giovedì 27 febbraio 2014

Napoli Wave Promotion & Panoramics



Rieccoci ! quest'oggi ho pensato (spero bene) di avventurarmi per un'altra volta (dopo Firenze) in una grande città di questa piccola/grande penisola piena di problemi...il titolo del post non mente: Simmo a Napule Paisà ! Accomodatevi, che in calce troverete anche un piccolo cadeau sonoro abbastanza nuovo per il web ufficiale..che dite? Ve lo prendete senza leggere il post l'ottimo regaluccio (almeno io li ritengo tale), beh ci sta', è il rischio del blog...

Io avrei piacere di tratteggiare questa storia oggi...

Di che cosa potevo parlare per cominciare ad avventurarmi nella complessissima situazione musicale di questa incredibile città nel periodo che più riguarda questo blog??? Io, sommessamente, ho pensato di partire dalla peculiarità in cui mi sono imbattuto in sede di ricerche ---> nello specifico: dai modi in cui la (nuova) scena musicale napoletana tentò di promuoversi negli anni 80. E dove risiedeva la peculiarità mi osserverete subito? In che cosa la scena napoletana differiva rispetto ai modi di promuoversi delle altre scene rock 80 nazionali? Beh diciamo col dire che fu l'unico movimento che si trovò un marchio (un vero brend !) ben preciso, che molti di voi lettori più datati avran sentito nominare all'epoca, un vero titolo descrittivo della galassia musicale che brulicava in città in quegli anni: il famoso termine 'vesuwave'.


LA VESUWAVE

Va subito detto che per il sottoscritto trattasi di un termine piuttosto ingannevole, non puntava infatti a rappresentare (come ci si aspetterebbe maggiormente oggi) soltanto il movimento rock wave che sorse a Napoli in quei tumultuosi anni 80, questo veniva invece utilizzato fondamentalmente per accumunare band o progetti musicali che cercavano di rinnovare la musica napoletana in quel periodo. Ecco che quindi anche i sopravvissuti alla stagione del progressive (tipo James Senese, Tullio de Piscopo, Tony Esposito etc..) ancora in arte e in evoluzione (strizzando anch'essi un occhettino alla new wave, ma neanche più di tanto) cercavano di portare avanti (con anche discreto ed ottimo successo) la loro carriera affiancando (e anche mettendo un po' in ombra a volte) quanto di autenticamente nuovo si affacciava in città (i gruppi new wave propriamente detti ad esempio).

Mi verrebbe da dire in prima battuta che la vesuwave fu un fermento musicale molto composito, attivo negli anni 80 con il motto: tutti insieme appassionatamente ! Anche se in reltà fu così soltanto in parte (molti infatti restarono ai margini..).
Ora dirò subito che non ho niente contro i legami osmotici fra compagini musicali di diversa ispirazione stilistica, la reciproca contaminazione di genere puo' sempre rappresentare una richezza (e di sicuro anche per Napoli questo fu), il problema sorge (come accadde qui) quando non si sviluppano iniziative espressamente dedicate alla promozione di un preciso sound, che ha bisogno di fidelizzare un pubblico, di trovare un giro di etichette, di ricevere un 'amore' più specifico. Questo mancò un po', a parere mio, al movimento new wave napoletano, specie e soprattutto all'inizio.

Ad ogni modo questi big della canzone napoletana (citati sopra), che comunque rispetto alla solita tradizione musicale di Napoli avevano comunque innovato, si adoperarono (a volte come veri e propri mecenati) per aiutare molti gruppi tipicamente wave che si formarono in quegli anni. Il caso più emblematico è quello che riguarda l'attività che fu portata avanti proprio in tal senso da un altro grande della canzone napoletana di quegli anni, che non ho citato prima non a caso (per introdurne meglio il ruolo ora no...): Pino Daniele.

Pino Daniele fu certamente il personaggio (fra i big della nuova canzone napoletana di allora) che si adoperò di più per promuovere qualche band new wave napoletana. Con la sua etichetta Bagaria s.r.l. e i suoi studios di Formia oltre ad autoprodursi degli album come solista fece anche da chioccia per qualche gruppo wave di quegli anni.
L'apporto più importante che Pino Daniele diede ai fini di quest'opera di sostentamento è la sua partecipazione decisiva alla realizzazione del film low-badget 'Blues Metropolitano' di Salvatore Piscicelli (prodotto da Claudio Bonivento).


Blues Metropolitano



Il film uscì nel 1985 e va menzionato più che per la sua storia (comunque intrisa di tematiche sociali, trattate con capacità attoriali un po' improvvisate ---> un cult movie 'carino') per il ruolo divulgativo che seppe incarnare per la promozione di qualche realtà solida della scena musicale napoletana degli anni 80 (non solo wave però). Nel film infatti, nel dipanarsi degli eventi narrati, vengono ripresi dei concerti (a cui il protagonista Tony va ad assistere, sempre in mezzo ai suoi vari casini) realizzati per l'occasione proprio per promuovere qualche protagonista musicale di allora, noti e meno noti (e qui sta il grande merito di questa pellicola). Tra i meno noti troviamo tra le scene del film  formazioni prettamente wave quali gli Anthra, Little Italy (con un giovane Daniele Sepe all'opera), 666 e R.A.D.I.O. . Tutte formazioni discretamente interessanti che animarono la prima wave napoletana.
Fu Pino Daniele che produsse con la sua Bagaria l'omonimo Lp soundtrack (oggi difficilmente reperibile) in cui confluirono alcuni brani di tutte le realtà musicali che vennero coinvolte nella realizzazione del film. Questa fu certamente un'occasione importante per le band new wave di Blues Metropolitano per sperimentare (anche per la prima volta) la registrazione in studio di loro materiale sonoro assieme a navigati musicisti (nel disco ci sono anche Tony Esposito, De Piscopo, gli Ascenn' di Senese -progetto funky vagamente wave post Napoli Centrale- e lo stesso Pino Daniele).


Il Doc 'Vesuwave'

Se col film Blues Metropolitano abbiamo un'idea di quell'amalgama musicale che tentavo di spiegare sopra, il termine Vesuwave puo' però essere direttamente associato ad un'altra inziativa editoriale di quegli anni, non solo promozionale ma attentamente indagatoria. Un vero e proprio documentario insomma che venne prodotto nel 1986 da Dino Luglio (con come titolo proprio Vesuwave) e che credo al tempo venne passato anche sulle reti Rai. Io ve ne consiglio la visione, è totalmente fruibile sul canale you tube dello stesso Luglio: http://www.youtube.com/playlist?list=PLB902A2CF54BEE705 . Ovviamente, visto che ripercorre un decennio di musica (dal 76 all'86) le parti più interessanti per i waver duri e puri sono le ultime 3. E' una bella tastimonianza anche della movida cittadina che vigeva in quegli anni a Napoli (credo piuttosto rimpianta).
Di commento a questo Doc vi consiglio anche la lettura di questo breve articoletto su Freak Out Magazine: http://www.freakoutmagazine.it/12-01-2014/freak-tv/54135/vesuwave-riflessioni-anni-80-sul-fenomeno-musicale-partenopeo-non-cosi-diverso-da-oggi/


Altre Produzioni e Promozioni

Oltre alle iniziative di cui sopra esistevano a Napoli anche realtà produttive decisamente dedicate alla new wave. La più importante per quanto riguarda la prima parte del decennio 80 fu certamente la Bausongs di Arturo Petrucciano, che produsse tra gli altri: i Walhalla, i Bisca (una super band della wave sorta all'ombra del Vesuvio), i Little Italy, i 666, i Paranoja (che però erano di Benevento) etc.. La Bausongs organizzò (nel 1984) anche una rassegna itinerante per locali napoletani con band della sua scuderia proprio intitolata Vesuwave 2 (il 2 stava ad indicare la volontà di un rifacimento in proprio di iniziative esclusivamente napoletane non sfruttate da terzi, fuori dal movimento partenopeo). Poi da ricordare è la Blue Angel Records, con all'attivo un'ottima compilation del 1986 che fece il punto sulle compagini wave campane più interessanti del periodo. Sul finire degli anni 80 un grosso ruolo lo avrebbero avuto anche il centro sociale Tien 'A Ment (vera fucina di registrazioni che sarebbero poi andate in auto-produzione per molte realtà diversamente punk wave/alternative rock della città) e l'etichetta Energeia di Davide Morgera (e altri) che avrebbe fatto un gran lavoro (soprattutto nel corso degli anni 90) con la parte più dark del movimento rock wave napoletano (e non solo). Dell'Energeia mi riservo di parlare (meglio) più avanti, magari con un post ad hoc. Ora invece è tempo di giungere ai protagonisti dell'allegato sonoro (ho scritto già molto !) legati in qualche modo alla Bausongs, che infatti produsse loro un mini-dischetto in coabitazione con i Degrado (altra ottima band napoletana)...sto parlando dei.......................




PANORAMICS




I Panoramics sembrano essere una delle band new wave napoletane che hanno goduto di maggior visibilità negli anni 80, grazie soprattutto alle loro indubbie doti musicali (io stravedo per loro). Fecero alcuni dischi ed ebbero addirittura estimatori autorevoli che fecero far loro diverse comparsate televisive: pensate ad Arbore che lì invitò a Quelli della Notte (c'è un video al riguardo su you tube...). 
La band ruotò intorno alle apprezzabilissime doti canore di Sandro Dionisio e al sax alto di Alfonso Moscato (gli unici che saranno nella band dal primo all'ultimo anno di attività --> 82-91). Per una precisa ricostruzione delle vicende Panoramics vi rimando alla loro pagina wikipedia, che potete raggiungere da qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Panoramics . Aggiungo solo, a mo' di definizione complessiva della loro musica, che si trattò di una parabola musicale piuttosto articolata, tra pulsioni mediterranee (ma anche world music) e riproducimenti in chiave personale di stilemi tipicamente wave.


'Songs From The Floating World'

Io qui vi presento uno dei loro primi demo tape (purtroppo giuntomi senza copertina) che è certamente fra le prime realizzazioni della band e che documenta la loro prima fase musicale ---> Piuttosto oscuretta mi vien subito da dire (vedasi anche la foto sopra con una delle prime formazioni della band per scorgere citazioni palesemente Dada a corollario di questa mia cristallina impressione..).
Il demo è del 1985 e si compone di 9 tracce. Vi sono alternati sia testi  in italiano che in inglese (a testimonianza di una certa versatilità metrico-compositiva della band). Il sound invece oscilla tra ballate malinconiche (pop decadente si potrebbe dire, se non dark) e briose sparate wave (molto post-punk anche, come in 'Vischio'). Non mancano poi anche molti inserimenti jazz (specie soprattutto grazie all'uso del sax) e alla world music ('Estrellita' -qui in prima versione rispetto alle altre della band che sarebbero seguite- ha un andazzo molto caraibico). I padri ispiratori del progetto Panoramics sembrano qui essere anche dei maestri del synthpop, tra cui soprattutto i Simple Minds (che mi pare di annusare qua e là durante tutto il lavoro). Una cassettina squisita che spero gradirete (nonostante alcuni leggeri stridori che si devono alla qualità del demo, che ho sistemato come ho meglio potuto)...buon ascolto !

Description of the tape in english: the work presented here today is one of the first demos made by the wave band Panoramics (Naples 1982-1991). 9 tracks of decadent pop wave (maybe in a Simple Minds style) with some post-punk passages (especially in the movemented song 'Vischio'). Not so bad the suggestive jazz and world music explorations (as in 'Estrellita' or 'News From The Floating World'). A very good work with an unclear dark scent (maybe thanks to the often cold voice of the singer, Sandro Dionisio?).

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/LKORHQ5Kba/Panoramics_demo1985.html

Consueti ringraziamenti a F.d.P. per la condivisione e un augurio per un ritorno dei Panoramics (in qualsiasi modo !)

Saluti.




venerdì 21 febbraio 2014

Garage Italia & Boohoos



Signor(in)i e Signor(in)e ben (ri)trovati, puntatina ruvida del blog quest'oggi..in occasione dell'evento Sanremo ho pensato di parlare in musica di qualcosa (e poi di condividere qualcosa..) di diametralmente opposto alle 'proposte musicali' in scena nella rassegna festivalistica più famosa (e seguita?) del bel paese..ho pensato di parlare profanamente/superficialmente e succintamente di garage italiano -specie di quello anni 80- per arrivare a giustificare l'allegato sonoro odierno...

Come vedete mi è venuta voglia di una deviazione dai temi prettamente punk/wave, ma trattasi veramente di deviazione? Vediamo...



GARAGE / ITALIA

Il genere manco a dirlo nasce e si evolve nel mondo musicale anglosassone: quasi in contemporanea in America (negli States -grazie anche al contributo del surf- e in Canada) e nel Regno Unito (dove farà scuola e furore tra il 64 e il 66).

Per garage cosa si intende? Difficile definire fino al midollo un genere (meglio ascoltarlo...), di certo è stato uno dei primi stili rock, ed uno dei primi sicuramente a definirsi propriamente aggressive e ribellistico (assieme alle frange più estreme e 'grunge' dei primi rockabilly, simil teppisti per i benpensanti del tempo anche loro). Ritmi scarni e svelti, brani perlopiù corti, formazioni ridotte all'assenziale (due chitarre, una voce e una batteria), testi spregiudicati. Nella metà dei 60 il fenomeno assunse rilevanza e venne definito come british invasion dalla stampa dell'epoca (spesso e irriducibilmente associato al beat). Si iniziò ad usare il termine Mod per definire quegli 'integralisti' (o fan sfegatati del genere) che adottavano questo tipo di musica anche come stile di vita (con un certo vestiario -molto british appunto!- e un certo atteggiamento anti-conformista).

Per una carrellata (anche un po' incompleta) di nomi che fecero scuola vi rimando a questa pagina wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Garage_rock

In Italia in quegli anni qualcuno seppe agganciarsi bene a questo nuovo universo musicale. Certo le compagini a preminenza garage non furono tantissime, il numero di quelle più beat pop rock fu soverchiante. Formazioni con forti accenti garage in cui mi sono imbattuto sono i Corvi (da citarsi senonaltro per la loro hit totalmente garage 'Ragazzo di Strada'), i Club 76, i Jaguars, i Chewing Gum etc. Solo per fare qualche nome...
Sentite qua questo pezzo dei Ranger Sound (poi Ragazzi dai Capelli Verdi) se non vi pare già quasi punk (il punk!! Negli anni 60??!?!?---> ma i prodromi del punk da dove pensavate che venissero?..dal garage prevalentemente, no?..dirò meglio in seguito però..):



Sul finire degli anni 60 il garage cominciò a mescolarsi anche con la psichedelia, purtroppo anche qui con pochissimi esempi in Italia...da lì a breve si sarebbe aperta, anche nel bel paese, la lunga pagina del progressive rock (con protagonisti assoluti del genere anche italiani).


Il Punk e il Revival Garage / Italia


Come molti ben sanno il 77 fu l'anno dell'esplosione punk in Inghilterra, anche qui con antefatti americani: soprattutto tra Detroit (con Stooges, MC5) e New York (Ramones, Patti Smith). In questi paesi un buon numero di band già prima della fatidica data avevano continuato a sviluppare e ravanare intorno ai rudimenti del garage mentre tutti gli altri rocker inseguivano il rock psychedelico (Pink Floyd, Hendrix), l'art rock (Zappa), il prog (con tutte le sue varie scuole) e l'hard rock (Led Zeppelin, Black Sabbath).
Che cos'è infatti il punk se non un'estremizzazione stilistica del garage? Certo cambia il cantato e tutto diventa più violento, ma nel garage ci sono in nuce i due concetti base del punk: brevità ed efficacia. Non dico niente di nuovo credo...
Questo discorso comunque mi serve soltanto per arrivare al punto (il revival) e chiudere un cerchio (il garage punk).
Se in Italia e nel mondo si macinò punk (e poi tanto post-punk wave, che però già era un'altra cosa..) fino a portarlo al parrossismo massimo con l'hardcore, lo si deve alla tenacia di alcuni garage rockers. E quando l'onda del punk venne un po' a noia ecco che molti di quegli stessi ragazzi vocati inizialmente e quasi esclusivamente al verbo dei Clash/Pistols/Crass decisero di tornare/riscoprire/attualizzare il garage per continuare a fare musica aggressiva ed indigesta per il mainstream musicale. 
Avvenne così quindi che dopo i primi e (non tutti) folkloristici esempi di 'punk 77' italiano (piuttosto traslato nel biennio 78-79) e la sfuriata della prima valanga hardcore (arrestatasi in Italia intorno all'82-84) molti scelsero il revival garage per continuare a fare rock alternativo con ammirevole dedizione. 

Riassumendo (con impressioni del sottoscritto): il garage revivalistico degli anni 80 sorse un po' per superare il semplice refrain punk, un po' per scostarsi dall'abbuffata di suoni sintetici e un po' per andare incontro ad una rinnovata esigenza di rock più classico (più classicamente strumentale si puo' dir meglio).
Nacquero tantissime band, soprattutto intorno alla metà degli anni 80 e molte esperienze durarono e si originarono anche nei primi anni 90 (un patrimonio che sarebbe stato utile anche all'alternative rock e al britpop successivo).
Primi esempi di attualizzazione revivalistica del garage si hanno in Italia già dai primi anni 80: mi vengono in mente i Blind Alley di Restagno (R.I.P.), i già visti (nel blog) Not Moving o gli Schwartz of Galiorka (milanesi post-The Gags che mescolarono garage-acid rock inizio anni 70 col post-punk, gli Sparks italiani !). Scorrettamente non cito altri (e senza dubbio ce ne furono..). Il fenomeno prese comunque il largo intorno alla metà degli anni 80.

Nello stivale, come in altre parti, il garage (collegato e innervato anche ad un nobile revival quasi esclusivamente beat -tipo quello de Gli Avvoltoi-) si fuse con vari generi e stili: significativi i filoni che mescolarono il garage col post-punk (Impulsive Youths, Magic Potion, Allison Run), con la psychedelia (Joe Perrino & The Mellowtones, Technicolour Dream, No Strange, Effervescent Elephants, etc), col blues (Peter Sellers & The Hollywood Party), col country/folk (Out of Time), con lo ska (Statuto e Bag One).
Il sottoscritto in particolare ha un debole per il garage punk più nudo e crudo (il più essenziale), che fu portato avanti da varie band un po' ovunque: The Sick Rose (Torino), Psychomotor Pluck (Siena), Lokomotive Dragster (Prato), Fun House (ancora Siena), Polvere di Pinguino (Carrara) etc...
Sarebbe estenuante cercare di stilare una lista completa delle band che strizzarono gli occhietti al garage negli anni 80...è stata indubbiamente una grande stagione del rock italiano, questo lo si puo' affermare con assoluta certezza.
Spero potrò tornarci sopra presentando altre cassettine del genere..per ora ne condivido una...di una band che si basò sul garage (beh certo!) e che al contempo seppe anche spaziare molto...una band che ebbe anche un discreto successo negli anni 80 (non da hit parade, certo..)...sto parlando dei....


BOOHOOS




I Boohoos sono stati forse la band più famosa del rock pesarese anni 80. I componenti di questa formazione venivano tutti da precedenti esperienze importanti dell'underground musicale di questa paciosa zona italica: due venivano dal breve corso de i Cani (gruppo punk hardcore che produsse un mini dischetto nel 1984, oggi di culto..) e gli altri dal giro dei vari progetti portati avanti dal mefistotelico Paul Chain (con anch'egli nel primo periodo della band). Per un cenno biografico più completo vi rimando alla loro pagina wikipedia:  http://it.wikipedia.org/wiki/Boohoos .
A me interessa qui rilevarne l'originalità nel contesto del revival garage anni 80 e presentarvi l'allegato sonoro.

Lo Stile: i Boohoos vanno certamente annoverati nel panorama revivalistico come uno dei rari e riusciti casi di commistione fra generi molto vari tra loro. Furono in pratica una miscela tra il garage (già lo sappiamo, direte ormai voi..), il glam rock (questo l'accostamento più inusuale, il glam in Italia non sfondò mai) e varie altre pulsioni, anche post-punk e hard rock (sempre ben inglobate). 
La loro musica risultava spesso ruvida e sporca, da Dirty Disco direbbero i Section 25 ! Senza tanti fronzoli sparavano i loro decibel inserendo organetti, tastierine e estratti sonori da b-movie dell'epoca (a testimonianza di una goliardia insita negli umori della band, piuttosto orrifica direi: Paul Chain influì abbastanza nelle prime escursioni sonore..).
Un incrocio tra Stooges, New York Dolls, Radio Birdman e Screaming Jay Hawkins..con tante citazioni qua e là (anche blues! mi son scordato di dire sopra). Sono la band del c.d. garage revival italiano che più si avvicinò (parere mio) come sound a quello che proponevano i più volte citati Not Moving (una versione più glam e rude se vogliamo). Un paragone che magari azzardo anche per quell'aria piuttosto maledetta che si portavano dietro anche i Boohoos...

Il Demo: il lavoro presentato qui è il loro primo, del 1986, e si intitola come la traccia ivi contenuta: 'Bloody Mary'. Vi sono incisi 7 brani di puro rock'n'roll ! (la mia risposta all'insipidezza di Sanremo di cui sopra !). Un brano in particolare puo' essere definito più post-punk ('Meet Us...', dove però il cantato è più alla MC5, specie nel finale), gli altri sono cavalcate garage piuttosto svelte (ad eccezione dell'ottima 'Freedom', decisamente darkeggiante e più lenta direi). Un lavoro che passa rapido all'ascolto e di cui i Boohoos si sarebbero avvalsi per iniziare a far girare la loro musica.
Anche da qui sarebbero partiti per arrivare a conquistarsi una certa notorietà nel circuito del rock underground italiano della seconda metà degli anni 80. Dopo questo demo infatti sarebbero venuti 3 dischi con la Electric Eye Records di Claudio Sorge e tanti concerti in giro per l'Italia. Recentemente (nel 2008) è stata prodotta una collection con i loro migliori brani dalla Spittle Records ('Here Comes The Hoo').
Qui intanto vi beccate le loro prime ruspanti incisioni...

Description of the tape in english: today a work of the Boohoos, a rude glam/punk rock band from Pesaro (second half of the 80s). A Tape ('Bloody Mary' 1986) shared to present the most oppositive style respect from what we are seeing on the tv (not me), here in Italy, in this week: the Sanremo's Festival, the oldier musical contest in Italy for the same usual mainstream music. This is the first demo of the band: a pure mix of energy with a lot of garage punk, post-punk rhythms (not so much this time) e other different influences (a bit dark, especially in the song 'Freedom').

Please Enjoy.


http://www.4shared.com/zip/U2YJE66Kce/Boohoos_demo1986.html

Un grazie a F.d.P. per la condivisione e tanti lerci saluti spirituali a tutti, in particolare ai fantastici Boohoos.

Buon Sanremo a Tutti !



sabato 15 febbraio 2014

Caciucco Punk Wave & Passiflora




Ben (ri)trovati ! Il blog quest'oggi si rifà tour operator ! e vi propone un giretto nei luoghi legati alla pietanza che vedete ribollire in sede di titolo..a che posto legate il caciucco? Molti di voi, specialmente i cucinieri, avranno già capito...si và a Livorno !! E dintorni...

Partiamo....

Livorno col bel porticciuolo, Livorno la rossa, l'anarchica, la scorbutica...Livorno la punk--> ehh si ! Anche punk...fu anche qui infatti che si originarono delle prime esperienze punk di rilievo, e queste furono anche tra le prime anche nel più generale consesso italiano. Due i nomi attivi sul finire degli anni 70: i Mal di Testa e gli Young Visionaries.
Di queste due compagini purtroppo si sa' poco (e durarono poco), di certo da qui sarebbe sorta la prima punk band importante nella città di Livorno: i Traumatic !


TRAUMATIC



L'esperienza dei Traumatic parte nel 1979 e sarà attiva, passando per alcuni cambi di formazione, fino all'82 (molto spesso in versione terzetto, come in foto) lasciando in città una bella scia di movimento (oltre che di carica ribellistica..). Il leader carismatico della formazione era Tony Rat Mancini (proveniente dai Mal di Testa), un soggetto ancora oggi parecchio vulcanico, che all'epoca fu in grado di legare i Traumatic al più generale fermento punk/hardcore del granducato (affratellando in particolar modo la sua band con quella dei pisani CCM di Dome la Muerte). 
In città e in zona assieme ai Violent Cocks (poi U9) generarono anche alcuni 'disordini' che furono stigmatizzati dalla stampa del periodo.
Stilisticamente i Traumatic spaziarono molto (dal punk più 77 all'hardcore, passando per i primi refrain post-punk) e proprio per questo vanno segnalati come uno dei progetti musicali primigenei più significativi nel quadro della punk wave livornese. Vi consiglio di trovare/ascoltare il loro album antologico registrato nel 1998 ma pubblicato da Area Pirata nel 2005.
Una coda del discorso Traumatic si ebbe anche nella seconda metà degli anni 80 prima come Invisible Band (band garage punk con ancora Tony Rat alla voce e Rob Turchi al basso) e poi ancora col nome Traumatic sul finire degli anni 80 e inzio anni 90 per qualche nuova esibizione.
Per un ragguaglio maggiore sulla storia di questa band vi rimando alla loro pagina facebook: https://it-it.facebook.com/pages/TRAUMATIC-PUNK/184804261573086


La Wave Livornese


Di nomi di rilievo anche in questa scena, a partire dai primi anni 80, ce ne furono diversi. In rapida successione: The Gam Ones (con un concerto al mitico Suburbia di Perugia nell'84), i Tube Screamer (dei fratelli Brilli e Enrico Lucarelli, appassionati dei Police), i Blues Harbour, gli Acid Rain, i Videogames, gli Uncertain Smile (contesi fra Pietrasanta e Forte dei Marmi), i Tulsa Road (vincitori della rassegna Livorno Rock 1990) e i Les Bijoux (band attiva sul finire degli anni 80 con un dischetto all'attivo, di un certo Bobo Rondelli..). Giusto per ricordarne qualcuno...
La compagine più suggestiva (almeno per il sottoscritto) che segnò la prima wave livornese furono i Delta Tau X (sotto in foto).

DELTA TAU X


La band dei Delta Tau X fu attiva tra l'80 e l'86 e fu incentrata principalmente sulle capacità compositive e canore di Luca Faggella. Attorno al progetto e agli strumenti si alternarono comunque vari elementi che contribuirono al buon nome di questa big band (che stranamente ancora nessuno ha pensato bene di ri-mandare alle stampe, visto che all'epoca non riuscirono ad andare oltre la pubblicazione di qualche ottima tape). Lo stile dei Delta Tau X era davvero notevole, svariava tra post-punk (a volte molto cold) e dark synthpop, passando per punte estremamente goth rock..piena e grandiosa darkwave quindi !
Potete saperne di più (e ascoltare qualcosa) consultando la loro pagina facebook:  https://www.facebook.com/pages/Delta-Tau-Chi/428255280596167 

Un breve cenno (prima dell'allegato sonoro..) ad una mini scena un po' a parte...quella di Piombino..
Qui infatti erano attive due altre significative band: i Lucky Strike & Co e -soprattutto- i Limbo.


 LUCKY STRIKE & CO.



Dei primi si trovano poche informazioni in rete, rappresentarono comunque l'anima più impegnata della città-fabbrica di Piombino (con una delle acciaierie più grandi d'Europa). Questa la formazione: Massimo Panicucci (principale animatore del progetto, al piano e tastiere), Pino Bertelli (testi), Giovanni Talò sax, Sergio Grandi chitarra, Silvio Bertuccio piano, Donatella Salvestrini voce, Ugo Fidanzi batteria, Sauro Casalini basso. Il sound di questo gruppo era molto sui generis, fondamentalmente avant-prog e pop rock sperimentale (con retrogusti swing). I testi erano fortemente politicizzati e decisamente sovversivi. Furono in grado di fare un bel disco con l'etichetta bolognese Totò alla Prese Coi Dischi: 'Labbra Rosse' (Lp 1986). Sarebbe una band da riscoprire, se non fosse che il loro disco è pressochè introvabile oggi..


LIMBO




I limbo sono certamente la band più longeva e di maggior 'successo' (sempre di rock underground si parla..) di derivazione d'area livornese. Principale protagonista del progetto è stato/è il piombinese Gianluca Becuzzi, che dall'84 ad oggi ha fatto di questa band (assieme ai molti succedutisi agli strumenti) una vera icona del movimento darkwave internazionale.
Partiti goth rock approderanno ben presto ad un techno-industrial di esplosiva dinamicità, che li porterà prima ad essere associati alla scena fiorentina (grazie anche all'osmosi che si creò con i Pankow, di cui Becuzzi diventerà anche cantante nel 96) e poi a far parlare di se' (anche con tour concertistici) in mezza Europa. Dal primo demo self-titled del 1984 faranno parecchia strada e parecchi dischi (vedere discogs per credere..). Una band che non scopro di sicuro io...

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Eccoci infine ai protagonisti dell'odierno allegato sonoro, una band che magari qualcuno già conoscerà e che al tempo fu certamente una realtà musicale di indiscusso valore...sto parlando degli ottimi....................



PASSIFLORA





I Passiflora nascono a Cecina (una cittadina al centro della provincia livornese con propaggine rivierasca) intorno alla metà degli anni 80, partendo da un’idea dei fratelli Borghesi.
La prima formazione della band oltre alla presenza di Marco e di Riccardo Borghesi (rispettivamente alla chitarra e al basso) vedeva la partecipazione di Gabriele Santini alle tastiere, Edoardo Marraffa al sax, Sergio Vinci alla batteria e Cristina Pantaleone come vocalist.

Il sound della band è collocabile in un ambito di sperimentazione wave. La base ritmica è spesso ispirata ad un post-punk di chiara origine anglosassone, su cui si innnervano suggestioni di malinconico jazz (grazie soprattutto all’ausilio del brillante sax di Marraffa) che contribuiscono a creare atmosfere di rara sensibilità darkwave.

Dopo le prime auto-produzioni (il primo demo del 1985 e un 7 pollici nell'87 a titolo 'Statica') riusciranno dapprima ad entrare nell'orbita della label napoletana Energeia (con cui faranno uscire la cassetta 'Sacrificio', con già Bianca Rossi come nuova vocalist) e poi (dopo altri demo) a realizzare il loro unico disco per etichetta con la Hax ('Qualcosa Dovrebbe Cambiare' - 1991).

Il lost demo che vi presento qui (e che non figura neanche nella tapegrafia/discografia segnalata su Estatica:  http://www.estatica.it/it/musica/passiflora/discografia ) è presumibilmente del primo periodo della band (forse 87). L'ho sistemato come meglio ho potuto (vi assicuro che è stato davvero difficile ripulirlo, e il sottoscritto non ha certo uno studio di registrazione..): il mio intento è di tramandarlo perchè di questa band purtroppo non si trova molto da ascoltare (come per i Delta Tau X, niente ristampe ancora). Purtroppo per una comprensione piena dei testi vi devo rimandare ad altri e più fortunati ritrovamenti sonori della band (la voce -di Cristina Pantaleone- risulta spesso poco comprensibile, specie nei due brani d'apertura). Cercando qua e là, anche sul tubo, potrete sicuramente trovare qualche brano della band registrato meglio. Qui spero potrete gradire soprattutto la raffinata musica che erano in grado di proporre i Passiflora...

Description of the tape in english: today is here presented a lost demo of the avant-darkwave band Passiflora (from Cecina, Livorno district - Tuscany late 80s). The voices in the tracks (especially in the first 2 songs) are a bit compromised (i'm sorry ! the original master was a bit damaged here and there, i made what i was able to make). The sound of the band is a mix of different styles: post-punk & dark jazz principally with some electro additions. Great band, maybe more appreciable in 'Sacrificio' (7'' self-produced - 1987) and 'Statica' (tape Energeia 1988). 

Please Enjoy.

http://www.4shared.com/zip/aay22Cnlce/Passiflora_demo.html

Un ringraziamento a F.d.P. per la condivisione e ai Passiflora per l'interessante esperienza musicale che han saputo creare nel più pregiato filone dell'underground musicale italiano anni 80.

Saluti.



sabato 8 febbraio 2014

Fare Musica & Indipendenti 84





Heilà, niente giretti geografici quest'oggi (ce ne saranno altri, tranquilli), mi andava di condividere una compilation questa volta...

INDIPENDENTI '84



La compilation in questione, come avete già visto campeggiare in sede di titolo del post, è Indipendenti '84. Si tratta di una selezione su cassetta dei gruppi/progetti solisti migliori (almeno per la giuria che era insediata per tale occasione) che parteciparono alla rassegna intitolata per l'appunto Indipendenti, che venne promossa (credo per la prima volta) in quell'anno dalla rivista Fare Musica.
Si, quella stessa Fare Musica (per chi già la conosce) crogliolo di tante iniziative tra gli anni 80 e i primi 90.

Fare Musica era fondamentalmente un mensile, che andava molto forte negli anni 80 (ma anche nei primi anni 90) e che faceva 'concorrenza' ai vari Buscadero, Rockerilla, Ciao 2001 e compagnia bella. Molti di voi (in special modo voi lettori 'stagionati') avranno anche avuto il piacere di feticizzare questa rivista.
Fare Musica comunque non mandava fuori soltanto pagine piene di buon inchiostro, si occupava anche di promuovere band attraverso eventi, produceva album (una vera etichetta indipendente insomma) ed  organizzava contest per realtà musicali emergenti o fino ad allora marginali. La rivista spaziava molto tra vari stili musicali, parlava un po' di tutto quello che poteva avere dignità in musica (molto rock anche, e per quanto ci interessa qui, molto rock wave negli anni 80). Parlava anche di un po' tutto quello che ruotava intorno al mondo musica. Provava insomma un po' a Fare cultura musicale a modo suo (a volte anche criticabile, specie quando sosteneva cose troppo pop, principalmente era pop intelligente per fortuna, come quello che troverete anche nella compilation).

Ad Indipendenti 84 parteciparono parecchie band, non soltanto i nomi che potete già scorgere in copertina. Le selezioni dei partecipanti avvenivano a suon di esibizioni sul palco e soltanto i finalisti avevano diritto ad incidere dei brani per l'agognata compilation celebrativa dell'evento. Un clichè, quello della selezione pro-compilation finale, molto adottato nelle rassegne musicali per band/progetti emergenti negli anni 80.

Andando ad analizzare chi finì nella tracklist della presente compilation si puo' in prima battuta affermare che di certo non ci furono grandi preclusioni stilistiche di sorta, come sarà poi nelle successive edizioni di Indipendenti. Le rassegne di Fare Musica seppero certamente valorizzare gruppi o progetti appartenenti a stili molto diversi tra loro (le opportunità si davano un po' a tutti insomma, certo i generi un po' estremi -vedasi l'hardcore e l'heavy metal- non risultavano molto digeribili anche per questi contesti).
Niente a che vedere ad ogni modo con le melasse di propaganda musical(politica) 'valorizzatrici' di talent da addomesticare per comparsate tv o sagre di paese...
La voce di Fare Musica continua tutt'oggi a riverberarsi nell'etere grazie ad una pagina facebook, che vi consiglio di consultare magari partendo dal primo post in cui vi si compie una critica di quel che sono oggi le 'scuole della musica':  https://www.facebook.com/notes/faremusica/scuole-per-faremusica/80100716711
Giusto per esplicitare quali sono tuttora le filosofie di quei protagonisti che cercavano anche allora di combinare qualcosa di positivo nel campo della musica.


Le Band / I Progetti Musicali nella Compilation


01 - GO FLAMINGO!


La tracklist comincia coi Go Flamingo! ...poche presentazioni per loro: ottima band di Ferrara, autrice di un post-punk grintoso e capace di trascinare (il brano inserito, 'Time', descrive benissimo il loro stile). Sono tornati attivi da un po' di anni, ci sanno ancora fare alla grande. Qui per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/goflamingo.band/info

02 - OFFICINA MUSICALE

Il secondo brano è una scanzonata composizione synthpop, abbastanza gradevole direi, un pezzo ben curato (certo non per darkettoni). Su questa band zero informazioni in rete. Io però ! Ho forse capito di che progetto si tratta notando questo nome nell'elenco di band new wave italiane stilato nel doc inchiesta 'Speciale Onda' che comparve nel 1984 sulla rivista Frigidaire (altra grande rivista molto in voga negli anni 80 che mi son scordato di annoverare prima). Che siano gli stessi Officina Musicale? Io ne sono quasi certo..e voi? Ben vengano contributi al riguardo. La formazione segnalata su Frigidaire era la seguente: Maurizio Prati basso, Maurizio La Macchia batteria, Giuseppe Ianno chitarra, Roberto Spezzani chitarra, Rino Iannella tastiere, Pierino Giglioni sax, Sandro Pelli voce.

03 - ANDREA LUCIANI



Terzo in lista un brano dell'allora quasi esordiente cantautore romano Andrea Luciani. Giancarlo Susanna, già incontrato nel precedente post, ne parla così nel sito personale dello stesso Luciani http://www.andrealuciani.com/music.html .
Un brano suggestivo che rimanda la mente ad una certa Tracy Chapman (almeno questa è la mia impressione...). Il folk acustico è qui il genere di riferimento principale.

04 - THE BIRDMEN OF ALKATRAZ



Altro gruppetto interessante nella selezione sono in quarta griglia i Birdmen of Alkatraz di Pisa, una compagine alfiere in quegli anni del rock psychedelico attualizzato in una chiave più moderna, rispetto ai prodromi del genere col beat e primo prog anni 60-70. 
Il brano è una piacevole galoppatina country-psych sospinta anche da un ritmo vagamente post-punk (soprattutto per merito della batteria).

05 - PLEIN AIR

Anche qui zero info. Io credo siano gli stessi siciliani che ho trovato citati a più riprese in varie fonti che ho trovato (di Palermo?), ma magari mi sbaglio. Pezzo fondamentalmente synthpop direi, gioioso.

06 - INTELLIGENCE DEPT.


Di questa band invece si sa' fortunatamente parecchio. Trattasi di una delle migliori band minimal wave/synthpop degli anni 80 italiani, molto apprezzata già all'epoca e tornata di recente in auge anche per merito di alcune riuscite compilation di questi anni. 
Sono anche loro di recente tornati a suonare on stage per la gioia di vecchi e nuovi fan. Qui potete seguirne i movimenti e consultare qualche loro memorabilia: https://www.facebook.com/pages/Intelligence-Dept/175839655789442
Il brano selezionato per questa compilation ha il titolo riportato male in copertina, per esteso andrebbe corretto in 'Anger Inside' (come ho corretto io in sede di link). Un gran bel pezzo ultra valorizzato dalla splendida voce di Susanna Zanchi, proprio in quell'anno entrata nella band e già in ottima sintonia nelle suggestive trame orchestrate dagli altri elementi del gruppo: Stefano “Dedo” Panzera (basso), Gian Paolo di Federico (tastiere), Davide Carlotti (sax, synth).

07 - 26 & ANDREA TICH



Altro cantautore in lista, Andrea Tich. Un cantautore piuttosto sui generis in questo caso. Qui coadiuvato da un fantomatico '26' (che si tratti del synthesizer autore del sincopato ritmo elettro del brano?) e alle prese con un tema avanguardistico: l'Amore Digitale. Davvero avanti il Tich...vi consiglio di visitare il suo sito personale, anche per prender visione di quanto da lui fatto in una discretamente lunga carriera underground: http://www.tich.it/
Poi se avete voglia, cercate di ascoltarvi il suo geniale album d'esordio 'Masturbati' (non certo un autore per chierichetti)...davvero una figura originale nel panorama musicale italiano.

08 - MONODROMA



Bel gruppetto wave dell'underground romano questo dei Monodroma. Qui in una chiave più poppeggiante del solito (rispetto ai miei di loro altri ascolti), il brano è comunque carino con gradevoli trame synth e un buon testo. Conto di condividere qualcosa dei Monodroma in futuro. Così ne parlerò più diffusamente...

09 - KARNAK


Ecco un gruppo che mi entusiasma della Firenze anni 80, un gruppo che ingiustamente non viene annoverato troppo spesso quando si parla di new wave fiorentina. I Karnak non lasciarono troppe tracce sonore è vero, ma seppero esprimersi lungo pregevoli sentieri, piena darkwave s'intende ! però con grandi varianze di stile nel repertorio: dal post-punk al goth rock, passando per escursioni no wave fino al rock acustico.
Il brano contenuto in Indipendenti 84 è un'assoluta perla, dura poco ma è capace di trascinare in un mondo malinconico denso di dolce spleen romantico (merito dell'ottimo inserto violinistico di Sonia Butini? non solo dai...ascoltatelo bene questo brano..l'insieme è fantastico). Per una loro esaustiva storia vi rimando a Pinzillacchere Musicali: http://pinzillaccheremusicali.blogspot.it/2011/01/k-r-n-k-entita-nascoste.html

10 - MARCELLO BONO



Il penultimo brano è decisamente interessante per l'originalità del sound. E' del musicista Marcello Bono, di cui si trovano diverse informazioni curiosando in rete. Un appassionato musicista di antichi strumenti della tradizione musicale di diversi paesi. E' segnalato come uno dei migliori musicisti italiani della ghironda (che cos'è ghironda? leggete come ho fatto io, qui: http://www.ghironda.com/rubriche/ghironda.htm ) e la suona decisamente bene, ci sono due sue esecuzioni sul tubo, anche qui, per chi volesse, link: http://www.youtube.com/user/TheMarcelloBono/videos
Il brano proposto nella presente compilation non credo sia tutto merito suo, dietro l'esecuzione sembra esserci l'apporto di un bravo synthesizer (o faceva tutto lui?). Altro bel pezzo tutto da ascoltare, tra ambient/neo-folk e synthpop.

11 - MASSIMO SANTANTONIO



Ultimo brano in lista è di un altro musicista solista: Massimo Santantonio. Anche a riguardo suo, fortunatamente, diverse informazioni in rete, qui si ricostruisce bene la sua attività pregressa e attuale http://digilander.libero.it/alfre55/covo/musica%20amici/canzoni_amici_massimo%20santantonio1.htm . Trattasi principalmente di un appassionato ed esecutore (con recupero critico) di musica medievale. La sua traccia proposta in questa selezione passa lievemente e piacevolmente, come un valzerino ( ! ) malinconico (non senza atmosfere new wave). Un ottimo finale per questa giostra musicale..

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Una compilation ben assortita e decisamente variegata quindi, che andrà incontro (si spera) ai diversi gusti musicali...

Description of the tape compilation in english: selection with some tracks of the Indipendenti 84 musical contest (Fare Musica Records). All the songs are made by the winners of this musical festival. Great variety of styles: post-punk (Go Flamingo!), acoustic post-punk (Karnak --> into the Durutti Column direction), a lot of synthpop (the best -i.m.o.- from Intelligence Dep.) and neo-folk (Marcello Bono and Massimo Santantonio).

Please Enjoy.

http://www.4shared.com/zip/eQBTQO-ice/Indipendenti_84.html

Il presente post lo dedico ovviamente a tutti coloro che seppero portare avanti il discorso Fare Musica. Un ringraziamento poi, in conclusione, a F.d.P. per la condivisione.

Saluti.


venerdì 31 gennaio 2014

L'Onda Sabina e i Neogrigio





Benvenuti a questo nuovo post: luogo di destinazione 'Rieti', data umana 'Venerdì 31 gennaio 2014'.

Rieti ! Ma che bella cittadina e che placida provincia...tra monti e colline qualcosa di ottimo e di pregevole si originò anche qui: prima qualche esperienza punk (la più rimarchevole una) e poi ottima new wave (a forti spinte avant-dark-wave). Come sempre, procediamo con ordine...

La regione Lazio si compone di 5 province: Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti...no ! non sto facendo una lezione di geografia, menziono le province per un preciso motivo: da una mia prima (approfondita?!) disamina del calderone wave della regione Lazio mi è risultata proprio Rieti come seconda realtà musicale negli anni 80 per rilievo di lascito sonoro e per rilevanza produttiva (indovinate qual'era la prima per entrambi gli ambiti...). E Rieti non conta(va) milioni di abitanti...orgoglio sabino quindi, per una scena davvero interessante...


Da dove partire? Ah Ecco !!


JOYSTICK



I JoyStick  rapprasentano certamente l'esperienza primigenea più importante nel contesto della parabola punk/wave reatina. 
Partiti già nel 1979, faranno conoscere, per tutti i primi anni 80, con grande perizia e un'intensa attività live, il punk e la new wave ai loro giovani concittadini (e anche fuori del giro reatino). 
La formazione era così originariamente composta: Francesco Dominici (alias Colle) voce e batteria, Antonio Tozzi (alias ‘Ntozzi) basso, Domenico Angelucci (alias Arturo) chitarra e cori, Andrea Milo Santoprete (alias Totippo) tastiere. La loro migliore stagione partirà dall'83 con l'inserimento di Paolo Campanelli (alias il Totem) al posto di Antonio Tozzi (partito militare) e Gian Luca Ravaioli (alias Gnappa) alla seconda chitarra e cori. 
Purtroppo non ho notizia di lasciati sonori, ma di sicuro ve ne saranno stati. Di certo furono una frizzante esperienza musicale, che fu davvero significativa non soltanto per il movimento che creò a Rieti e zona annessa ma anche per i progetti che sarebbero sorti successivamente al loro primo sbandamento (intorno alla metà degli anni 80). Parlo di primo sbandamento perchè nell'inverno del 2012 i JoyStick son tornati sorprendentemente assieme per ricalcare il palco: perchè il rock'n'roll never die ! - parole loro -
Questa la loro pagina facebook: https://www.facebook.com/are.joystick.back

 Un evviva ai JoyStick ! Ed un evviva anche a quanto ne seguì dopo quei primi anni di attività...



La New Wave Reatina


Se certamente di band ne sorsero anche in contemporanea all'attività dei JoyStick (e per una suggestiva ricostruzione di altre gesta vi rimando a questa gustosa pagina documentativa: http://calendari02007.spazioblog.it/page4/&thisy=&thism=&thisd= ) le più significative nacquero quando i JoyStick stavano per smettere una prima volta, anzi quando in particolare alcuni ex-JoyStick si misero in testa di voler continuare a fare ottima musica...

Domenico Angelucci e Paolo Campanelli al termine dei JoyStick diedero infatti vita al pregevolissimo (e purtroppo breve) discorso dei Future Memories ! Una band che vedeva, oltre che il Campanelli al basso e l'Angelucci alla chitarra, Francesco Petroni come vocalist/chitarrista e Paolo Dell’Uomo D’Arme come batterista.
Una band davvero mirabile che riuscì a produrre due ottimi lavori: il primo, e più importante, un disco self-titled con la Cave Canem di Pescara (ottimamente accolto dalla critica e dal pubblico 'underground' dell'epoca) e poi l'autoprodotta cassetta 'The Call of The Wild.'
Il sound messo insieme dai 4 era davvero di ottimo livello, grandioso post-punk mi vien da dire...purtroppo in rete si trovano poche tracce (anche sonore) di questa band (il cantante purtroppo è anche scomparso di recente, R.I.P.). Sul tubo si rintracciano questi due ottimi brani: http://www.youtube.com/watch?v=XLXa-Z6EgCU / http://www.youtube.com/watch?v=CUtoU0xOzRU Purtroppo non riesco ad allegare nessuno dei due video in pagina, appropinquatevi voi...


ENGEL DER VERNICHTUNG




Eccoci alla band più 'famosa' (almeno questo mi piace pensare) di tutta la wave reatina: gli Engel Der Vernichtung.
Il progetto parte come terzetto nell'85 e diventa quartetto sul finire degli anni 80; la formazione definitiva si comporrà così: Federico Festuccia voce e piano, Daniele Arisi tastiere, Roberto Feliciangeli voce/piano tastiere (questo il terzetto originario) e Paolo Campanelli basso (l'aggiunto successivamente, già JoyStick e Future Memories).
Gli Engel si inerpicarono lungo vie wave piuttosto originali e suggestive, spaziando tra sonorità dream pop (un po' alla Cocteau Twins e This Mortal Coil), ethereal (un po' alla Dead Can Dance), neo-folk, dark ambient, industrial (con gli Einsturzende Neubauten nel cuore) fino ad escursioni neo-classiche. Avant-Darkwave sostanzialmente e di ottimissima qualità. 
Fecero due straordinari dischi (entrambi con la romana Angel Records) e si avvalsero per le loro produzioni della collaborazione di diversi artisti/musicisti (la loro musica necessitava di numerosi apporti), tra gli altri: i violinisti Federico Celestini Fabrizio Riceputi e Valentina Mariani, la polistrumentista e vocalist Katya Sanna, il violoncellista Giuseppe Dolci, il suonatore di viole Marco Onofri, le vocalist Giulia Lippolis e Salima Balzerami.
All'epoca il gruppo fece soprattutto eco grazie al secondo lavoro ('Angeli in Polvere' - 1990) che rappresentò davvero una novità nel panorama musicale italiano, si trattava infatti più che di un lavoro esclusivamente sonoro, di un vero e proprio disco-libro. All'Lp veniva infatti associato una bella pubblicazione contenente le opere di 10 poeti allora contemporanei (ma sicuramente lo sono ancora oggi) e interventi di William Burroughs, Alberto Abruzzese, Michelangelo Bigli, Giancarlo de Cataldo, Fabrizio Desideri, Giancarlo Susanna, Francesco e Sara Italiani. Gli stessi brani del disco sono basati sui testi di questi letterati/pensatori/poeti. Un vero e proprio cofanetto culturale quindi, che riscuotè un discreto successo anche grazie a delle superlative 'rapprentazioni' teatrali con in scena gli ingredienti principali di questa pregevole opera: la musica e i versi (sul palco declamati tra gli altri anche dall'attore -ora anche conduttore tv- Pino Strabioli).
Per un opportuno approfondimento vi rimando a questa bella rassegna stampa dell'epoca, che trovate qui: 
Gli Engel dopo questi due dischi avrebbero dovuto uscire con un terzo lavoro, un lavoro però che non vide mai la luce per via della morte di Federico Festuccia (R.I.P.). Fortunatamente sono di recente tornati su disco grazie alla raccolta prodotta nel 2012 dall'etichetta indipendente OltreLaNebbiaIlMare, piena di inediti. Cercate ed ascoltateli...se non l'avete già fatto...

Bene, allegato sonoro ora..veniamo all'altra big band protagonista della wave reatina: i Novalia !
Ma come?!?!?!? Nel titolo c'è scritto Neogrigio !!...Tranquilli ! All'inizio i Novalia si chiamavano Neogrigio..........



NEOGRIGIO




Eh già, all'inizio i Novalia si chiamavano proprio così...indovinate un po' da dove presero il nome? Vi dice niente l'album Siberia dei Diaframma? Un brano contenuto in questa perla discografica del rock wave italiano si titola proprio così...
La breve storia dei Neogrigio: partono nel 1985 e a fondare il progetto sono Stefano Saletti e Raffaello Simeoni. Con loro saranno nel progetto iniziale Fabiana Manuelli suoni, Paolo Miatto chitarra, Federico Festuccia tastiere (poi, come già visto, negli Engel), Enzo Renda basso.
L'intento dei Neogrigio era quello di emulare quel sound darkeggiante che proveniva d'oltremanica, seguendo l'esempio anche di quanti in Italia provavano una rielaborazione riadattata in una chiave magari più mediterranea. 
Il primo live lo mettono a segno nell'autunno dello stesso anno al teatro Moderno di Rieti in apertura ai californiani Rain Parade. L'anno successivo producono il loro unico lavoro...


Invertite Il Senso della Rotazione (1986)





'Invertite Il Senso della Rotazione' è la cassetta protagonista dell'odierno inserto musicale. Un demo che ho pensato (spero bene) di condividere anche se la copia a me pervenuta in formato digitale non è delle migliori. Ho lavorato come meglio ho potuto per renderla fruibile, spero di aver raggiunto un buon risultato (volevo troppo tramandare questo reperto sonoro, davvero meritevole).
Il demo si compone di sette apprezzabili tracce sonore, tutte attinenti allo schema di un certo post-punk melodico che andava molto di voga allora. Il limite (ma anche il pregio se vogliamo) di questo lavoro è la più volte rintracciabile fedeltà alla linea musicale tracciata dai Diaframma. 
Questo lavoro comunque si lascia ben ascoltare per le ottime liriche (molto coldwave), i cantati sempre ben eseguiti e per il generale svolgimento musicale (a cui contribuiscono tutti gli strumentisti della band, ad eccezione di Fabiana Manuelli, assente nelle citazioni di copertina e nella foto condivisa sopra).
Questo lavoro verrà presentato nel corso della trasmissione radiofonica di Radio Rai Tre 'Un Certo Discorso', a cura di Giancarlo Susanna (lo stesso che collaborerà con gli Engel successivamente...quante connessioni della wave reatina con l'avanguardia culturale del periodo !!) e servirà a lanciare gli stessi musicisti che nell'87 diventeranno i Novalia. 
Un gruppo, quello dei Novalia, che non ha certo bisogno di molte presentazioni, una compagine che ha ricevuto nel suo periodo di attività parecchia attenzione e affetto, specie negli anni 90. 
Col nuovo nome gli stessi musicisti evolveranno il loro stile musicale, approdando a sonorità più avant-darkwave (tra ambient sognante -specie all'inizio- e neo-folk -soprattutto nella seconda parte di carriera, fino al 97) e riusciranno a produrre anche degli ottimi dischi. In rete si trovano diverse informazioni sulla loro sperimentazione musicale. Trovate molto sul loro sito ufficiale: http://www.novalia.it/novahome.htm
Qui per voi c'è la cassetta targata Neogrigio, tutta da ascoltare....

Description of the tape in english: Very good tape (with some acustic problems, i'm sorry) from the Neogrigio band (from Rieti, Lazio Region 1985-1986), well know in the next years as Novalia (a great dark-ambient/neo-folk project). A work totally based on melodic post-punk rhythms and colwave texts and voices (in a pure Diaframma style, the name of the band comes from one of the song of this group). 

Please Enjoy.

http://www.4shared.com/zip/yEwkY1mBba/Neogrigio_demo1986.html

Il presente scritto lo dedico a Deb e alla memoria dei due artisti nel frattempo scomparsi e protagonisti del post, i ringraziamenti vanno invece a F.d.P. per la condivisione e ai Novalia per quanto regalatoci in musica.

Saluti.

sabato 25 gennaio 2014

Piacenza Punk/Wave & Pedago Party





Hola!! Niente giri in Spagna però, che il saluto non vi confonda...si va a Piacenza quest'oggi...

Una bella scena wave, piena di interessanti e stuzzicanti progetti...
Procediamo a dipingere un quadretto prima della consueta presentazione dell'inserto sonoro...

A guardare bene il territorio piacentino (e prendetela una cartina cibernautica con la manina virtuale !, sempre nel caso che non vi sappiate orizzontare..) è una zona che si colloca proprio lì, lì nel mezzo dell'orlatura stivalica...un po' ai margini dell'Emilia Romagna, col Piemonte e la Lombardia a due passi, non distante dall'attivissima Toscana...fu in effetti una scena molto comunicativa con altri movimenti locali e certamente qualitativamente ben produttiva...qualche nome di band in rapida successione?

Io partirei dai La Pattona ! Che nome...e invece, che bel progettino primordiale della 'wave' piacentina fu...e anche se si trattò di un progetto di breve durata (78-81), fu certamente significativo (ad un loro concerto assistette anche un certo Steven Brown) e in grado di lasciare un segno (e derivazioni musicali importanti) nel contesto musicale oggetto di questo post.


i La Pattona con divisa d'ordinanza


La musica dei La Pattona era diversamente ispirata (rock in opposition, dumb art ed anche essenziale new wave del primo periodo -soprattutto DEVO e Talking Heads-) ma aveva un non so' che di molto originale, assai associabile a certe tendenze no wave che nello stesso periodo si stavano sviscerando a New York (Piacenza come Nuova York !). Ai posteri (noi, i nostri nipoti) han saputo tramandare un bel disco titolato Reclame, molto gustoso e da ascoltare munendosi di sano spirito goliardico.

Da questa esperienza sarebbero scaturiti in qualche modo e negli anni a seguire due progetti: gli A.T.R.O.X. e i Doubling Riders.


 A.T.R.O.X.



Gli A.T.R.O.X. sorsero immediatamente dopo la fine dell'esperienza dei La Pattona, ritroviamo infatti alcuni medesimi animatori di questo progetto, i fratelli Andreoni e Francesco Paladino, anche in questa nuova veste.
A differenza della precedente compagine però, scopo di questo gruppo sarà soprattutto quello di sperimentare in elettronica (un po' alla The Residents/Tuxedomoon per intenderci). Fecero al tempo due ottimi dischi e di recente son tornati in auge grazie ad una collection del 2011 ('Falls of Time') e all'inserimento di un loro brano nella compilation 'Mutazione' (Strut Records - 2013).


 THE DOUBLING RIDERS



I Doubling Riders invece nacquero all'inizio come progetto solista di Francesco Paladino nella metà degli anni 80. A lui ben presto si affiancarono nel tempo diversi musicisti e artisti di vario genere in qualità di collaboratori. Il terzetto stabile era composto oltre che da Paladino, da Pierluigi Andreoni (anche lui, come visto, già Pattona e A.T.R.O.X.) e Riccardo Sinigaglia (fantastico musicista avanguardista fin dai 70---> ecco il suo succoso sito http://www.riccardosinigaglia.com/ ).
Questo gruppo (peraltro molto attivo principalmente a Milano, dove era la loro etichetta di riferimento, la gloriosa ADN) rappresentò certamente la più alta vetta sperimentale (tra elettro-ambient e pulsioni neo-tribali) di matrice piacentina...

Per una dettagliata ricostruzione di questa sequela di progetti concatenati vi rimando a questa cronistoria redatta dallo stesso Paladino: http://www.francescopaladino.it/musica.htm

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Compatibilmente al dipanamento di questa serie di esperienze molto legate tra loro (soprattutto per i protagonisti che vi si profusero), è giunto ora il momento di ricordare quanto di altro si mosse in quel di Piacenza sin dalla fine degli anni 70.
Ergo quindi, ora, a cardine di un altro bel rametto del movimento punk wave piacentino il best of the best of the drummers italiaci (o quasi), l'ultra esperto musicista/musicologo Tony Face, alias Antonio Bacciocchi (---> visit please his personal site http://tonyface.blogspot.it/ ).
Perchè dico figura cardine? Facile, perchè mise lo zampino (con merito) in parecchi progetti musicali fin dai primordi della storia punk wave piacentina.
Partito prettamente punk coi Trash Overdose (prima punk band piacentina, fine anni 70), suona ottimo hardcore nei primi anni 80 coi Chelsea Hotel e si consacra mod e garage punker in tanti diversi progetti: fra tutti (e per quanto ci rigarda, per buona parte degli anni 80) nei superlativi Not Moving !


NOT MOVING



Dei Not Moving che c'è da dire...in verità molto, però in tanti ne hanno già scritto (vi ho già rimandato al sito di Tony Face dove c'è molta storia di questa band) e quindi per un sunto delle loro gesta vi rimando ulteriormente a questa esaustiva tribute page: http://bochesmalas.blogspot.it/2011/12/not-moving-tra-luce-e-tenebre.html
A me interessa evidenziare qui, dei Not Moving, che di certo furono il gruppo che ebbe maggior 'successo' di tutta la wave piacentina (non me ne vogliano gli altri protagonisti di questo post...che comunque facevano cose diverse); nel loro genere infatti, il garage rock a tinte dark (con ec-citazioni blues), dissero la loro non solo in Italia ma anche fuori dai confini nazionali. Sul suolo italico fecero da 'supporto' ai Clash, Johnny Thunders, Celibate Rifles, e poi tour all'estero...tanta roba insomma. The hypotetical God blesses the memory of the Not Moving quindi !

Questo per omaggiare anche io cotanta band...ora però, che resta da dire della wave piacentina? Ah ecco, che vi furono certamente altri protagonisti (come in tutte le ricognizioni dimenticherò qualcuno, anche per scarsità di fonti in rete), tra questi gli ottimi A Love Sound ad esempio (ottima compagine elettro) o i Babylon's Wall (post-punk)....ma anche e soprattutto -permettetemi !- un'altra big band (specie per me) che rappresentò forse l'anima più liberataria e multiforme di tutta la wave piasentina, the starrings of the present musical insert............................... i  .........


PEDAGO PARTY

foto della formazione più stabile


Eccoci qua, ecco i protagonisti dell'allegato sonoro, io li adoro, lo dico subito...così avrete modo di criticare dopo il vostro eventuale ascolto di quanto troverete linkato...
Procediamo tuttavia con ordine...

La Band si costituisce nel 1983 per opera delle due figure cardine che saranno presenti sempre e fino alla fine di questa fantastica esperienza musicale: Desy Palladini (la principale cantante dei brani Pedago Party) e Valter Pavana Bonetti (il chitarrista autore di quasi tutte le trame sonore della band). Gli altri elementi che si alterneranno in qualità di membri o collaboratori della band saranno nel tempo: Massimo Sabasco, Joe Granelli, Gil Fire Fuochi, Roby Mosfet Terzoni, Charlie Danzi, Rikkardo Bonvini, Luca Pozzoli, Nicola Terenziani e Alberta Ferraroni.

Il sound dei Pedago Party è una miscela molto sfaccettata, in molti inseriscono la band nel generale calderone del punk hardcore (e in effetti condivisero molti palchi con band appartenenti espressamente a questo filone), io li ritengo più wave. Diciamo che seppero amalgamare varie sonorità: principalmente post-punk, goth rock, garage, anarcho-punk di vario genere, darkwave varia. 

Se certamente non mancarono le ispirazioni stilistiche dalle quali attingere, i Pedago Party riuscirono comunque a creare, come pochi, una parabola musicale del tutto personale: nello stesso brano erano capaci di passare da momenti sincopati ad immediati raggelamenti sonori, di spaziare da parrossismi hardcore a momenti coldwave. 
La voce di Desy aveva un carico libertario ineguagliabile, era  in grado di esprimere un disagio vero ed anche uno schietto sdegno soltanto con le tonalità che assumeva.
I testi della band erano sempre molto ben curati e improntati ad una certa denuncia sociale e esistenziale che faceva pochi sconti. Una band scomoda mi verrebbe da dire, e che anche per questo magari non arrivò a fare molti dischi (le c.d. major non potevano di sicuro interessarsi a siffatta compagine, anarcoide fino al midollo !).
Fin dal loro primo demo ufficiale, 'L'Arte della Rivoluzione', seppero dimostrare il loro indiscusso talento. Purtroppo nel loro periodo di attività non riuscirono (come tante altre band italiane della medesima era) a produrre più di tanto.
Oltre a conferire i loro brani in diverse cassette (soprattutto in ottime compilation), riuscirono a tangere sostanza vinilica soltanto in tre occasioni: con le compilation '4 PER A = A PER TUTTI' (produzione Toto' Alle Prese Coi Dischi - 1984) e 'La Nave dei Folli' (prodotta dalla milanese Amen nel 1988), e con l'unico album in proprio della band, il 7 pollici self-titled prodotto nel 1990 dalla Face Records di Antonio Bacciocchi (pure produttore!).
  


 In-Sorgere




Il demo che vi presento dei Pedago Party è In-Sorgere, una cassetta del 1987 (credo inedita sul web) che documenta la fase centrale della vita di quest'ottima band. I testi sono tutti in italiano e spaziano tra diverse tematiche di critica sociale. Il titolo (In-Sorgere) è già di per sè emblematico, nelle liriche, esplicitamente, si respira quasi ovunque un'alea ribellistica molto lucida e pungente. 
Affiorano qua e là attacchi contro i poteri forti e i soliti costumi italioti ('Fotti il Militare' e '80's'), contro l'affarismo (come nella canzone anti-nucleare - nelle specifico anti Caorso- 'C.C.L.D.') e le buone medicine annacqua-popolo ('Valium').
Il vero inno di tutto il lavoro sembra essere 'Voglia di Tempesta': un grido di rivolta contro lo schifo descritto negli altri brani (è il pezzo che preferisco di tutto il lavoro). 
Cantati vagamente cold, con comunque la voce di Desy Palladini in grado di passare con disinvoltura da  fredde tonalità a slanci molto aggressive e urlati. Musicalmente son quasi tutte galoppate post-punk condite dalle influenze già accennate sopra. Una vera sparata di anarchia punk. Buon Ascolto.

Description of the tape in english: today it's presented here a very good work ('In-Sorgere' - demo 1987) from the anarcho-dark-punk band Pedago Party (from Piacenza, Emilia Romagna region). Lyrics (unfortunately for you) in italian full of typical peace punk themes: against militarism ('Fotti il Militare'), against strong powers ('80's') and bad business (like in 'C.C.L.D.', to fight the nuclear energy production). 'Voglia di Tempesta' looks like the real hymn of the work, where the band expresses the need of a revolutionary storm against the shitty official human 'system'. The Sound is a mix of different styles: post-punk, goth rock, hardcore, garage..A sound really personal and appreciable.

Please Enjoy.

http://www.4shared.com/zip/7FUnli2bce/Pedago_Party_demo1987.html

Un ringraziamento a F.d.P. per la condivisione e ai Pedago Party per quanto fatto in musica (coming back?)

Saluti.