domenica 25 maggio 2014

Vecchia/Nuova Wave & Ivories/Jeunesse D'Ivoire



Salve, nella domenica delle urne mi andava di disquisire sul rapporto tra vecchia new wave e 'new new wave'...no, non avete letto male l'ultimo termine definitorio: oggi chi è musicista new wave moderno è fatto rientrare in questo consesso --> la nuova new wave...

Ma lasciatemi cianciare con ordine seguendo delle mie considerazioni (sempre profane magari!)...


Rapporti tra Vecchia Wave e Nuova Wave

Innanzitutto è bene precisare che di questa 'relazione' se ne puo' parlare alla luce dell'ancora attuale revival in corso...si perchè per la prima volta, da un po' di anni a questa parte, si puo' parlare con cognizione di un vero revival della new wave. All'epoca (fine 70-inizio 80) forse neanche gli stessi protagonisti, soprattutto quelli minori o più sfortunati, non se lo sarebbero davvero immaginato un revival così robusto. Perchè è innegabile che ci sia un forte ritorno a certe sonorità anni 80 (basta sentire anche i jingle di alcune pubblicità !)...e da cosa è motivato questo revival, che cosa lo sostiene, quali le implicazioni?
Dirò subito che nella storia della musica rock, ma più in generale nel quadro della musica in toto, il revival è ormai un clichè. Basta aspettare più o meno il salto di una generazione per vedere che nuovi musicisti e nuovi ascoltatori si sentano in bisogno di 'ripartire' da esperienze passate e precedenti. A volte sono stati gli stessi musicisti sopravanzati nella storia musicale per richiesta o per nostalgia a ri-prodursi in loro 'vecchi' lavori (vedasi a mo' di esempio quegli stessi musicisti che nei 60 facevano beat rock e che nei 70 si vocarono al prog per poi tornare negli 80 alle origini col neo-beat o col neo-garage).
Oggi, per quanto mi è stato dato di capire (prendete questa comprensione con tutti i benefici del dubbio se volete), siamo entrati in una sorta di era dell'eterno revival. Mi spiego meglio --> Quello che è stato inciso nel passato (dall'inizio del secolo scorso sostanzialmente, con la nascita e la diffusione dei vinili) e che è riproducibile (e quindi anche ri-suonabile) puo' incontrare 'in ogni attuale e futuro oggi' dei possibili fan/cultori di genere.
Grazie poi alla digitalizzazione (in formato mp3, ma non solo) la diffusione facile e universale è garantita su una scala potenzialmente vastissima. 
Ecco perchè c'è spazio oltre che per i revival anche per le rivincite della storia: cioe' un'inusitata fortuna per progetti musicali che al tempo magari non andarono oltre la semplice diffusione domestica !
In questo quadro è facilmente comprensibile come in futuro, specie nell'alveo della musica rock (un vero genere al capolinea, dal punto di vista dell'eveoluzione stilistica), assisteremo ad una sovrapposizione incessante di revival. Ed il futuro, non abbiate timori, è già adesso...ne siamo ben consci tutti credo.

Venendo allo specifico del revival new wave o comunque del rock anni 80 possiamo notare che tra la fine del primigeneo corso musicale protagonista del mio blog e l'attuale revival c'è stato giusto lo spazio di un'intera nuova generazione (quantificata in ogni campo proprio tra i 25 e i 30 anni). 
Un revival wave partito sostanzialmente dalla seconda metà della prima decade 2000 e sviluppatosi maggiormente negli anni successivi fino ai giorni nostri.
Oltre che da esigenze conoscitorie o di mera riscoperta stilistica, il revival sembra essere sostenuto da una certa affinità generazionale tra quei primi waver e i riscopritori attuali (nuovi waver?). 
Anche qui tento di spiegarmi. 
Sembra infatti che alla base di questo gradimento o rifacimento musicale ci sia una certa consonanza emotiva tra quelli che facevano/apprezzavano questa musica allora e quelli che provano a rifarla/ascoltarla oggi. In particolar modo con la darkwave è innegabile che tutta questa voglia di intimismo attuale sia sostenuta/indotta/generata, in ispecie in Italia, da questa perdurante crisi (non solo economica) che sta segnando questi tempi (che finirà quando? ai potenti l'ardua sentenza..).
Per fare una domanda precisa: perchè il dark (o la new wave per esteso, genere che nei suoi sotto-tipi ha sviscerato tanta malinconia o intimismo) sta conoscendo in questo paese tanta fortuna? 
Rispetto ai primi waver i giovani attuali sono certamente diversi, ma di fondo sembra esserci una similitudine forte tra queste due generazioni: l'esclusione. Se per i primi si trattava perlopiù di auto-esclusione (cioè coltivavano una dimensione intima di dissenso verso il sistema, dopo la stagione degli impegni diretti e militanti, finita male..) per i secondi si puo' parlare più che altro di un'esclusione indotta dal sistema (la disoccupazione giovanile cronica, la mancanza di prospettive, la precarietà etc..).
Certo poi l'effetto di questa esclusione (che si puo' manifestare ancora oggi in un auto-esclusione, sia chiaro) sia per i primi che per i secondi si puo' definire come identico: la ricerca dell'intimismo o di sonorità, in musica off course, più malinconiche (per l'appunto!).
Un'altra differenza sta ovviamente nel modo di fare musica new wave: oggi i nuovi musicisti waver si avvalgono di una nuova strumentazione, che rende possibile l'attualizzazione o l'approfondimento dei sotto-generi wave in una maniera che allora non era praticabile, dilatandone anche (o distorcendone) la portata esplicativa. 
Io devo precisare che seguo/sono poco attratto dalle band di 'new new wave' (ribadendone comunque tutta la legittimità o forza comunicativa), preferisco i vecchi prodotti di quella prima onda (specie italiana) o le sperimentazioni di allora. Non per una sorta di razzismo musicale, ma per un mio bisogno di chiarezza stilistica. Oggi si tende a mischiare troppo (in tutti i campi musicali: rap-metal, psichedelia e hardcore etc..) fregandosene dei contesti originari in cui un genere nacque (il pop post-punk che gira tanto mi fa inorridire, l'emo cotonato senza un preciso background darkwave mi fa tenerezza etc..). Ci vorrebbe un po' più di cultura e di rispetto in molti casi...Ma forse è la natura stessa del revival: la rielaborazione (in alcuni casi, profanazione) è un'esigenza (a volte furbesca) che aiuta a riscoprire un genere. Io mi accontento prevalentemente di vecchia wave, facendo gli auguri a chi ne fa di nuova (tanto bisogna farla anche oggi la musica! E qualcuna riesco ad apprezzarla, mica sono un talebano..).

Come si è manifestato fino ad ora questo revival? Innanzitutto sembra essere sostenuto da attività diversificate e più o meno valide. Tralasciando le commercializzazioni (più o meno condivisibili..decidete voi di caso in caso..), si rintracciano innegabili valenze nelle ristampe (che rilanciano prodotti sonori che altrimenti sarebbero andati perduti), nelle pubblicazioni documentaristiche (diversi libri analizzano/ricordano alcune 'scene locali', la storia dei locali di culto, fatti legati al movimento punk wave etc) e nei concerti o nelle rassegne musicali con vecchi e nuovi protagonisti.
Ecco, parlando di rassegne, se c'è una cosa che mi piace pensare riguardo ad esse è che si dovrebbero fare per consentire un dialogo, un processo osmotico tra vecchi e nuovi musicisti waver (per fare cultura oltre che musica, per concretizzare un qualcosa come un passaggio di testimone ideale anche..).
E' in tal senso che mi va di segnalarvi, con una settimana giusta di anticipo, l'evento che si svolgerà proprio il prossimo week-end (venerdì 30 maggio e sabato 31 maggio) a Roma: il festival 'Distanze 100% New Wave Italiana'.  Una due giorni di musica in cui si cimenteranno proprio vecchie e nuove new wave bands (per una delle vecchie si tratterà poi di un ritorno sul palco dopo svariati anni: gli Aidons La Norvege). Ecco la pagina FB in cui potete in caso saperne di più (per chi potesse partecipare..): https://www.facebook.com/events/1401879856728419/ . Tra gli organizzatori c'è Alessandro Marchettini, lo stesso di Destination Morgue, il festival industrial ormai giunto alla settima edizione (con in mente l'ottava?) che si svolge annualmente proprio a Roma; un personaggio Marchettini che sembra aver capito che vecchio e nuovo dovrebbero incontrarsi e sostenersi (oltre che capirsi in alcuni casi..). I nomi contenuti nel cartellone di Distanze risultano da soli invitanti. Sarà distribuita anche una compilation con brani delle band coinvolte. 
Mi sentivo di fare un po' di pubblicità non retribuita all'evento (ci mancherebbe! qua faccio tutto per passione diciamo), visto poi che si legava in un certo qualmodo al discorso del presente post.

Fra le band di questa rassegna c'è nè poi una che giustifica l'inserto sonoro che ho pensato si potesse ben legare ai discorsi che ho tentato testè di fare...gli....


IVORIES



Ora, questa è una band dei giorni nostri e chi la conosce potrebbe dirmi: 'ma nel blog condividi soltanto materiale di band anni 80!' Beh gli Ivories sono una nuova band con radici datate potrei subito replicarvi recisamente..
Poi aggiungerei che questa band è in forte continuità con certi progetti della prima new wave milanese. Una formazione animata da tre validi musicisti che hanno deciso in tempi recenti di tornare a fare pubblicamente (privatamente non credo abbiano mai smesso..) ottima musica (qui la loro pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Ivories_Italy/182027365154963 ). Un'ideale 'liaison' quindi tra vecchia e nuova wave.
Ora non condividerò il loro Ep uscito l'anno scorso (troppo fresca l'uscita e ad ogni modo devo pur rispettare la mission del blog), ma posso farvi sentire il loro sound semplicemente dal loro canale you tube: https://www.youtube.com/user/WeAreIvories . Qui potete trovare i due -forse!- brani migliori del loro dischetto 12 pollici (autoprodotto): 'As Blind As We Are Now' e 'Landed' (ottima musica new new wave fatta da qualcuno che aveva già composto vecchia wave diverso tempo prima). Sul canale ci sono poi anche alcune esibizioni live e i brani dei Jeunesse D'Ivoire...appunto i Jeunesse D'Ivoire...le radici a cui accennavo...



JEUNESSE D'IVOIRE



Due dei tre componenti -Patrizia Tranchina e Danilo Carnevale- degli attuali Ivories provengono proprio dall'esperienza dei Jeunesse d'Ivoire (il nome poi richiama abbastanza quest'esperienza, è inutile anche scriverlo..). Una band che era attiva nella primissima onda milanese e che diciamo faceva dell'ottima minimal wave (per non dire una pregevole miscela tra post-punk ed elettronica minimale..). 
Questo bel progettino, come già alcuni sapranno, è di ricente stato 'riesumato' nei suoi lasciti sonori da diverse compilation prodotte in anni non tanto passati (vedasi discogs in caso) e con merito ha conosciuto oggi un enorme affetto ex-post (un po' come è avvenuto con i Janitor of Lunacy di cui al post precedente), meglio tardi che mai...
Al tempo la band riuscì ad andare su vinile soltanto con la mitica compilation 'Body Section' della Electric Eye Records, oltre a produrre alcune cassette e fare anche dei concerti. Purtroppo rimase confinata nel classico girone dell'underground rock wave italiano, limbo nel quale gravitarono il 99% delle band italiane di allora, o quasi..
A rilanciarne le gesta è stata per prima la Spittle Records grazie alla selezione 'Milano New Wave 1980-83' (prodotta nel 2008) contenente oltre ai Jeunesse anche brani prodotti ai tempi da altre 3 interessanti formazioni new wave milanesi di inizio anni 80: State of Art, Other Side e La Maison. 
Poi è venuto l'inserimento di un loro brano nel primo volume di Danza Meccanica della Mannequin e da qui altri apprezzamenti. Ormai vendetta con la storia anche in questo caso è stata compiuta...

'Jeunesse D'Ivoire' (demo 1982)



Il demo che vi propongo è forse l'unico ufficiale della band, con un artwork ben fatto e una qualità audio davvero ottima. 
I brani sono 3 e vennero registrati per l'occasione nel Palmito Studio di San Donato Milanese nel novembre del 1982. Troviamo oltre alla hit della band, 'A Gift of Tears', due altri ottimi brani di 'corredo': 'Silent Imagery' e 'Praise'.
Tutte e tre le tracce possono farsi rientrare dentro gli stilemi della minimal wave (della migliore direi !) ma certamente non si puo' sfuggire da una denominazione anche cold wave/post-punk ('Praise' in particolar modo ha un chiaro sentore joy-divisionano..).
Nel demo spicca, oltre la mirabile orchestrazione sonora, anche la voce di Patrizia, davvero apprezzabilissima (una delle migliori di tutta la prima wave italiana, per intonazione e piglio). Un piccolo grande lavoro, davvero suggestivo, che spero gradirete...

Description of the tape in english: here today maybe the only official demo of the Jeunesse d'Ivorie, amazing minimal wave band from Milan (early 80s, Lombardia region). A self-titled very inspired with 3 great songs in a pure cold wave style, with a solid post-punk base (especially in the third track -'Praise'- really into the Joy Division direction..). A relaxing and striking work for every ear !

Please Enjoy


http://www.4shared.com/zip/PK4WIQzGba/Jeunesse_dIvoire_demo1982.html


Un ringraziamento a F.d.P per la condivisione e un saluto ecumenico a vecchi e nuovi waver.

Saluti.


domenica 18 maggio 2014

(Italian) Minimal Wave & Janitor of Lunacy



Cari/Care fruitori/fruitrici del web che vi imbattete in questo piccolo angoletto virtuale, ben trovati ancora tra queste 'pagine' in libertà e in musica di questo blog. Scopo del presente scritto sarà quello di parlare un po' di minimal wave, un genere ostico da definire e che profanamente cercherò di trattare cercando di contestualizzare il fenomeno anche all'interno della vecchia onda italiana...


Minimal Wave: Origini/Protagonisti

Innanzitutto è bene dire che il termine 'minimal wave' è un'invenzione definitoria sorta in tempi recenti, lanciata da alcuni appassionati internazionali di musica underground anni 80 (forse una furbata commerciale anche).
E' ad ogni modo una definizione ex-post non senza senso, utilizzata per accumunare certa musica sperimentale ed elettronica che cominciò a svilupparsi dagli anni 70 e che ebbe il suo apice produttivo più propriamente e diffusamente nel corso degli anni 80.
Una delle figure più importanti che ha contribuito a livello internazionale a parlare (o ad inventare) il fenomeno minimal wave è stata Veronica Vasicka.


Veronica Vasicka

Una ragazza (lo è ancora oggi) che dapprima ha fatto molte ricerche per suo conto, cercando e digitalizzando molto materiale di sperimentazione elettronica che fu prodotto soprattutto negli anni 80 (soprattutto nel mondo anglo-sassone..lei è newyorkese..) e che poi ha cominciato a diffondere la stessa con la sua Minimal Wave Records (qui il suo ricco sito con molte cose da ascoltare -cercate in sezione podcast-: http://minimalwave.com/ ). 
La Vasicka ha tutt'ora uno stravolgente successo come dj, attività che la vede impegnata in giro per mezzo mondo per proporre questa musica (ovviamente quella più ballabile).
Appunto, questa musica...in che cosa consiste la minimal wave? per cosa si contraddistingue a livello stilistico?
Intanto è bene precisare che forse più che di un genere si debba parlare di un sotto-genere, della new wave nello specifico. 
Fatta questa precisazione, si puo' poi dire che questo (sotto)genere venne reso possibile dall'evoluzione tecnologica di quel periodo (fine 70-primi anni 80). Un periodo ancora pionieristico per l'elettronica e che fu segnato dalla diffusione larga dei primi/mitici e moderni synth (la minimal wave è detta -non a caso- anche minimal synth).
I synth erano quegli strani aggeggi che già il prog aveva iniziato ad utilizzare e che grazie all'evoluzione tecnica, in applicazione con la musica, erano diventati sempre più maneggevoli e versatili (nonchè economici..). 
Assieme ai synth anche altri ammennicoli sarebbero risultati importanti per la creazione di un sound oggi definito minimal wave: sequencer, campionatori, registratori, tastierine, harmonizer, i primi computer etc...

Perchè si utilizza il termine minimal per la definizione di questo (sotto)genere musicale? Sostanzialmente per indicare -appunto!- un approccio minimale alla musica, quasi artigianale (seppur ad alto gradiente tecnologico, come visto). 
Il musicista o i musicisti (molte band possono farsi rientrare in questa definizione) minimal wave sviluppavano i loro brani condendo o imperniando quasi totalmente la loro musica con trame synth e diversamente dai 'colleghi' del synthpop (altro sotto-genere new wave e stile attiguo a quello oggetto dei nostri discorsi) si vocarono a refrain più sperimentali, a volte sincopati e dalle cadenze più post-punk (il modo di cantare sopra queste musiche era molto post-punk se non proprio punk). Di contro queste composizioni minimal synth potevano confluire anche verso ritmi calmi e atmosferici, oggi denominati come cold wave (---> altro termine di recente conio..).

Chi furono gli ispiratori, gli iniziatori di questo (sotto)genere? 
Intanto diciamo che molti di questi sperimentatori underground di minimal wave agivano in questo campo un po' come dei 'nerd' (termine tornato molto di moda oggi), arrivando a fare questo tipo di musica semplicemente rinchiudendosi da soli in soffitta o in cantina, giocando con il mix tecnlogico di cui sopra, inventando o evolvendo loro stessi gli strumenti utili per la loro attività di ricerca sonora. 
Molti probabilmente non ebbero neanche ispiratori (proprio perchè conducevano queste loro ricerche in un modo del tutto appartato).
Stilemi incarnati di riferimento ce ne furono eccome comunque, i più importanti dei quali provenivano dagli Stati Uniti (non a caso il paese più tecnologico del periodo). Band come i Suicide (che alcuni dicono esser stati più influenti dei Clash! proprio per la loro influenza sulla musica elettronica successiva), i Tuxedomoon o i The Residents fecero un po' scuola nel genere.


 Suicide live in the 70s

Molti prodromi della minimal wave si rintracciano poi già nella library music dei primi sperimentatori elettronici (con mirabili esempi anche italiani fin dalla fine degli anni 60) o nel krautrock tedesco primi anni 70 (quello più elettro-sperimentale evidentemente) o ancora nell'ambient di soggetti come Brian Eno, financo al primo synth-punk come quello dei The Screamers (attivi sulla west coast americana fin dal 1975).


La Minimal Wave in Italia

Nel bel paese questo tipo di musica si sperimentò un po' ovunque, anche qui magari senza ispirazioni particolari, semplicemente inseguendo una volontà di ricerca personale.
Nei primissimi anni 80 per il nostro paese forse risultò molto importante l'esempio dei Tuxedomoon di Steven Brown e Blaine L. Reininger, che fecero diverse date in giro per lo stivale (ma anche un po' ovunque in Europa, soprattutto in Belgio), mostrando come era possibile fondere il post-punk con un certo tipo di elettronica minimale e sperimentale allo stesso tempo. Steven Brown era poi di casa a Firenze e certamente sostenne e influì su diversi musicisti underground italiani (non solo della città gigliata).
Comunque, dove ci fu possibilità economica per acquistare i synth e strumenti tecnologici annessi (più nel centro nord evidentemente, soprattutto per ragioni socio-economiche) si originarono progetti musicali oggi definibili come minimal wave.
Per citarne alcuni (inseguendo la memoria selettiva del sottoscritto) si puo' accennare a questi: ai milanesi 2+2=5 di Giacomo Spazio, ai bolognesi Central Unit, ai piacentini A.T.R.O.X., ai torinesi Chromagain e Carmody, ai veneziani Ruins (prima fase magari) o ai messinesi Victrola.
Tra i musicisti solisti italiani che si possono far rientrare in questo campo si possono annoverare poi figure dall'indiscusso talento come Maurizio Dami (alias Alexander Robotnick, fiorentino, attivo e pienamente minimal wave nei primissimi anni 80 con gli Avida e poi con altri progetti), Doris Norton (che nel corso degli anni 80 produsse diversi ed ottimi dischi etichettabili prevalentemente come minimal wave) o Bi Nostalgia (alias Luca Rigato, veronese, già incontrato nel blog, attivo anche con gli Endless Nostalgia e la sua etichetta TLOTG).
Ovviamente tanti altri ancora sarebbero da citare (altri progettini in tal senso li tirerò fuori successivamente magari...)...molti nomi sono tornati in auge anche grazie ad un fiorente revival e ad alcune nuove produzioni di etichette contemporanee, anche italiane (tipo grazie alla Mannequin Records con le sue raccolte Danza Meccanica 1 e 2)...io a mo' di esempio italico vi sottopongo i protagonisti dell'allegato sonoro odierno...i...



JANITOR OF LUNACY



I Janitor of Lunacy (nome preso dal titolo di un brano di Nico..) furono un trio bresciano attivo tra l'81 e l'86 che all'epoca seppe farsi notevolmente apprezzare (anche con riuscitissime esibizioni), soprattutto nel nord Italia. Purtroppo si sciolse quando stava per concretizzarsi la realizzazione di un disco. 
La storia della musica è stata comunque benevola in tempi recenti per quanto riguarda questo progetto musicale. Oltre all'inserimento di un loro brano nel primo volume di Danza Meccanica, la Mannequin ha anche prodotto una raccolta nel 2012 con tutti i loro brani più ben registrati.
Il terzetto era composto da Roberto Kovre, Gabriele Farina e Claudio Asserini. Il loro sound, visto che lo si fa rientrare nel consesso delle migliore minimal wave, risultava fondamentalmente come pregevolissimo rock elettronico. 
Qui la bellissima pagina fb dei Janitor:  https://it-it.facebook.com/janitoroflunacy?v=wall dove poter seguire e contattare la band.

'Crimes On The Dancefloor' (1985)


Il lavoro dei J.o.L. che allego qui è il loro unico demo ufficiale (in solitaria almeno, visto che parteciparono anche ad una split tape della fanzine VM) e quindi reperto sonoro più rappresentativo, da cui sono stati tratti alcuni brani per la recente ristampa della Mannequin (che magari potete rintracciare se avete fame di maggiore qualità, trattasi qui pur sempre di una riproposizione lo-fi in mp3 di un demo..). 
'Crime On The Dancefloor' è un lavoro molto suggestivo di livello dark-synthwave internazionale, convincente dal primo all'ultimo brano e ottimamente interpretato nella parti cantate dall'ottimo Kovre (mirabile e coinvolgente vocalist, ancora oggi molto attivo). L'intimismo regna sovrano in quasi ogni nota, ma ci sono momenti nervosi che ricordano ad esempio i Depeche Mode (come in 'War Days'). Si respira poi un grande affetto per un certo tipo di post-punk alla Joy Division. L'elettronica comunque prevale e spinge il tutto. Un'autentica perla della new wave italiana.

Description of the tape in english: here today the only official demo tape from the band Janitor of Lunacy (Brescia - Lombardia region 81-86). A work released in 1985 with 6 amazing songs between electro-rock and post-punk, in a full minimal wave style. Recently all the tracks have been remastered in a collection (Mannequin Records 2012), with the link you can hear a good reproduction in mp3 of a true pearl of the old italian(-dark-)synth wave.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/Lrg9k_PQce/Janitor_of_Lunacy_demo1985.html


Questo post è il mio piccolo tributo ad una gran bella band (i J.o.L.) che al tempo non riuscì a sfondare (come tante in Italia) e che fortunatamente si è presa una bella rivincita sulla storia...

Saluti.


sabato 10 maggio 2014

Ravenna Punk/Wave & Entropia



Basta ! Sveglia ! Il blog è tornato..pittarosso ! pittarosso !..un altro post a più non posso !

Rieccoci ! Amici, compagni, amiche e compagne...lettori occasionali, sopravvenuti o già acquisiti...giriamo ancora..la giostra si sposta a Ravenna...

Già, Ravenna...mirabilandia, l'Italia in miniatura...una bella terra, ricca di iniziative...i CCCP avrebbero dovuto scrivere anche Romagna Frenetica oltre ad Emilia Paranoica...la romagna terra di divertimento preconfezionato, svago da sballo (ma non solo eh ! che non si offenda nessuno..)...in mezzo a questo contesto sul finire dei 70, all'alba dell'era 'Riviera come metà di bulli e pupe da spiagge e discoteche' (cit.), cominciarono anche qui a darsi da fare diversi personaggini e a creare un bel giro di musica punk wave !

Quali fra i progetti di nuovo rock dovrebbero venire in mente per primi, pensando a questo territorio?

Io un po' di idee ne ho...

La Punk Wave a Ravenna e Provincia

Due furono sostanzialmente le big band che si mossero fra le prime in questo movimentato areale: i N.O.I.A. e i S.I.B.
Due band acronomiche nel nome che sono di diritto nell'albo più pregiato della punk wave italiana (magari in due generi diversi..).

N.O.I.A.

Rare picture from 1978

I N.O.I.A. iniziarono quando praticamente ancora quasi tutti i musicisti di rock alternativo, soprattutto in Italia, pensavano ancora al prog. Questo manipolo di ragazzini, 'guidati' già allora dagli eclettici Davide Piatto e Bruno Magnani, già dal 78 abbracciarono una causa già pienamente wave, incarnando in maniera avanguardistica una delle prima band synthpop della penisola. Faro principale di ispirazione iniziale fu il krautrock tedesco, quello più elettronico, quello dei Kraftwerk per intenderci. 
Tra il 78 e l'82 animarono la loro zona con un elettro-rock mai sentito prima, neanche nel resto dello stivale. Le testimonianze sonore di questo loro primo periodo sono confluite recentemente nell'ottima collection 'Unreleased Classics' (per chi volesse indagare..). 
Poi dopo questa prima fase il gruppo si sarebbe condensato in un trio (Magnani-Piatto e Giorgio Gianni), approdando ad un conclamato corso italo-disco, notevolemente apprezzato nei dancefloor dell'epoca. L'Italian Records di Rubini avrebbe esaltato questo percorso producendo diversi dischi dei N.O.I.A.. Una band mitologica, soprattutto nella prima fase...

S.I.B.



I S.I.B. (nome ricavato da un brano dei DEVO) sono stati invece una delle più folgoranti esperienze punk della prima era italica. Partiti nell'80, in due anni smossero parecchio nella loro zona e non solo. 
Su discogs è narrata la loro storia (in inglese, ahimè per alcuni di voi): http://www.discogs.com/artist/790616-SIB?anv=SIB 
A me interessa qui rilevare che furono una delle prime esperienze punk italiane ad arrivare all'agognato 'Elleppi'. Nel 1981 fecero infatti uscire 'The Third World War', per la LM Records, con in copertina la faccia di Reagan tagliuzzata (mica pavidi sti tipi...). Come stile influirono su molte band del loro circondario: la loro musica variava tra punk 77, post-punk fino ad accenni pienamente punk hardcore. Band gloriosa del primo punk nostrano, nientaltro da aggiungere.

Intanto oltre a queste due esperienze si mosse anche altro nel ravennate. Altre band si ricavarono ottimi spazietti. Vanno ricordi ad esempio i Do-Po (che fecero un bel 45 giri sempre con la L.M. Records nel 1981, ottimo synthpop) o i Forse! (che fecero ottime cose intorno alla metà degli 80, strimpellando agguerrito post-punk) o ancora i The Streamers (che fecero anche due dischi con la mitica label fiorentina Sound City Records). 
Sono poi da segnalare i due progetti post-N.O.I.A. che furono avviati al termine di questa esperienza: i Rebels Without a Cause fondati da Davide Piatto (una band garage che arrivò anche al disco con l'Electric Eye Records..) e i Sacred Circle alimentati invece da Bruno Magnani (compagine elettro rock che purtroppo sembra non aver lasciato tracce produttive).
 

La Scena Wave a Faenza

Un piccolo discorso a parte lo merita la scena faentina. Se non altro per parlare di una produzione su disco che al tempo fu più unica che rara: 'Cover Versioni Originali dalla Città Bianca'. Questo disco prodotto dalla Urgent Label/Materiali Sonori nel 1986 si contraddistinse proprio per la curiosa iniziativa del radunare in una compilation delle produzioni musicali realizzate in studio da 4 band o progetti new wave di una piccola cittadina: appunto, quella di Faenza. 
L'iniziativa nacque da un'idea di Giordano Sangiorgi, oggi conosciuto come principale animatore del MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, l'appuntamento che si svolge annualmente proprio nella città bianca (bianca per ragioni storico-politiche...indagate se volete).
Sangiorgi radunò intorno a questo progetto 4 esempi di mirabile new wave faentina:


Kriminal Tango


Compagine fondamentalmente synthpop con un sound molto gradevole. Ho trovato questa loro pagina dove potete ascoltare qualcosa: http://www.saxrecordings.com/?page_id=167


 (Rodolfo) Santandrea


Artista solista coadiuvato nelle sue realizzazioni da vari ed ottimi musicisti (anche da un mitico compositore quale Amedeo Tommasi). Fu certamente una delle figure più in vista di tutta la wave ravennate. Dopo gli esordi più pop wave (che lo portarono anche a Sanremo nel 1984, con la sua hit synthpop 'La Fenice') seppe ricavarsi un percorso musicale anche sperimentale (che lo accompagna nei suoi lavori ancora oggi). Rodolfo ha deciso di condividere gratuitamente la sua discografia su you tube: https://www.youtube.com/playlist?list=PLwPrn-_K3wgEFcB81faSFuqK7susIFbQr . Ve ne consiglio l'ascolto, i primi due album sono molto interessanti (soprattutto il secondo, dove sperimentò molto, fondendo musica antica con elettronica e suggestioni anche vagamente industriali e neo-folk).

Reverse


Gruppetto rock wave con buone basi post-punk ma decisamente dal sound rilassante e poco darkeggiante. Interessanti anche loro. Ecco una loro formazione: Luciano Berrazzoni basso, Francesco Malliani chitarra, Susanna Merri sax/voce/synth, Paolo Trioschi voce/tastiere, Enrico Montanari batteria, Daniele Tozzola.

Genitals


Quintetto piuttosto in vista all'epoca e che al tempo seppe lasciare più di una traccia: oltre alla compilation faentina riuscì a partecipare, sempre nella seconda metà degli anni 80, a due selezioni proposte dall'etichetta piemontese Snowdonia. Post-Punk nervoso e divertente.

Per ascoltare la presente compilation gironzolare sul blog Venus Plus On potrebbe non risultare vano...tipo qui:  http://venuspluson.blogspot.it/2011/09/aavv-cover-versioni-originali-dalla.html


Ecco, svolta tutta questa analisi, sarà rimasto qualche progetto di cui parlare? Certamente si...di un altro, in particolare, posso sicuramente cercare di narrarne un po'...trattasi dei protagonisti dell'allegato sonoro odierno........gli.......


ENTROPIA



Dirò subito però che purtroppo! sulla band protagonista dell'odierno inserto sonoro non dispongo di numerose informazioni (la foto anche, come vedete, è piuttosto rimediata..). Di sicuro partirono nel 79 (già con questo nome? probabile) e si ressero sulle sorti di uno dei più apprezzati (anche oggi!) batteristi ravennati: Davide 'Jimmy' Geminiani (lo stesso che avrebbe animato anche altre band punk/wave della zona: Le Zanzare Selvagge ad esempio, Imola 83-95). Alle tastiere nella formazione del presente demo Piero Patuelli, alla voce e al basso Alberto 'Zambo' Bertozzi e alla chitarra Angelino Dardi.
Gli Entropia erano originari di Lugo, una ridente cittadina ravennate, e cercarono di agganciarsi totalmente alle sonorità che provenivano da oltre-manica (magari interpretandole in uno stile personale, come fecero anche gran parte della band italiane di allora). Realizzarono un paio di demo in studio e fecero diversi concerti durante tutto l'arco della loro carriera. Stilisticamente il discorso musicale di questa ottima compagine rock puo' però essere diviso in due fasi: una prima parte più post-punk new wave (79-86) e una seconda più neo-prog o blueseggiante (87-92). Sul tubo trovate diversi brani del loro secondo periodo: https://www.youtube.com/channel/UC6uUpB5uVwo04Yg_Z1_Y8-g

Io qui vi propongo il loro demo del 1984, che testimonia la prima fase della band...

'NoNseNse' (1984)


NoNsenNse è un demo assolutamente interessante, forse abbastanza sfaccettato a livello stilistico. Le influenze furono certamente diverse (funky, synthpop, financo un po' di reggae) ma il sound risulta principalmente innervato di robuste strutturazioni post-punk (anche oscurette a volte). I brani che preferisco sono sostanzialmente tre: 'Tunnel', '1.9.8.4.' ed 'Electric Pleasures'. Nel flyer di questo lavoro è segnalata la presente formazione: Zambo voce e synth, Mao batteria, Orecchia basso e voci (nel brano '1984') e Jaffa chitarra e basso (sempre nel brano '1984')
Un lavoro energetico e a tratti molto suggestivo, che spero vi farà passare un buon fine settimana...

Description of the tape in english: today i'm glad to share a very good demo tape from the band Entropia, an underrated wave project from Riolo Terme (Ravenna - Emilia Romagna region). The sound is principally post-punk (brilliant post-punk in many passages !) but we can hear, here and there, other different influences: synthpop, funky, reggae (only in a song...). After this release the band will change style, following a new-prog road.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/nQlJmfslce/Entropia_demo1984.html


Il presente post lo dedico alla memoria di Cinzia 'Tracy Crazy' Sirotti dei S.I.B., recentemente scomparsa.

Saluti.



sabato 26 aprile 2014

(Italian) Eco-Wave & Incontrollabili Serpenti




Ben ritrovati fra le pieghe di questo angoletto virtuale...quest'oggi volevo proporvi un focus sulla connessione tra musica new wave e il mondo dell'impegno ecologista che si sviluppò nel corso degli anni 80 (soprattutto italiani)...


Disquisizione con imbastimenti panegirici del sottoscritto e allegato sonoro (strumentalmente associato al presente post..), questo è il programma, accomodatevi se volete...



Musica Punk Wave (Italiana) ed Ecologismo


Da dove iniziare un simile tema? Prima della musica devo partire da alcune necessarie disquisizioni pseudo-politiche a mo' di premessa forse, ricavate da qualche studio del sottoscritto...

Se di ecologismo politico organizzato ed autonomo si comincio' a parlare nel nostro paese lo si iniziò a fare maggiormente fin dagli inizi degli anni 80. 
Come si arrivò a questo punto? Dopo il tentativo eminentemente 'rosso' dei 70, nella galassia del riflusso politico si cominciò infatti a ragionare (e praticare) alcune diverse forme di impegno politico alternativo (oltre le esperienze del passato e anche un po' in segno di rottura col passato). 
Ad inizio anni 80 nascevano qua e là nel bel paese (ma anche all'estero, soprattutto in Germania e nel nord Europa) le prime liste ' verdi ', sorte per opera di avanguardie politiche post-77, fuoriuscite in particolar modo dagli ambienti extra-parlamentari più alternativi e anche post-comunisti. 
Dopo un decennio di lotte per i diritti civili e giustizia sociale, nel magma del riflusso il nuovo corso di impegno politico si indirizzò maggiormente anche su nuovi temi: e fra questi le grandi problematiche legate alla difesa dell'ambiente assunsero grande interesse e attenzione.
Dopo i bagordi del produttivismo, dell'industrialismo e del consumismo la società comincio' finalmente, come mai prima, a lottare più convintamente e più organicamente su questi temi.
Il punk poi contribuì anche in Italia a portare una ventata di anarchismo foriera di novità, che avrebbe influito anche sulle esperienze politiche degli anni 80.
Che temi ambientalisti emersero con forza? Innanzitutto quello del nucleare...
Basta guardare la letteratura di quegli anni (ma anche di quella degli anni prima..) per accorgersi di quanto il tema del nucleare fosse sentito dalla popolazione, fino a quel momento soggiacente ai voleri dei potenti che sull'atomo avevano imperniato una vera politica di potenza. 
Fin dalle due bombe atomiche giapponesi l'opinione pubblica mondiale (ma soprattutto occidentale) era caduta sotto l'ombra dello spettro di una carneficina atomica.
La guerra fredda tra USA e URSS alimentò per anni questa paura.  Con l'avvento di Reagan questa situazione si aggravò ulteriormente (anche se si sarebbe giunti sul finire degli 80 ad un apparente disarmo concertato..), il grande Cow Boy si era deciso a vincere la corsa per la supremazia globale con l'unione sovietica...Rocky stava per sferrare gli ultimi cazzottoni al titanico Ivan Drago...
Forse, e qui veniamo al mondo della musica, anche tutto quel senso di No Future che si originò nei punk in parte derivò anche da questa sensazione, insita nella gioventù occidentale di allora, di generale insicurezza legata a questo vero e proprio conflitto latente e pauroso, con appunto sempre l'incombente apocalisse atomica ben piantata nei cuori.
Oltre a questa paura di guerra nucleare, alla fine degli anni 70 si cominciò a contestare fortemente anche l'uso del nucleare civile, cioe' la costruzione e l'impiego di centrali atomiche per produzione di energia elettrica a basso costo.
Ampi settori del movimento punk internazionale (quelli più politicizzati evidentemente) si buttarono sul tema nucleare con assoluta forza, in molti casi vi ci si addentrarono per esorcizzare nei brani la drammaticità di un disastro atomico ma anche per cominciare a scriverne contro, apertamente o ironicamente, in una chiave di conflitto sociale sull'argomento.
Uno dei primi esempi italiani di brani per esorcizzare o sviluppare riflessioni sul tema? Sentite che cosa proponevano i milanesi Satan 81 nel 1981:


Una delle band che fecero molto su questo tema (ma non solo), furono: i Crass.
I Crass più di altri nel primigeneo movimento punk, dal 77 fino al loro scioglimento (1985), picchiarono molto sui temi ambientali in genere, non solo contro il nucleare: furono degli autentici esempi di impegno civile, ecologista e anti-militarista (il tutto in una dimensione anarchica, off course !). 
Vi consiglio una recente intervista a Marco Pandin (che faccio qui assurgere al rango di crassiologo) apparsa di recente sul blog 'Sull'Amaca' per approfondire la filosofia e l'epopea musicale di questa importantissima punk band, che influì tantissimo in musica ma anche sull'impegno politico di molti giovani (anche italiani) che vissero quegli anni, ecco il link: http://www.sullamaca.it/musica/crass-e-stellanera/

In Italia l'offensiva politica contro il nucleare fu forte soprattutto nella prima metà degli anni 80. Venendo a fatti di rilevanza musicale legati al tema nucleare si possono rintracciare nelle cronache diversi concerti che molte band contribuirono ad inscenare (con ottimo fiancheggiamento di pubblico) per sollevare riflessioni o veri e propri sommovimenti militanti contro questo dirimente tema.
Restano agli annali in tal senso, due eventi particolari che ai fini del presente discorso segnarono questo tipo di impegno musical-politico. Il primo avvenne nel 1981 a Caorso, quando un coraggiosissimo concerto venne realizzato contro la locale centrale nucleare per la produzione di energia elettrica.
La centrale di Caorso era la più grande delle 4 che furono costruite in Italia fin dagli anni 60. Entrava proprio nell'81 in funzione e sollevò diverse preoccupazioni fra la popolazioni locali di quell'area (già negli anni precedenti c'erano stati i primi incidenti in alcune centrali di altri paesi occidentali, le rassicurazioni cominciavano ad avere meno presa..). Su quel palco si avvicendarono 4 punk band di fresca formazione del fermento musicale dell'alta Emilia: i No Jap (di Reggio Emilia, citati da Ferretti come punto di riferimento inziale anche per i CCCP..), i Requiem, i Not Moving (proprio in quell'occasione all'esordio su di un palco) e i Chelsea Hotel (con Tony Face alla batteria sia prima che dopo...). Una mini cronaca del fatto è rintracciabile qui, proprio sul blog di Antonio Bacciocchi: http://tonyface.blogspot.it/2013/02/la-storia-dei-not-moving-1981_17.html
Il secondo evento che mi piace citare si svolse a Torino nel 1983 e si intitolò semplicemente 'Rock Contro Il Nucleare'. Fu un riuscitissimo concerto a cui parteciparono diverse band punk/new wave del periodo e da cui fu tratto anche un film, realizzato da Steve della Casa (uno degli organizzatori). C'è un video (con degli estratti dal concerto dell'83) realizzato per comparare questo evento (perchè noi italiani abbiamo dovuto replicare un verdetto sul nucleare civile..) con l'analogo svoltosi, con altri protagonisti, nel 2008. Ecco il link per visionarlo: http://vimeo.com/3499222




Poi ovviamente ci furono anche altre manifestazioni con protagonista il rock anni 80 italiano a sostegno della battaglia contro il nucleare. Molti di questi eventi si verificarono a sostegno del referendum del 1987, che decretò il bando di questa opzione produttiva come strumento per creare molti rischi e poca occupazione e guadagno elettrico.
Il disastro di Chernobil dell'86 alimentò questo clima di impegno anti-nucleare e si tradusse anche nella musica di quegli anni. Moltissimi brani di band di quegli anni affrontano il tema atomico. Ed anche molti giovani presero spunto dal tema per scegliere addirittura i nomi da dare alle band.
Guardate questo video con un giovanissimo Stefano Benni che mise sù una band proprio per sostenere (ironicamente) la campagna anti-nucleare (il pezzo dei suoi Uranium è grandioso poi!):


Ovviamente non soltanto il nucleare fu al centro dell'impegno political-musicale anni 80 (per tornare anche ad altri temi tanto cari anche ai Crass), si possono infatti rintracciare svariati contributi anche su altre campagne: l'animalismo, il vegetarianesimo, la difesa degli ecosistemi, il no alla vivisezione etc...
Non solo il punk associò alla sua musica l'impegno su questi temi, ma un'ampia platea di waver sostenne anche con ritmi meno estremi queste campagne.
Va infine detto, che difficilmente però tutte queste band, punk o new wave che fossero, assunsero i temi ambientalisti come unico o quasi esclusivo faro concettuale su cui basare la propria attività musical-ideologica. 
Soltanto una band mi viene in mente se devo citare un'esperienza che si vocò quasi totalmente ad una avanzata e quasi esclusiva 'azione' ambientalista...sto parlando dei protagonisti odierni dell'allegato sonoro...una band autentica icona dell'ecologismo in musica per buona parte degli anni 80 italiani...sto parlando degli....


INCONTROLLABILI SERPENTI




Gli Incontrollabili Serpenti incarnarono davvero questo connubio tra ambientalismo e musica rock anni 80, basta scorgere la tracklist dei loro brani su discogs per rendersene conto. Una band che fu davvero molto attiva nella seconda metà degli anni 80 (si formarono nell'85) e rappresentò anche, fino almeno agli inizi degli anni 90, una delle esperienze musicali più interessanti provenienti dalla città di Modena.
Le sorti del progetto videro diversi protagonisti avvicendarsi in qualità di elementi più o meno stabili. I due costanti motori della band furono Cristina Luppi (l'ottimissima vocalist della band) e Enrico degli Esposti (ottimo bassista, primo compositore e curatore dei testi della band ---> 'l'ideologo' degli Incontrollabili Serpenti si potrebbe dire...).
Per una disamina approfondita della loro interessante bio, vi rimando a queste 3 ottime fonti:

- la pagina wikipedia della band: http://it.wikipedia.org/wiki/Incontrollabili_Serpenti


- il vecchio sito altervista della band: http://www.serpenti.altervista.org/

 - e l'ottimo articolo con interessanti cenni biografici realizzato tempo fa dal curatore di pinzillacchere musicali: http://pinzillaccheremusicali.blogspot.it/2009/07/incontrollabili-serpenti-fortis-cadere.html
 
A parte i temi, decisivi per individuare loro come protagonisti dell'odierno allegato sonoro, è importante rilevare anche la qualità musicale che furono in grado di esprimere. Gli Incontrollabili Serpenti vanno infatti anche ricordati come ottima band musicale, formata da musicisti più che validi, capace di esprimere un sound davvero di pregevole caratura e a tratti anche molto sperimentale.


'Attenti All'Uomo' (1991)


Il disco che vi presento qui è il loro terzo a nome esclusivo Incontrollabili Serpenti e venne prodotto dalla River Nile Records nel 1991 dopo i due fortunati esordi vinilici dell'86 ('Extasi' - Hiara Records) e dell'88 ('Biancaneve e Gorbaciov' - CGD). . 
La loro proposta musicale si avvale in questo lavoro di diverse suggestioni diversamente wave (ma non solo): nei 10 brani, tutti di ottima foggia, si possono rintracciare accenni industriali (specie in alcune intro dei pezzi o in vari passaggi all'interno di una traccia), elettronica spinta (non EBM ma sicuramente power synth, come in 'Acqua Pulita'), neo-classica (come nella title-track ad esempio) o financo post-punk (come in 'When'). Un lavoro che sembra raggrumare armonicamente le influenze di gruppi come i Cocteau Twins, gli Einsturzende Neubauten, o dei padri del synthpop internazionale, il tutto arrangiato in una chiave davvero personale e convincente, che fa di questo lavoro un prodotto musicale davvero interessante (sempre a parere dello scrivente, sia chiaro..spero però ne converrete magari..).
Buon Ascolto...

Description of the record in english: today is presented here one of the last works from the italian wave band Incontrollabili Serpenti (Modena, Emilia Romagna region). A very good record produced in 1991 by the River Nile Records, a work where the band expresses a strong ecologist spirit (as in the previous and next works..) with suggestive italian lyrics (unfortunately for you !). The sound is a mix of different wave styles, bot not only: synthpop, light industrial (following the example of bands such Einsturzende Neubauten), dreampop, neo-classical, post-punk, acoustic ballads. A work really relaxing (but with some energetic passages too) and well inspired.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/CjwBCIZFce/Incontrollabili_Serpenti_1991.html

Un saluto sentito agli Incontrollabili Serpenti e a tutti voi, che spero non abbiate disprezzato troppo il tentativo di connessione musical-politico del presente post.


lunedì 21 aprile 2014

Caserta "Compilation" 1983



Sorpresa ! Sortita ravvicinata del blog ! Dal mio personale ovetto pasquale faccio uscire una compilation legata al post precedente...visto che ne ho fatto più volte cenno a questa selezione ho pensato che forse potevo provare a condividerla...ecco a voi Caserta ''Compilation''...

Introduzione e Tracklist...


CASERTA ''COMPILATION''



Come accennato in sede di ricognizione casertana, questa selezione di brani con artisti/gruppi della città Reg(gi)a fu realizzata nel 1983 dalla piccola casa di produzioni di Fausto Mesolella: La Mediterranea Records. Una piccola etichetta, che anche da questa encomiabile produzione, comincerà una discreta attività per i 3 anni successivi, rappresentando un piccolo-grande punto di riferimento per musicisti di ogni tipo, della tradizione musicale (anche rock) campana ma non solo. Darà inoltre l'occasione con i suoi studi di registrazione a tanti musicisti di incidere qualcosa e di fare jam sessions di assoluta qualità.

Caserta ''Compilation' fu prodotta su Lp nel 1983 e fu certamente (come ho già evidenziato più volte) un preziosissimo contributo per la promozione delle realtà musicali che erano attive in quegli anni a Caserta. Fu importante poi, ai fini dei discorsi di questo blog, per aver dato una prima chance produttiva a qualche band wave che aveva cominciato a rumoreggiare allora in città.
Ovviamente nella selezione sono presenti varie cose e documentano anche l'attività di progetti e gruppi che erano attivi a Caserta ma che non facevano rock wave.

Andiamo però nel dettaglio della tracklist...


Le Band / I Progetti Musicali nella Compilation



01. MAX GAUDIO - 'Crepuscolo'

Si inizia con un brano di Dario 'Big Max' Gaudio, apprezzato chitarrista di Caserta che proprio nei primi anni 80 cominciava a muovere i suoi primi passi. Interessante il brano proposto: una breve sortita acustica in un apprezzabilissimo stile neo-folk dal sapore mediterraneo.

02. TRUCK'S TRACK - 'New World'


In seconda posizione, nell'ordine di selezione, abbiamo un brano proposto dai Truck's Track, il primo già in odore di new wave. I Truck's Track nacquero su iniziativa di Nicola Ferrara proprio per partecipare alla presente compilation. Soltanto nel 1985 si sarebbe poi riconcretizzato il progetto sempre sotto la regia di Ferrara. Il pezzo qui proposto risente di varie influenze, ma certamente il funky e la new wave non erano estranei ai componenti di questa prima formazione. Esecuzione briosa e apprezzabile.

03. ANTONIO MALERBE OPERAIO - 'Cruises'

Lello Panico

Il terzo brano in lista fu portato in dote dagli Antonio Malerbe Operaio, uno dei primi gruppi animati dall'ottimo chitarrista Lello Panico (oggi uno dei migliori jazzisti campani). Gli Antonio Malerbe Operaio furono attivi fra la fine dei 70 e i primi anni 80 in quel di Caserta e furono certamente una delle realtà prog di rilievo in grado di strappare lusinghieri apprezzamenti in città ma anche nel circondario campano dell'epoca. Il pezzo presente in compilation è del tutto strumentale e tenta una piacevole escursione in una perfetta chiave fusion (tra jazz e prog quindi).

04. UGO PANCALDI - 'Trattame'

Altro artista centrale della scena casertana di fine anni 70. Sul tubo si trovano due brani composti nel 1979 eseguiti in un interessante stile prog: '43 Chili di Felicità' e 'Old Chap' (credo ricompresi in un 45 giri a suo nome, dove fu coadiuvato nell'esecuzione agli strumenti da Fausto Mesolella). Il brano presente in Caserta ''Compilation'' è un'interessante canzoncina (specie per l'epoca) che si discosta nettamente dai suoi lavori precedenti. La traccia proposta, 'Trattame', sembra decisamente sostenuta da un ritmo new wave (minimal synth direi) e risulta interessante perchè in un certo qualmodo sembra anticipare quanto avrebbero proposto una decina di anni dopo i 99 Posse (che citazione mi direte!). Con un cantato dialettale della zona, questa carina canzoncina affronta il tema dello sfruttamento lavorativo in una piacevole chiave pienamente ironica.

05. PAPOMBE JAIA - 'Track Line'


Formazione attiva ad inizio anni 80, originariamente dedita ad un hard rock tipicamente anni 80. Proprio quasi in coincidenza della compilation virarono verso sonorità più new wave (grazie anche all'innesto di nuovi elementi). Nella compilation partecipano con una traccia molto energetica (forse quella che mi piace di più, dopo quella degli One Hundred Club..ma anche altri brani meritano assai), il sound sembra non molto distante da quanto i DEVO proponevano in quegli anni. Già dal 1983 avrebbero cambiato nome in Stage. C'è una loro scheda su Caserta Musica, per chi volesse approfondirli: http://www.casertamusica.com/rubriche/musicisti/PAPOMBE-STAGE/PAPOMBE_JAJA.htm

 06. A3C - 'Solo Con Te'


Gli A3C (acronimo di Alto Controllo Caserta Centro) parteciparono a Caserta Compilation con questo piccolo e gradevole brano wave (rilassante e scanzonato): 'Solo Con Te'. Come esplicitato nella loro scheda tecnica (che vi invito ad accedere da qui: http://www.casertamusica.com/rubriche/musicisti/A3C/a3c.htm ), proposero per quest'occasione un sound diverso da quello che successivamente avrebbero tentato di portare avanti (provando a seguire le orme dei Kiss..). Complessivamente un pezzo orecchiabile.

07. AVION TRAVEL - 'Barbara'


Come accennato in precedenza, a questa compilation gli Avion Travel arrivarono in un momento di evoluzione stilistica decisiva. Nello studio di Mesolella registrarono già da questa occasione in poi una serie brani in italiano molto inclini a quello che sarebbe stato il loro sound per buona parte degli anni 80. Un sound che li avrebbe portati a calcare (con le loro doti di scena) diversi prestigiosi palchi e a vincere la prima edizione di Sanremo Rock nel 1987. Col brano 'Barbara', presente in questa compilation, troviamo già uno dei primi esempi del gradevole synthpop mediterraneo che avrebbe portato così tanta fortuna alla band in questi anni.

08. ORZO - 'Reggimi il fono in mano'

Ecco un brano di una band (o progetto solista?) di cui non so nulla e di cui non riesco a trovare niente in rete (il nome non aiuta..). 'Reggimi il Fono in Mano' inizia il lato B della raccolta e scorre gradevolmente tra scanzonati ritmi caraibici.

09. FAUSTO MESOLELLA - 'Reporter'


In nona posizione troviamo un brano composto dal produttore stesso di Caserta ''Compilation'': Fausto Mesolella. Un brano decisamente interessante, che si avvale dell'inserimento piuttosto avanguardistico per l'anno, di un suono campionato di una macchina da scrivere (che fa da sottofondo a tutta la traccia). Un brano impegnato che narra alcuni pensieri in libertà di un reporter di guerra. Il pezzo termina con un parrossistico finale quasi industrial, ma nello sviluppo puo' definirsi più avant-prog.

10. LELLO SANTONICOLA - 'Louise'

Decimo conferimento musicale in selezione è del cantautore Lello Santonicola, coadiuvato nel pezzo da Lello Panico e Vittorio Remino. Un pezzo tra blues e jazz, vagamente wave.

11. 100 CLUB - 'Stake'

100 Club live nel 1984

Con l'ultimo brano tipicamente wave della compilation ritroviamo i 100 Club. Trattasi in pratica del primo reperto sonoro di questa ottima band casertana (già disaminata qualche giorno fa sulle colonne di questo blog, leggasi il cenno biografico esposto in precedenza in caso..). 'Stake' non si discosta poi tanto nel ritmo rispetto a quella versione presente anche nel demo allegato al post precedente. Soltanto i protagonisti dell'esecuzione furono diversi: alla voce c'erà già Daniele Landolfi, ma agli strumenti possiamo trovare altri musicisti originari del progetto. Un brano davvero bello, tra viscerali pulsioni di nervosa no wave e aggressivi riff post-punk. Ottimo il cantato di Landolfi.

12. PEPPE CIRILLO - 'Ti preferivo femmina'


Dopo gli One Hundred Club, troviamo un altro cantautore casertano, Peppe Cirillo. Anch'egli qui alle prime armi. Il brano si inserisce nella più dignitosa tradizione del cantautorato italiano di matrice anni 70. Potete saperne qualcosa di più riguardo Peppe Cirillo consultando il suo sito personale (è ancora con merito in attività !): http://www.peppecirillo.it/

13. PIETRO CONDORELLI - 'Just a friends jam'


Penultimo brano di selezione affidato ad una jam session guidata dal noto jazzista Pietro Condorelli, ai tempi anch'esso agli inizi. Ecco la sua scheda su Caserta Musica: http://www.casertamusica.com/rubriche/musicisti/Condorelli/Condorelli.htm
Il brano presente in questa selezione si fa ben ascoltare, grazie anche a delle pregevoli suggestioni fusion e avant-prog.

14. FABIO SALZANO - 'Pezzi di Ghiaccio'

Chiusura di compilation affidata ad un brioso e breve walzerino jazzato composto dal brillante musicista Fabio Salzano, coadiuvato nell'esecuzione -molto probabilmente- da un suo ensamble.

Complessivamente un'ottima compilation, tutta da ascoltare credo...Buon Inizio di Settimana !

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Description of the compilation in english: today a copy on mp3 of a rare Lp selection from the city of Caserta. A compilation produced in 1983 by the musician Fausto Mesolella, with the best musical projects of the period from this nice city (South of Italy). Different styles are present in the tracklist: 01. Max Gaudio --> 'Crepuscolo' (neo-folk); 02 Truck's Track --> 'New World' (jazz/funky wave); 03. Antonio Malerbe Operaio --> 'Cruises' (Prog Fusion); 04. Ugo Pancaldi --> 'Trattame' (minimal synth with dialectal lyrics); 05. Papombe Jaia --> 'Track Line' (hard new wave in a DEVO style); 06. A3C --> 'Solo Con Te' (pop wave); 07. Avion Travel --> 'Barbara' (mediterranean synthpop); 08. Orzo --> 'Reggimi il fono in mano' (world music); 09. Fausto Mesolella --> 'Reporter' (prog songwriter); 10. Lello Santonicola --> 'Louise' (prog songwriter); 11. 100 Club --> 'Stake' (no wave/post-punk); 12. Peppe Cirlillo --> 'Ti preferivo femmina' (acoustic songwriter); 13. Pietro Condorelli --> 'Just a Friends Jam' (jazz rock); 14. Fabio Salzano --> 'Pezzi di Ghiaccio' (jazz rock with a little wave scent).

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/wxKRxY1Eba/VA_Caserta_Comp_1983.html


Un saluto a tutti i musicisti casertani che vi presero parte e che animarono quella mitica stagione musicale.





venerdì 18 aprile 2014

Caserta in Wave & 100 Club




Rieccoci, dopo i 'bagordi' di un'influenza torno a raccontare qualcosa e a condividere qualcosa...
Già sul mio letto di ventura pensavo fosse venuto il tempo di una tappa ricognitiva a Caserta...una scenetta rock 80, dico subito, alquanto suggestiva e ben organizzata...

Procediamo col piccolo mio contributo divulgativo, al meglio delle mie possibilità...



Genesi di un Movimento Casertano & Avion Travel


Come per altre scene, specie del Sud, le difficoltà per il verificarsi di condizioni favorevoli al dipanarsi di un fiorire di esperienze di nuovo rock italiano, furono molte. Solite mancanze di spazi e strutture, latitanza di persone disposte a sostenere sonorità nuove...Al Sud e a Caserta fare musica alternativa era difficile (è ancora difficile? -domanda retorica-), perchè i mezzi economici erano minori (la punk wave era aspirazione per gioventù incazzosa e proletaria..più che altro..), perchè forte qui è sempre stata la musica tradizionale popolare, perchè certi 'fenomeni sociali' osteggiavano il ribellismo (anche e solo in musica)... Eppure anche qui, quasi per magia mi vien da dire (ma dietro questa battuta c'erano ovviamente delle volontà ben precise ed umane), si originò qualcosa di sorprendente.
Sul finire dei 70 un fermento di cultura alternativa fece da apripista anche al sorgere di un nuovo rock italiano anche a Caserta (molto mediterraneo si puo' già dire).

Nel 77 Toni Servillo fondava il gruppo post-avanguardista Teatro Studio che avrebbe fatto da culla ad una delle prime esperienze musicali new wave di rilievo a Caserta: gli Avion Travel.


gli Avion Travel

Questa band oggi decisamente famosa nel panorama della musica leggera italiana fu agli inizi una delle prime band wave casertane più seminali e fin quasi da subito osannate. Il cantante, Beppe Servillo, cominciò a muovere i primi passi su di un palco proprio prestandosi ad alcune performances negli spettacoli organizzati in seno alla compagnia teatrale del fratello.
Queste esperienze, già svoltesi sul finire dei 70, avrebbero consentito a Peppe e ad altri giovani (anche ad altri due futuri Avion) di poter maturare una vocazione espressiva preziosa.
Intanto, compatibilmente a questo fermento (più di carattere culturale), sorgevano le prime piccole (pittoresche?) formazioni punk, con grande protagonista un giovanissimo Agostino di Scipio. Lo stesso che avrebbe sorretto le sorti degli Avion Travel assieme a Peppe Servillo almeno fino alla metà degli anni 80.
Gli Avion Travel partirono come gruppo stabile dal 1980 e si decisero band per partecipare ad un contest musicale cittadino dell'ottobre di quell'anno, organizzato da Radio Città Futura (grande emittente casertana di quegli anni che sobillò parecchia nuova musica ---> un'sperienza anche questa fondamentale, ai fini del nostro discorso). 
Che sound proponevano già in questo primo esordio gli Avion Travel? Beh, la prima parte della carriera di questa band è pienamente new wave come si è già detto, gli stilemi di riferimento furono all'altezza di una grande metropoli mi vien da dire: la No Wave e il jazz nervoso vagamente punk (alla Lounge Lizards e DNA) principalmente. 
Andando rapidi: nell'81 gli Avion Travel ebbero nuovo successo sempre al Teatro Comunale (altro evento organizzato da Radio Città Futura..); nell'82 la band iniziò poi a suonare frequentemente in diverse rassegne musicali a Napoli (allora nei grandi lazzi della voluminosa vesuwave) e a dividere il palco anche con band del calibro dei Bisca. 
A questo punto scattò per gli Avion Travel anche un'evoluzione musicale e di stile (nel vero senso della parola). Toni Servillo, fan primo della band, contribuì al successo della band suggerendo agli Avion Travel  atteggiamenti teatrali da assumere sul palco durante i concerti ---> una cosa piuttosto inedita per i tempi. Grande protagonista gestuale e mimico fu certamente già da allora il cantante Peppe (Servillo). 
E' in questa nuova fase che gli Avion iniziano anche a registrare le prime cose (anche per soundtrack teatrali) e ad adottare strumentazione elettronica, approdando pian piano ad un synthpop dai forti sapori mediterranei.
Da qui sarebbe partita quella lunga carriera che non si è ancora interrotta...di cui però sottolineo gli esordi perchè fu certamente una sorta di detonatore per future esperienze in musica per diversi giovani casertani di allora. Già dai primi anni 80 infatti sorsero altre band di 'nuovo rock' che ben si inserirono nel contesto musicale della città italica con la più sfavillante Reggia mediterranea.
Grande protagonista del fiancheggiamento anche di queste nuove esperienze musicali fu ad inizio anni 80 anche Fausto Mesolella...


Mesolella fra i 70 e gli 80 era considerato uno dei migliori chitarristi casertani (lo è ancora oggi, non sia mai il contrario!) e in quegli anni suonava in una formazione di rock progressivo: i Mediterranea. Con questa band raccolse il testimone di altre formazioni prog precedenti (L'Alchimista e Antonio Malerbe Operaio) e con le sue iniziative produttive fece da chioccia per alcune prime formazioni wave casertane.
Col suo studio di registrazione e la sua piccola etichetta (la Mediterranea Records) firmò nel 1983 una produzione artistica oggi di culto: 'Caserta Compilation'. Una raccolta oggi assunta al rango di mito (al sud una produzione simile fu iniziativa più unica che rara), che fece il punto sulle esperienze più interessanti che erano attive in quegli anni in città: fra cui anche alcune band new wave cittadine (per l'appunto !). Ovviamente parteciparono con un brano anche gli Avion Travel, di cui Mesolella sarebbe diventato di lì a breve il nuovo chitarrista.

 Ottimi Esempi di Nuovo Rock Casertano

Dopo questa disamina introduttiva sugli inizi, per passare a una mini rassegna di alcuni progetti di wave casertana anni 80 (decisamente significativa!) non posso che avverlermi e far pubblicità ad un ottimo sito web nel quale mi sono imbattuto diverso tempo fa: Caserta Musica & Arte.
E' qui infatti che si trova un mirabilissimo archivio informativo sulle attività di rilievo che furono (e che sono) attive nel bel calderone musicale di questa città.
Per quanto mi riguarda (e per quanto riguarda i fini di questo blog) io vi rimando alle pagine dedicate alle band più attinenti al concetto di 'nuovo rock italiano' (come si usava dire allora):

Spengripp:  http://www.casertamusica.com/rubriche/musicisti/Spengripp/spengripp.htm

Mental Movie (con influenze anche darkwave): http://www.casertamusica.com/rubriche/musicisti/MentalMovie/MentalMovie.htm

Truck's Track (anche loro in 'Caserta Compilation', funky wave e jazz rock): http://www.casertamusica.com/rubriche/musicisti/TrucksTrack/TrucksTrack.html


Joints Rock Band (wave anche dark con alcuni pezzi sul tubo..): http://www.casertamusica.com/rubriche/musicisti/JointsRockBand/JRBand.htm


Aldifuori delle preziosissime schede inserite su questo sito vi segnalo poi anche le esperienze de i Diagramma (con dentro lo stesso Lucio Torre che avrebbe fondato successivamente la Joints Rock Band..), i Papombe Jaia (autori di una wave alla DEVO ad inizio anni 80, presenti con un brano su 'Caserta Compilation') e soprattutto l'esperienza di quella che fu -senza forse- (dopo gli Avion Travel) la band new wave casertana più nota nel panorama nazionale delle musica alternativa di quegli anni...i protagonisti dell'allegato sonoro odierno.......i..............


100 CLUB

formaz. 1986

I 100 Club nacquero quasi per caso nell'ottobre 82 quando Agostino di Scipio (già negli Avion Travel) assieme a Nicola di Caprio decise di organizzare una band per un'esibizione punk in piena regola. I due reclutarono Daniele Landolfi (uno dei primi integerrimi punk casertani) ed Emilio di Donato (allora già coinvolto e futuro animatore di tanti progetti musicali casertani diversamente rock ma anche wave --> un'altra figura cardine della scena 80 casertana si potrebbe dire..). 
Dopo questa dirompente esibizione i 4 furono incoraggiati a continuare, ma da lì il discorso proseguì andando avanti a sprazzi e con cambi di line up. 
Nel 1983 furono comunque invitati da Fausto Mesolella a registrare un brano anche loro per Caserta Compilation. Per l'occasione subentrò al posto di Di Scipio, Massimo Pieri.
Il progetto sopravvisse successivamente in una chiave alquanto episodica, almeno fino al 1986, anno un cui si stabilizzò la prima duratura formazione stabile: Daniele Landolfi voce, Sergio Buzzone batteria, Davide del Vaglio basso e Massimo Pieri chitarra.
Da qui decollò veramente l'esperienza dei 100 Club, i 4 così assemblati riusciranno infatti a calcare diversi palchi (soprattutto fuori Caserta) e ad incidere finalmente qualcosa di loro e di significativo.
Nell'87 entrano nell'orbita Energeia (la già citata etichetta napoletana) che lì coopterà per una delle sue prime compilation: 'Colori Incontaminati' (la band conferirà qui 6 ottimi brani). Nell'89 suonano anche a Berlino (mica da tutti ehhh!) e producono il loro primo disco Ep ('Uomo Qualunque', sempre Energeia). 
Sul finire degli anni 80 comincia a prevalere nel sound della band (ad inizio vocata ad un punk/post-punk molto viscerale) una forte tendenza elettronica che lì porterà in contatto con certi ambienti musicali del periodo. Nel 91 grazie al proficuo contatto coi fiorentini Pankow (vera icona in quegli anni dell'EBM europeo) maturarono il periodo di maggior successo arrivando a produrre due dischi nel 1992 con la Contempo Records: 'Are You Beat Too?' (12'') e 'Vacant' (Cd, scaricabile su lastfm: http://www.lastfm.it/music/100+Club/Vacant ).
Purtroppo dopo questa apparente consacrazione e l'idea di un tour europeo di supporto ai Pankow, con già in lavorazione un altro disco nel 1993, i 100 Club interruppero la loro attività.
Fortunatamente il progetto ha in tempi recenti ripreso slancio, dal 2012 infatti una nuova line up ha ripreso a fare live e a proporre vecchia e nuova musica! Qui potete seguirne e sostenerne le gesta: https://www.facebook.com/hundredclub

'One Hundred Club (Demo 1986)'

Il lavoro che vi propongo qui è una cassetta autoprodotta dalla prima formazione stabile 100 Club (segnalata in foto sopra, quella dell'86). Purtroppo niente copertina questa volta, solo 4 ottimi brani, registrati alla meglio con un'ottima perizia tecnica e compositiva.
Questo demo risulta decisamente interessante e testimonia l'originalità di un gruppo del c.d. meridione che faceva musica rock alternativa dall'assoluto valore internazionale, in grado di mescolare con maestria vari stili tipicamente wave. 
Il lavoro ha una base prettamente post-punk, su cui si innestano le varie influenze (molto disparate) che appertenevano a ciascun elemento della band di allora. Possiamo imbatterci in questa mini-cassettina, composta di 4 brani, in passaggi già molto elettronici (alla New Order --> quindi synthpop, come in 'The Slothful Plateau') o in escursioni di inquieto punkwave alla Pil (quasi no wave, come in 'Stake' --> un brano già prodotto nel 1983 per 'Caserta Compilation').
Un lavoretto che si lascia ben ascoltare e che ho cercato di pulire al meglio (purtroppo sempre di demo si tratta). Spero potrete apprezzare, Buon Ascolto.


Description of the tape in english: here today a very enjoyable and unfortunately little work from the southern italian wave band 100 Club (from Caserta, Campania region). 4 tracks really interesting produced in 1986, played with a well groumed mix of influences: post-punk and electro-rock principally. The band was very famous in italy in the early 90s as one of the best italian example of appreciable EBM (2 records in 1992 with the florentine label Contempo Records). They disbanded when they were ready to make another record and an international tour with the electro-band Pankow. Today they are back with a new line up and a new energy, here where to find contacts and follow the band: https://www.facebook.com/hundredclub


Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/HkYO4QDNba/100_Club_demo1986.html

Un ringraziamento a Gabriele per il conferimento di questo piccolo cadeau in formato mp3 e un augurio di fortunata perseveranza ai redividi One Hundred Club.

Saluti.