etichetta sia per produzione che per distribuzione) come il precedente 7 pollici ('Iceberg-Uomini di Frontiera' 1986). 
Si compone di 4 brani e puo' essere diviso in due parti (coincidenti coi due lati) per i contenuti di testo proposti: nel lato A si sviscerano (con forza) temi tipici del movimento anarco-combat rock (anti-militarismo e anti-imperialismo), nel lato B invece si sondano temi di riflessione più esistenziale (sulle paure quotidiane e sulla moderna vita metropolitana).
Stilisticamente suona molto rock wave dall'inizio alla fine: un mix tra punk rock e post-punk (molto energico in particolare nel lato A).
Un disco per risvegliarsi da certi torpori...


Special 12 Inches Week --> Day 3, description in english: today for the third recommend of this special week we have one of the first works from the band Settore Out (Milan, Lombardia region 1985-1995). It's the second record self-produced by this important rock band (that will be central in the 90s for the early italian alternative rock movement) and show a brilliant rock wave across various punk rock influences and strong post-punk bases. Great lyrics (in italian) on typical anarcho-combat rock themes (side A): anti-militarism ('Senza Bandiere' = 'Without Flags') and anti-imperialism ('Impero' = 'Empire'). More existentialists in the side B: daily fairs and metropolitan life.


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/PLgEVcZGce/Settore_Out_12-1987.html



Fine del terzo giro, ringraziamenti a Simone per la condivisione. A domani..

Saluti.


lunedì 1 settembre 2014

Rare 12 Inches Week: Day 2, Danseur Boxeur




Ecco subitaneamente il secondo appuntamento della settimana dedicata ai 12 pollici piuttosto rari provenienti dagli anni 80 italiani...poche ciance...oggi ho pensato di condividere l'unico disco su vinile (--> con un gemello a 7 pollici però) dei......



DANSEUR BOXEUR



Con questa bella formazione new wave fiorentina finiamo al cospetto di una realtà musicale piuttosto significativa nell'allora capitale del nuovo rock italiano --> purtroppo niente foto di band oggi, non mi è riuscito di trovarne una che sia una...alcune info volentieri...

Sulla data d'avvio precisa del progetto musicale non vi è certezza: è presumibile però che i Danseur Boxeur si originino intorno al biennio 84-85 (metà anni 80 quindi).
Costanti motori di questa formazione, dall'inizio alla fine della parabola musicale, furono Marcello Laviosa (il vocalist, nonché autore dei testi e compositore) e Niccolò Chelazzi (il bassista). Altri elementi (tra gli altri) furono: Francesco Calamai (il batterista principale della band, che prese questo ruolo nel 1986, subentrando a Cosimo 'Keita' Cadore, per restarci fino al 1993), Massimo Manetti (chitarre primo periodo), Vittorio Nistri (ai synth nel primo periodo), Marco Fazio (chitarre/synth ultimo periodo) e Roberto Andreucci (tastiere).

Con la loro wave molto danzereccia i Danseur Boxeur si misero discretamente in vista nella Firenze dei Club, suonando in diverse occasioni e facendosi ben apprezzare anche fuori dei dancefloor del lungarno. 
L'evento decisivo per affermarsi capitò loro nel 1986, quando arrivarono a disputarsi la finale del Rock Contest organizzato da Controradio al mitico Tenax. Purtroppo non risultarono assoluti vincitori (vinsero quell'edizione i Redox) ma da qui fu un crescendo di fortuna. 
Partecipano infatti nello stesso anno ad una compilation realizzata dall'importante label Kindergarden Records con il brano 'Solo Amanti' e cominciano a maturare da qui i contatti decisivi per la produzione dei loro unici dischi --> il primo dei quali prodotto nel 1988, il sottostante...


'Danseur Boxeur (12'' 1988)'




Questo è un tipico esempio di produzione anni 80 di un brano in formato maxi-singolo (con più versioni dello stesso), come si usava spesso per pezzi un po' dazerecci (---> cosa che avvenne soprattutto in ambito italo-disco, dove spesso sui 12 pollici si metteva il brano originale sul lato A e una versione dello stesso riarrangiata in chiave strumentale sul lato B --> operazione ideata soprattutto per andare incontro alle esigenze dei DJ, che così potevano modulare e giocare sul pezzo).

Il disco fu prodotto dall'etichetta bolognese Rose Rosse Records di Bruno Magnani, lo stesso dei N.O.I.A. ( in grado dopo i successi italo-disco con questa sua formazione di gestire anche quest'ottima label, attiva tra fine 80 e inizio 90, che tralatro mandò alle stampe anche dei dischi dei Kirlian Camera).
Il maxi-singolo in questione contiene tre versioni di una self-titled track: una sul lato A (con il brano nella realizzazione originale); due sul lato B (una per la distribuzione in radio e una col testo tradotto in italiano).

Le tre versioni differiscono in piccoli cambiamenti ritmici, nelle intro e nei finali (la differenza più sostanziale è con l'ultimo brano, dove si cambia lingua e di conseguenza un po' la metrica complessiva).
Il pezzo non cambia nella sua cifra stilistica, restando sempre in debito con le stesse influenze: synthpop, post-punk, leggera EBM (con ispiratori chiari i concittadini Pankow) e rock wave in genere.
Un triplice brano scanzonato ma con liriche affatto disimpegnate (sentasi il testo in italiano..'noi lotteremo e balleremo' contro i pugili un po' bulli di strada..), contrassegnato dalle buone esecuzioni musicali operate dai componenti Danseur Boxeur di allora: dalle ottime trame synth di Vittorio Nistri (un autentico mago dell'elettronica, già a Firenze negli Overload! e synthesizer d'avanguardia in collaborazione con gente del calibro di Alberto Fiori Carones..), dalle zigzagate molto stilose del chitarrista Massimo Manetti, dalle rullate energiche di Francesco Calamai (lo stesso dei primissimi Litfiba..), dal basso puntuale di Niccolò Chelazzi e dall'ottima interpretazione vocale di Marcello Laviosa (coadiuvato nei backing vocals anche da Manetti).

Dopo questo disco i Danseur Boxeur avrebbero continuato ancora per qualche anno (intraprendendo una fase di pop rock più ironico), arrivando in fine d'esperienza a realizzare un altro lavoro completo, su CD e musicassetta, ancora per la Kindergarden Records: 'Eretti e Ritratti' 1992 (distribuzione Ricordi). 
Un'ottima band che avrebbe meritato qualche altra realizzazione in più...spero gradirete questo loro bel dischetto...


Special 12 Inches Week --> Day 2, description in english: Second meeting with rare italian releases on 12 inches with the only vynil record made by Danseur Boxeur (Florence, Tuscany middle 80s-early 90s). For this time for you a maxi-single self-titled track in triple version, made by the band in 1988. Principal influences: synthpop, post-punk, light/early EBM (in a similar Pankow style) and other rock wave tendencies.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/VnoP61Yeba/Danseur_Boxeur_12-1988.html


A domani per il terzo giro..

Saluti.


domenica 31 agosto 2014

Rare 12 Inches Week: Day 1, Opala




Ben ritrovati 'vacanzieri' (perchè è tempo di grandi vacanze! dato il periodo..), rieccomi a voi per proporvi un'altra galoppatina vinilica di durata settimanale...un'altra bella sfida per il sottoscritto! (ma ormai di queste settimanelle ne ho portato a termine un paio, sono rodato!).
Stavolta ho pensato che dopo il calibro 7 potevo passare al livello successivo, quello del 12 pollici..



Il 12 Pollici nella Wave Italiana




Se il 7 pollici suonava come uno strumento più di lancio o di corredo promozionale, col 12 si spalancavano le porte, per i gruppi che riuscivano ad arrivarci, di una produzione decisamente più lusinghiera.

Detto questo, preciso subito però che oggetto di questo post (e di questa iniziativa settimanale) sono gli Ep e non gli Lp. Due supporti col il medesimo formato: entrambi 12 pollici.
La differenza tra queste due realizzazioni viniliche consisteva nel numero di giri (sempre e soltanto 33 giri per l'Lp, anche 45 per l'Ep) e soprattutto nel minutaggio inciso (di solito la metà per un EP rispetto ad un Lp).
Soltanto l'Ep verrà più comunemente chiamato anche 12''.

Fatta questa necessaria precisazione posso passare in rassegna alcune peculiarità della diffusione del 12 pollici nella wave italiana.

Innanzitutto bisogna dire che l'uso di questa dimensione produttiva trovò largo uso per tutti gli anni 80 italiani ---> A tal riguardo sarebbe interessante avere una statistica di quanti 7'', 12'' Ep e Lp vennero incisi in proporzione tra loro. Forse come strumento principale di promozione su disco per le (poche/fortunate) band wave italiane, vincerebbero gli EP. 

Raggiungere l'Lp era il massimo dei massimi, l'Ep 12 pollici rappresentava già, per molti, il coronamento di un soddisfacentissimo sogno vinilico: il 7 gratificava ma il 12 rendeva già abbondantemente meglio il concetto dell'aver fatto un disco.
L'Ep 12 pollici era quasi un Lp, vi si potevano mettere dentro più brani (di solito 4, due per facciata) e si poteva vendere con più orgoglio. Fan, parenti e amici erano decisamente più contenti.

Credo fu il formato produttivo preferito anche dalle etichette indipendenti medio-grandi: il prodotto risultava oltremodo più appetibile rispetto ad un 7 pollici (proprio per il maggior numero di tracce contenute rispetto ad un singolo) e costava meno in termini di tempo ed incisione rispetto ad un Lp.

Oltre che dalle label, ne furono prodotti diversi anche in auto-produzione --> anche se per questo formato il fenomeno di auto-finanziamento già fu più difficile, dati i più rilevanti costo rispetto ad un 7 inches.

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Per avviare questa settimana di condivisione in formato 12 pollici EP ho selezionato alcuni dischetti che ancora non ho visto comparire nel web su altri blog...partiamo con una stuzzicante proposta costituente la 'discografia' di una band anni 80 torinese..gli....



OPALA




Questo bel gruppo ebbe breve ma significativo corso nella brulicante galassia wave torinese. Si formarono nel 1983 e andarono avanti per qualche anno inanellando concerti e partecipando a diverse rassegne (non solo nel circondario ma ad esempio anche a Milano).
Su varie fonti viene segnalata costantemente questa formazione (la stessa della foto): Michele Guidotti alla voce, Pino Siciliano alla chitarra, Gianfranco Muscanera al basso, Franco Presutti alla batteria e Johnny Pecoraio alle tastiere.

Credo realizzarono qualche tape, di sicuro uscirono in via ufficiale (e dopo di che scomparvero..) soltanto con questo ben fatto 12 pollici Ep...



'Mondo Fluido (12'' 1987)'




Ecco un bel dischetto che si fa ben ascoltare dall'inizio alla fine. Un lavoro prodotto dalla Cannibal Records (---> credo una parent label della più nota Toast Records di Giulio Tedeschi) e composto di 4 brani di ottima darkwave all'italiana (con testi rigorosamente e tutti in italiano!).

I riferimenti stilistici spaziano tra post-punk e goth rock melodico. Un rock wave abbastanza oscuretto sostanzialmente, decisamente ben eseguito e confezionato con assoluta perizia tecnica dai suoi 5 alfieri realizzativi.
Le liriche, il cantato (davvero suggestivo) e le ricorrenti atmosfere rarefatte conferiscono al lavoro anche una complessiva veste definibile oggi come cold wave. 
Il brano più movimentato nel ritmo è sicuramente la intro 'Fantasma di Sampre' (---> forse la più perla tra le 4 canzoni, ma è davvero questione di gusti in questo caso!). Nell'inzio dell'ottima (e psichedelica) self-titled track c'è un chiaro rimando ai Bauhaus di bela-lugosiana memoria...
Saziatevene di questo bel 12 pollici, se ne siete capaci...

Buon Ascolto...



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Special 12 Inches Week --Presentation--


Dear foreigner friends of this little corner of the web, for the next week every day on this blog i will try to share some rare 12 inches records from the old italian 80s age, touching different styles, but principally new wave sounds.
Today we start with the only release from the Opala band (Turin, Piedmont 83-late 80s). A very good record with 4 enjoyable tracks (with only, unfortunately for you, appreciable italian lyrics), in a pure cold/dark post-punk style. Amazing the most movemented song 'Fantasma di sempre' ('Eternal Ghost') and the selt-titled track 'Mondo Fluido' (with the intro very bauhausian and very psychedelic...).


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/e3BJV23Gce/Opala_12-1987.html



Ringraziamenti ad F.d.P. per la condivisione e a domani per il secondo appuntamento con la nuova speciale settimana condivisoria.

Saluti.



venerdì 22 agosto 2014

Cuneo's Story & Compilation




Eccomi riapprodare a questa impalpabile banchisa del web,  che cerco di 'riempire' di alcune cose/riflessioni..blah blah..son tornato con l'idea di mordicchiare un po' la storia di un territorio montanaro (dopo una wave dal sapore di mare ecco qualcosa dal sapore di monti...per gli amanti anche di questi scenari eventualmente vacanzieri..), ecco a voi una breve introduzione sulla scena di Cuneo e successiva condivisione di una compilation ai tempi realizzata per documentare parte del fermento ivi generato...



Il Nuovo Rock a Cuneo


Qui come avvenne per altre scene c.d. provinciali si creò un movimento di nuovo rock tra mille difficoltà. Grazie a delle poche ma sentitissime iniziative, portate avanti dagli stessi musicisti che lo animarono e da alcune figure chiave, si riuscì a far risaltare un bel giro di esperienze contro-culturali, prima che soltanto musicali.
Sugli iniziatori so ben poco, come altrove ci saranno stati i primi punk-alieni già sul finire degli anni 70. La concretizzazione di un solido e nuovo giro musicale anche in questo lembo italiaco (dalla forte connotazione occitana) la si ebbe nei primi anni 80, quando diverse band cominciarono a farsi conoscere in zona e a mettersi in contatto tra di loro (pur mantenendo anche una 'sana' rivalità campanilistica a volte..).
Grazie ad alcuni eventi si cominciarono a mettere in mostra realtà appertenenti agli stilemi di riferimento internazionale del punk (soprattutto post-punk qui) e della wave. 
Nel settembre 1983 ci fu' ad esempio l'importante festival 'Battle of Bands' a San Albano Stura a richiamare in rassegna delle prime band ascrivibili al nuovo rock.
Da qui in poi sarebbe stato un crescendo di occasioni per queste nuove band, grazie soprattutto all'iniziativa di un gruppo di giovani (perlopiù cuneesi) che si sarebbe formalizzato intorno alla metà degli anni 80 sotta la denominazione di Suoni dal Profondo Nord.
Questo collettivo, guidato un po' dalle capacità organizzative di Leonardo Borghese (ma anche da figure come Salvatore Borgia, Giuseppe Prencipe, Davide Balangero resp. concerti, Frank Priola) si adoperò per radunare maggiormente queste nuove band del territorio, creando eventi dedicati e promozioni radiofoniche.
Un ciclo di concerti tra il 1985-1986 (il biennio d'oro per il nuovo rock cuneese) venne organizzato sotto la denominazione di Concerti della Bambina ---> una bambina che forse stava ad indicare la natura stessa di questa scena diversamente wave, un po' irrequieta, fastidiosa...vista la vocazione democrastiana e un po' conservatrice che vigeva allora in questa parte d'Italia molto di confine. 
Da queste esibizioni radiofoniche gestite dal collettivo Suoni dal Prodondo Nord sarebbe sorta quella breve ma importante esperienza dell'etichetta omonima. La stessa che avrebbe prodotto (oltre ad altre tape di singoli gruppi) la compilation A Place To Survive (1986).




Una selezione con dentro quasi tutte le band principali di Cuneo e dei campanili limitrofi (forse come 'grande assente' la band dal sapore wave che ebbe più 'successo' fuori d'areale: gli Out of Time), con nel titolo già un messaggio chiaro, quasi a dire: << in questa zona è difficile sopravvivere musicalmente >> Magari non solo musicalmente, anche artisticamente liberi, senza sovvenzionamenti...
Vi consiglio di ascoltare A Palce To survive qui sul blog Venus + On http://venuspluson.blogspot.it/2011/11/aavv-place-to-survive.html  e di dare una letta all'interessantissimo libretto di accompagnamento http://issuu.com/dezbi/docs/a_place_to_survive_-_booklet condiviso dal gestore del medesimo blog su Issuu (soprattutto da questa riproduzione del booklet potrete venire a conoscenza di altre storie legate alle vicissitudini della Suoni dal Profondo Nord e ragguagliarvi meglio su alcune band di questo territorio).

Passando ad altro, per questo territorio c'è da sottolineare l'importanza di un locale come il Le Macabre di Bra, che molti (anche fra diversi waver piemontesi) ricorderanno come posto mitico dove passò molta wave locale (per suonare, ma anche per ritrovarsi) e nazionale. Un locale che purtroppo ha chiuso i battenti definitivamente nel 2008. Un luogo davvero centrale per la scena cuneese ( ---> se vi va ecco un degno articoletto rievocativo scritto da qualcuno che ci mise piede più di una volta e che ne ricorda sinteticamente la storia: http://www.votailprof.it/Blog/Musica/Le-Macabre-dice-addio-134465 ).

Questa stagione dai forti tratti wave si fermerà con due roboanti rassegne musicali cuneesi: Movimenti 86 e Movimenti 87, veri e propri festival, organizzati al tempo da Alberto Castoldi (altra figura chiave per questa bella scena di nuovo rock cuneese) e a cui parteciparono band dal calibro nazionale come i CCCP, Diaframma e Litfiba.

Sul finire degli anni 80  questo movimento sarebbe scemato lasciando però il testimone ad altre esperienze rock ---> sul solco di questa stagione sarebbe nata una cruciale band dell'alternative italico: i Marlene Kuntz. Leggete qua come ricorda lo stesso Cristiano Godano quella Cuneo anni 80 e come sembra esserne in debito come musicista: http://www.love-boat.org/articoli/cuneo.htm (scivolate fino agli ultimi due capoversi...).


Bene, svolta questa promenade informativa, arrivo a parlare di qualche band: qualcuno infatti si sarà domandato come mai io abbia fatto cenno fino ad ora soltanto ad un paio di gruppi...beh, semplicemente perchè ora ne passerò in rassegna diversi nella compilation sottostante....una compilation a cui io stesso, scorrettamente e maldestramente, ho dato (visto che non ne aveva) una semplicistica denominazione...



CUNEO COMPILATION




Questa in cui vi imbattete non è stata un'uscita ufficiale. Io stesso vi ho lavorato un po' per modirficarla. La folder che vedete qui sopra è una mia photoshoppata: ho ragrumato i 4 fogliettini che facevano da 'copertine' alle due cassette (con gli elenchi scritti a macchina come negli anni 50!) e ne ho ricavato un foglio unico. 
Mi domando se questa double tape compilation non sia frutto dello stesso giro Suoni dal Profondo Nord. Sembra scontato. Sembra una prova generale per A Place To Survive (forse con meno band coinvolte).

L'anno di produzione è molto incerto: forse fu realizzata tra l'85 e l'86 (ad ogni brano viene fornita una datazione precisa antecedente e l'ultimo anno di riferimento è proprio l'85..).

Gli stili ricompresi nelle due cassette (attinenti a 10 progetti musicali ben distinti) sono molto variegati e forniscono una bella gamma caleidoscopica del potenziale di questa ottima scena italica anni 80.



Le Band / I Progetti Musicali nella Compilation



01. CROMOLUX (brani 1 a 2 / tape 1)



Si parte nella selezione con la proposta musicale degli albesi Cromolux, attivi dal 1982. Qui ad integrazione di quanto avrete potuto leggere riguardo a questa band sul booklet di A Place To Survive vi segnalo anche l'articoletto a loro dedicato uscito per celebrare il trentennale della band (apparso nel 2012 su La Gazzetta d'alba): http://www.gazzettadalba.it/2012/08/cromolux-i-trentanni-della-band-albese/
I Cromolux erano una bella compagine sorrettasi fin dall'inizio sulle composizioni musicali di Biagio Cairone e sui testi (poi anche interpretati) del cantante Bruno Battaglino. 
Con i loro due brani presenti in raccolta potrete imbattervi in quelli che sembrano essere stati i riferimenti iniziali della band: un mix di rock wave (come nel caso del primo brano -strumentale- molto post-punk, alla Talking Heads ma anche un po' Cure) e di rock variamente classico (come nella seconda traccia, piena di virtuosismi chitarristici dello stesso Cairone..un po' alla Dire Straits?).


02. DARTOS (brano 3 / tape 1)



Come seconda band nell'ordine compilatorio troviamo una compagine di Fossano, i Dartos (anche loro in A Place To Survive). Qui ci troviamo al cospetto di una proposta poco wave ma comunque valida, vocata ad un brioso jazz rock con varie contaminazioni (anche blues, come dice il titolo stesso del loro brano).


03. DISPLAY (brani dal 4 all'11 / tape 1)



Ecco in terza posizione la prima band propriamente di Cuneo: i Display. Una formazione di breve corso (84-86?) molto brillante, con una forte trazione elettro (--> resa possibile dalla mirabile levatura tecnica del synthesizer Frank Priola, lo stesso nello staff Suoni dal Profondo Nord). 
La formazione più estesa vedeva all'opera, oltre a Frank (drum machine/synth/batteria), Riky Dutto come vocalist, Andrea Borsalino al basso (l'unico non presente nel collage fotografico sovrastante da me realizzato), Peter Soro alla chitarra e Walter Giraudo alle tastiere.
I brani oscillano tutti tra pulsioni synthpop abbastanza chiare, anche se affiorano qua e là gusti anche oscuretti/post-punk (come in 'Clock') e passaggi elettro-sperimentali. Spicca tra le loro tracce la hit gradevolmente poppeggiante 'Killin' Friend' (ascoltabile in versione migliore, assieme ad altri stessi brani della band, sempre su Venus+On http://venuspluson.blogspot.it/2011/10/display-take-me-hard.html ).


04. DOCTOR SAX (brano 12 / tape 1)



Scorrendo ancora la scaletta troviamo un'altra formazione jazz rock con stilistica molto influenzata ancora dai 70 (già con una contaminazione più wave rispetto al brano dei Dartos). Questo è probabilmente la line up autrice del brano (targato 1984): Corrado Gallo voce, Antonio Lazetera tastiere, Bartolo Costamagna chitarra, Davide Balangero chitarra, Paolo Rosso basso, Roberto Testa batteria, Luciano Guarini batteria.


05. INTOLERANCE (brani dal 13 al 19 / tape 1)



Ecco a cominciare il lato B (e quasi a finirlo..) una band che mi ha sempre suscitato ottime sensazioni, fin da quando ho potuto iniziare ad apprezzarne i pochi prodotti sonori lasciati. 
Gli Intolerance furono incarnati da poche ma validissime figure musicali, dedite in quegli anni ad una avanguardia sperimentale di indiscussa levatura. Il primo nucleo si originò nel luglio 1983 come duo composto da Paolo Chiotasso e Marco Marongiu (entrambi ex Rote Wien), ai quali si assommò ben presto Luca Musso. Lo stesso Chiotasso abbandonò poi, quasi subito (per altri impegni), il discorso. La foto qui sopra credo si riferisca proprio a questa breve coabitazione in terzetto.
Per saperne di più sugli obbiettivi e sulle vicissitudini di questa band vi consiglio di ascoltare l'intervista a Luca Musso del 1985 contenuta nell'opera Omnia proposta sempre su Venus+On http://venuspluson.blogspot.it/2012/02/intolerance-omnia.html  (ultima traccia sonora..) e di leggervi la biografia ultra dettagliata redatta dallo stesso ex componente Marco Marongiu (sempre su venus!) http://venuspluson.blogspot.it/2013/02/intolerance-in-vinile.html .
Aggiungo solamente che fortunatamente questa band è tornata  meritoriamente un po' in vista grazie alla rivitalizzazione del nastro self-titled del 1985 (ai tempi prodotto dalla S.d.P.N.) rieditato oggi dalla Rave Up Records (su Lp stavolta! a proposito di rivincite della storia..). 
Nella presente compilation potete trovare alcuni dei brani Intolerance in una versione inedita e live (una delle tracce proviene addirittura da una delle prime esibizioni: dal 1983). Lo stile principale è fondamentalmente afferibile al genere oggi comunemente identificato come minimal wave --> della miglior specie, anche se la qualità di registrazione, come in altri casi della selezione, non è delle più pregevoli.
Piccola chiosa infine per Luca Musso, purtroppo scomparso ormai da diverso tempo (1992), a cui mi sento legato pur non avendolo conosciuto. Ai tempi sembra risultasse antipatico (magari veniva incompreso, come il nome della band), invece secondo me è da tributargli tutto l'affetto possibile e un caro ricordo: è stato in grado di esprimere negli Intolerance (assieme all'altro cardine Marongiu) una pagina esemplare di sperimentazione musicale in una purtroppo solita dimensione super-underground. Lo stesso Godano lo cita come prezioso amico e ispiratore...


06. LOW NOISE (brano 20 / tape 1)



In chiusura della prima cassetta troviamo i Low Noise --> Letteralmente Basso Volume. Un nome azzeccato ed esemplificativo, che reca già l'idea del sound nelle intenzioni dei suoi componenti. 
Erano attivi a Bra (all'inizio come Din A Nul, con il definitivo nome dal 1983 per qualche anno) e furono autori di un un rock elegantemente condito di elettronica, oggi definibile come minimal/cold wave (--> vista la cadenza flemmatica e un po' malinconia della loro musica).
Questa fu la formazione (credo prevalente ed espressasi anche in questo nastro) di quegli anni: Tony de Marco basso, Mauro Giandrone tastiere/synth, Bruno Lusso tastiere, Sara Avalle voce, Dino Milanesio batteria.
Per migliore qualità ripassare sempre su Venus in caso..


 07. SPLEEN (brani 21 e 22 / tape 2)



Ad iniziare la seconda tape (più corta rispetto alla prima) ecco i mirabili Spleen. Forse la migliore band post-punk d'area cuneese anni 80. 
Partiti come esecutori di cover, impararono presto ad assemblare proprie composizioni e a dar corso ad un suggestivo progetto molto darkwave. 
Il leader/compositore/chitarrista/autore dei testi è stato fin da subito Alberto Franco, oggi apprezzato cantautore (spesso accompagnato da un ottimo ensemble). Assieme a lui Giorgio Martinetto alle tastiere, Giuseppe Cornagliotto al basso e Paolo Bruno alla batteria.
Al tempo fecero diversi live e purtroppo, come capitò a molte altre band di allora, non riuscirono a andare oltre la pubblicazione di qualche tape. Peccato perchè il loro sound era assolutamente di rilievo, in linea col rock dei Cult ma con anche altri maestri del post-punk internazionale, il tutto riarrangiato in una chiave validamente personale. 
I loro due brani (live) presenti in questa compilation dimostrano tutta la loro caratura: 'Searchin' For Love' è una cavalcata romantica e trascinante (per una versione più pulita, sentasi sempre a Place To Survive..), 'My Inner Feelings' più cold wave e raffinata. Suggestivo rock wave, assolutamente da elogiare..


08. RES OCCULTA (brano 23 / tape 2)

Come seguente progetto presente nella seconda casseta troviamo un brano targato Res Occulta --> trattasi in pratica di un B-Side project dei già Spleen Alberto Franco e Giorgio Martinetto: il primo qui sempre in veste di vocalist e agli strumenti, il secondo alle tastiere.
'Sunlights & Shadows', il pezzo incluso, è il brano più sperimentale del lotto, giocato in una chiave molto ambient/minimal wave con suggestioni quasi industrial..una bella perla dal sapore estatico. Credo provenga direttamente dall'unica realizzazione in solitaria come Res Occulta, un demo del 1985.


09. STORM (brani 24 e 25 / tape 2)



Ecco apparire a questo punto, come terza proposta inclusa nella selezione parte 2, gli Storm. Una formazione sostanzialmente post-punk (con comunque tranquille citazioni rock wave anche) molto in debito col primo periodo dei Cure. 
Furono la compagine braidese che fu più in concorrenza con l'altra proveniente dalla medesima cittadina: gli S.T.U.P.R.O.
Questa la loro formazione: Paolo Degioannini chitarra e voce, Enzo Fissore voce e chitarra, Flavio Fraire basso, Alberto Furlani batteria.
I loro due brani inclusi (provenienti molto presumibilmente da un'unica registrazione live del 1985) si lasciano ben ascoltare (soprattutto 'Sadness'), peccato la qualità della tape sia più vigliacca nel loro caso (ripassare sempre da Venus qualora li vogliate approfondire in una migliore qualità...).


10. VIBRAZIONE (brani dal 26 al 32 / tape 2)



Chiusura di compilation (parte finale lato A e unica presenza sullo scarno lato B della seconda tape) affidata agli albesi Vibrazione. Una compagine rock wave sostanzialmente, con molto funk nel ritmo e tecnicamente molto apprezzabile. 
Loro avrebbero dovuto uscire immediatamente dopo A Place To survive con Lp sempre a produzione Suoni dal Profondo Nord, ma non credo se ne fece niente. Di sicuro realizzarono un demo a loro nome nel 1985 e parteciparono a varie rassegne del loro territorio.
Qui compaiono con 6 composizioni abbastanza orecchiabili, con testi rigorosamente in italiano. 
Questa la formazione: Mario Giachino voce e chitarra, Stefano Oberto chitarra, Bruno Cavagnero sax, Paolo Aloi basso, Giuseppe Celorio batteria ---> con spesso (come in alcuni brani anche di questa selezione) Elena Roggero alla voce e ai cori.


Buon Ascolto (purtroppo anche tra gli stridori a volte..)


Description of the double tape compilation in english: today a mysterious selection without year of realization (maybe 85-86 period), made by an unknown producer of the city of Cuneo (Piedmont region). All the tracks come from this district of Italy and show the very good potential of this zone (for other better works about Cuneo wave movement there's the Venus + On blog page http://venuspluson.blogspot.it/2011/11/aavv-place-to-survive.html ). Details of the Tracklists: 01-02. Cromolux (funky rock wave); 03. Dartos (jazz rock); 04-11. Display (Synthpop); 12. Doctor Sax (pop-rock wave); 13-19. Intolerance (minimal cold wave); 20. Low Noise (minimal cold wave); 21-22. Spleen (post-punk/darkwave); 24. Res Occulta (electro-experimental/ambient/cold wave); 25-26 Storm (post-punk); 27-32. Vibrazione (pop-rock wave).


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/Hrd8i8E3ba/Cuneo_Compilation_198x.html


Ringranziando infine F.d.P. per la condivisione, dedico il presente post alla memoria di Luca Musso e mando un caro saluto a quanti animarono questa formidabile stagione di rock cuneese.

Saluti.




sabato 2 agosto 2014

First Anniversary & Mickey and The Mouses



Rieccomi in questi primi di agosto..
Pensavate di esservi liberati di me per un po'? No no, torno a scrivere e a postare qualcosa...anche per 'celebrare' il primo anniversario del blog...


Primi Bilanci



Un anno fa, all'incirca, ideavo (e a stretto giro materializzavo) l'avvio di questo blog. Ero pieno di dubbi, molti blog stavano (stanno) chiudendo e l'attività dei protagonisti si stava (si sta) trasferendo su facebook o su altri social network (con reali vantaggi?). In più c'erano i rischi connessi alla condivisione di materiale sonoro in alcuni casi fuori dalle autorizzazioni (più per la possibilità di contattare tutti i coinvolti). Tante pippe mentali insomma, che dovevo fare..

In questo primo anno ho cercato di favorire l'ascolto di musica che non avevo ancora visto condivisa in altri luoghi virtuali (perchè prima di avviare ho seguito altri..) e di concentrarmi sui reperti sonori fuori catalogo (realizzati da etichette oggi 'defunte') o autoprodotti. Ho accompagnato queste mie condivisioni con alcune storie di corredo, non capendo mai fino infondo se quel che mi andava (andrà) maggiormente di fare era (sarà) cercare di narrare alcune cose o di condividere semplicemente un particolare prodotto musicale..'a noi piace un casino confonder le idee, però ci piacerebbe molto di più farvi ballare..ve lo garantisco..'

Comunque credo che raccontare qualcosa sia davvero il mio compito principale qui (anche se in molti verranno in questi paraggi solamente per incassare l'allegato sonoro e basta...c'est la vie bellezza!)..
Nel rielaborare certi fatti (cercando di non revisionarli, anche se è difficile --> la mia soggettività è insopprimibile), ho cercato di farlo nella maniera più oggettiva e rigorosa possibile, non sempre ci sarò riuscito, non sempre ci riuscirò.

Dato saliente per me sono stati i commenti che ho avuto il piacere di leggere scritti da ex componenti di band o da persone comunque interessate a quel che ho tentato di percorrere nel blog. Molti anonimi si son palesati per saluti, gradimenti e integrazioni.  Ringrazio tutti (anche i posteri toh!)

Tutto finora è filato liscio (o quasi). Mi auguro continui così. Ho cercato di ragionare bene ogni uscita e nel futuro tenterò di fare altrettanto (stando moderatamente attento a non cozzare platealmente contro gli interessi del comunque generoso 'revival commerciale'..). 
Non sarà facile, anche in futuro, aggirare le mille tagliole italiche che potrebbero propormisi lungo il cammino (si preparano tempi difficili per la 'vita' sul web ---> specie da quando esiste un nuovo regolamento emanato arbitrariamente dall'autorità per le telecomunicazioni..). Intendo comunque, primariamente, riuscire a non urtare le sensibilità di qualcuno di quei protagonisti wave per cause legate alle condivisioni documentali che propongo qui (su cui non ci guadagno niente). 

La trama di questo blog cercherà di rimanere la medesima anche per il futuro..finche' si potrà andare avanti, finchè avrò materiale che mi interesserà condividere, finche' avrò qualcosa da raccontare, finchè avrò voglia..finchè..finchè...


Ok, compiuti questi bilanci approssimaviti (spero non molto retorici), in alto i vostri cuori...per questo primo anniversario (oddio che angoscia gli anniversari..non amo le ricorrenze...diciamo che sto cavillando strumentalmente come sempre..) eccomi ottemperare ad un auto-promessa condivisoria svolta proprio un annetto fa, quando a Rimini vagheggiavo l'intento di condividere qualcosa dei....




MICKEY AND THE MOUSES





Ritorno a parlare di questa band (più diffusamente anche) perchè mi sembrava potesse abbinarsi bene al tema de ' l'anniversario estivo '...

D'estate infatti si pensa al mare (qualcuno che leggerà qui magari sarà pure al mare)..in molti in questo periodo per stemperare la calura (oddio, non che ce ne sia stata molta..) si andranno anche a tuffare, a fare balneazione...che cosa c'era di meglio da 'offrire' (ho pensato) se non condividere qualcosa di un gruppo che amava definire (calzantemente) il proprio stile musicale come balnear rock!
Ecco che ho ripreso un po' in mano le tracce di questa band (che apprezzo moltissimo, per l'originalità vera dimostrata nel periodo di attività) e ho lavorato un po' per sottoporvi un prodottino musicale speciale, proprio per l'occasione...

Per me i Mickey and The Mouses sono stati una band importante (lo ribadisco meglio anche qui) della primissima onda italiana, certo un po' lontani dai fastosi alfieri della darkeggiante onda fiorentina o di altre primissime scene locali (con tutte le loro peculiarità). 
Erano di Cattolica, marginali se vogliamo. Si sbatterono molto per farsi conoscere un po' e per un breve periodo ci riuscirono.
Furono invitati ad alcuni contest (come ad esempio il RockVillage del 1983 ad Ostia) e suonarono nei più importanti club della riviera adriatica (dai mitici Slego -Rimini- e Aleph Club -Gabicce Mare- al Nirvana di Ravenna) e riuscirono anche ad esibirsi in TV (su Rai 3 ad Orecchiocchio..) ed in uno dei templi della capitale della wave italiana, al Manila di Firenze. 
Non fu una band che riuscì a sfondare ok! ma alla fine in quante 'sfondarono'? la maggiorparte implosero nell'impossibilità di concretizzare.... 
I nostri topolini da spiaggia sono importanti da ricordare perchè (secondo me) provarono autenticamente a sondare una via del tutto italiana alla new wave. Un esperimento purtroppo che trovò apprezzamenti soltanto nel mondo limitato del rock alternativo italiano di allora, fra i soliti addetti ai lavori e i pochi interessati fuori dal mondo delle solite canzonette.

I protagonisti di questa avventura musicale (tra l'80 e l'84) furono: Pierluigi Gasperoni chitarra, Luigi Silvori batteria, Mirco Monticelli basso (e occasionalmente chitarra), Alfredo Ferrucci voce e Pierangelo Caforio tastiere. 
Al loro fianco nelle loro attività furono poi altre due figure essenziali: Andrea Dubla (sul fronte 'marketing') e Maurizio Castelvetro (addetto ai canali 'mass mediali').

Perchè sopra ho detto che furono autenticamente originali? La loro musica è abbastanza eloquente in questo (sentendo ve ne accorgerete..). Pur ascoltandone tanta di new wave italiana ed anche estera (parecchia anche 'minore') non ho mai rintracciato niente di simile a quanto cercarono di proporre i Mickey and The Mouses.
La definizione Balnear Rock è davvero azzeccata. C'è tutta un'estetica ritmica oltre che iconografica (sempre imbastita dalla band) che porta in questa particolare dimensione musical-artistica.

Mescolarono nella loro proposta musicale moltissime cose, guardando ad un certo passato, soprattutto italiano (--> a quel mondo tra gli anni 50 e inizio 60 pieno di bulli da spiaggia e buon costumi da infrangere), e riadattando certe tendenze del loro presente in una chiave sorprendentemente personale. 
Condirono il tutto con un'abbondante spruzzata della loro tipicità locale, facendosi paladini di quello spirito romagnolo più autentico, quello bonario e gradasso (anche grasso a volte), pieno di pungente ironia. Incarnarono, esasperandolo, questo loro mondo di appartenenza e al contempo lo criticarono dal di dentro, prendendo in giro soprattutto l'industria del divertimento di allora.

Curiosate qui (ne val la pena!) per saperne di più  http://castelvetro.info/mickey/mikipedia/mikipedia.htm o anche qui per visionare reperti grafici http://castelvetro.info/mickey/home.htm .

Ricordatone le gesta (narrate meglio stavolta), non mi resta infine che agevolarvi l'inserto sonoro organizzato da me con diverso materiale 'topolesco'...


'Collection 1981-1983'


Demo '81

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2 Brani Live in Cattolica (1981)

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Shake The Albergator / Detectives (7'' 1982)

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3 Brani Live in Rimini (1983)


Ecco quanto di meglio mi è stato possibile di ripulire e di sistemare riguardo questa band. Non è un'uscita ufficiale nè una raccolta strutturata da altri...diciamo che è una mia composizione omaggio (a voi che giungete qui) e di tributo ai Mickey and The Mouses.

All'interno della cartella di ascolto troverete il materiale in ordine cronologico, giusto per favorirvi un piccolo viaggio nel mondo musicale -un po' pazzo- di questi 'musicisti da spiaggia' (vestivano anche alla marinara sul palco!). 
Un mondo tra il serio ed il faceto, che musicalmente risentiva di diversissime influenze: dalla new wave (quella dei DEVO e degli Oingo Boingo ad esempio) al post-punk (quello più funkeggiante magari, stile The Fall), dal liscio da balera allo shake d'inizio anni 60, fino ai ritmi caraibici passando per chi sa quali altre citazioni (chi più ne ha più ne metta insomma!)
Ho l'impressione che i 'nostri' sentissero tantissima musica per arrivare a concepire un simile guazzabuglio, soprendentemente armonico però!

I brani erano quasi tutti cortissimi (al massimo 3 minuti) sempre sparati con frenetici ritmi --> Forse nella bulimica offerta romagnola speravano di poter attirare l'attenzione, anche se per poco, di un pubblico all'eterna ricerca d'altro, sempre distratto dall'idea della prossima cosa da fare per divertirsi. 

Con ironia si crearono il loro spazio..anche se, alla fine, bisogna riconoscerlo (ad un attento ascolto) questi 'tipi/topi da spiaggia' erano fondamentalmente abili musicisti, ci sapevano davvero fare con gli strumenti: chitarre sincopate, colpi di synth e di giocattolini elettronici spiazzanti e geniali, rullate di batteria da far invidiare percussionisti africani, un basso sempre stiloso etc... Il tutto interpretato da una voce davvero all'altezza.
Buon Ascolto...


Description of the Collection in english: today for you, international friends, a sort of collection (made by myself) with all the remarkable recordings of the Mickey and The Mouses band (Cattolica, Emilia-Romagna region 80-84 http://castelvetro.info/mickey/home.htm ). A great selection thinked for summertime moments -but not only- in a perfect balneral style (following the definition of the band) with all the best tracks from the whole period of this original musical experience. In sequence you can find their first demo tape (without cover, i'm sorry!) recorded in 1981, some live tracks (1981-1983) and their only one official 7 inches produced in 1982 by L.M. Records (a little label from Bologna, important for the early italian wave, especially in this zone). The musical mix built by the band was really various: new wave, post-punk, caraibean rhythms, 60s twist, surf rock, traditional dances of romagna etc. An enjoyable sound to encourage the mood !

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/b5adI9Ooce/Mouses_collection_81-83.html


Saluti/Greetings.