domenica 22 giugno 2014

New Rock in Aosta & The Sphere



Ancora qui, ancora a raccontare qualcosa (e a condividere giù dappiedi qualcosa..)...quest'oggi, dopo il giretto a Fano, affronto un'altra città con più o meno lo stesso numero di abitanti (stavolta neanche 40 mila abitanti nell'epoca delle mie ricerche)...la città in questione è però anche capoluogo regionale ! Si va su' nel profondo nord montano, nella graziosa e umanamente 'aristocratica' Aosta...




Fermenti di Nuovo Rock in Aosta


Ora sebbene non mi sia stato dato di sapere chi furono i soggetti che rinnovarono il rock in Aosta per primi (di sicuro ve ne saranno stati già dalla fine dei 70?), a me sembra che i progetti musicali più significativi (ai fini dei nostri discorsi) siano partiti nei primissimi anni 80.
Due sembrano essere state in questo periodo le esperienze punk rock più significative: i Phot'o e Gli Autoffed (entrambe attive di sicuro intorno al 1982).
Questi due gruppetti furono certamente importanti perchè da qui sarebbero scaturite due delle band più in vista del nuovo rock aostano. Dalle ceneri degli Autoffed nacquero infatti i Kina...



Chi non conosce i Kina? Beh, qui siamo di fronte ad una band piuttosto di culto...nel circuito punk hardcore italiano ed europeo contarono davvero molto, spararono tanti kili di musica ad alto voltaggio un po' ovunque (e ancora lo fanno, con la denominazione Frontiera...). 
Tre nomi sostanzialmente hanno animato questo progetto: Alberto Vertella voce/chitarra, Giampiero Capra basso, Sergio Milani batteria.
I tre cominciarono quando molti primi punk stavano smettendo (dal 1983 non si fermarono per 3 lustri). Si conquistarono una notevolissima fama in giro per l'Europa (specie in Germania e in Olanda, dove fecero autentici tour) e in Italia si guadagnarono grande rispetto nel circuito anarchico antagonista e militante (che proprio allora si stava organizzando in centri sociali --> i Kina vi si esibirono in quasi tutti, in giro per lo stivale). Crearono assieme ai torinesi Franti un'importante indie label: la Blu Bus. Con questa si auto-produssero e sostennero qualche altra ottima band del movimento rock alternativo aostano-piemontese (con qualche 'forestiero' ammesso). Per un'appronfondimento riguardo la storia completa della band vi rimando qui: http://www.frontiera-kina.org/kina/home.html .

Dai Phot'o sorgeranno invece i Macho Camacho capitanati da Giampaolo Passanante.




Qui già ci troviamo difronte ad una band che avrebbe avuto corso nella seconda metà degli anni 80. Una delle poche realtà valdostane di allora che sarebbe arrivata al disco ('El Presidente' 1988), ottenendo anche discreti passaggi televisi (anche in Rai).
Furono un trio ben assortito: Giampaolo Passanante voce/basso, Carlo Enrietti chitarre, Beppe Magri batteria (quest'ultimo purtroppo già scomparso). Lo stile variava molto tra influenze wave e di rock classico (molto garage, rivisto magari in chiave punk rock).

Compatibilmente a queste formazioni (di rock più duro) si mosse ovviamente anche altro ad Aosta e circondario.
Fra le formazioni seminali di inzio anni 80 che iniziarono a strizzare l'occhio più alla new wave (nonostante un ancora deciso ancoraggio prog) va mensionato per primo il discorso de Il Progetto . Una band di breve durata, dalla cui esperienza sarebbero fuoriuscite figure importanti per il successivo rock aostano anni 80 (...stavolta più impegnato su fronti più propriamente wave). 

Marco Brunet (oggi apprezzato conduttore radiofonico) ne Il Progetto faceva il chitarrista e cantante: fu lui ad avviare insieme ad altri il corso degli Atelier Nouveau intorno alla metà degli 80.




Gli Atelier Nouveau sono una di quelle tipiche band new wave italiane che avrebbero meritato al tempo maggior fortuna. Riuscirono comunque all'epoca a conquistarsi una discreta visibilità, cercando anche di farsi conoscere fuori del circuito aostano (soprattutto nel nord Italia). Molti ad Aosta ricordano con affetto questa band, vedasi la loro pagina di tributo su FB: https://www.facebook.com/AtelierNouveau . Prima di sciogliersi riuscirono anche ad autoprodursi nel 1991 un intero Lp -'Per Farci Un Piacere'- (ma qui già erano entrati in un corso meno new wave).

Altro bel gruppetto sorto intorno alla metà degli anni 80 furono gli Areopago (o Aeropago). Anche loro avrebbero meritato di più.
Come gli A.N. riuscirono ad auto-prodursi un intero Lp nel 1986 (un self-titled ben recensito dalla critica dell'epoca). Un sound interessante sospeso tra ritmi post-punk e atmosfere di (synth)pop decadente (--> alla Simple Minds).

Poi oltre a queste formazioni, diverse altre band animarono quel brulicante fermento rock aostano negli anni 80, vanno ricordate ad esempio: gli Estrema Unzione, i Dream, la Bazar Banda, i Freon, gli Ha-Noi, i Suonosfera (con un giovanissimo Giorgio Negro, oggi affermato jazzista), i Tristallegra, Dorothy Rolladin e i Carisma, i Tristan Zara, i Babylon System (compagine dal sapore reggae...non si fecero mancare alcun genere in Aosta...) etc..

Tutto questo movimento fu reso possibile anche grazie a lusinghiere iniziative a latere. La più importante delle quali quella dello Studio Cooperativa Ambrokal --> uno studio di registrazione che fu realizzato in auto-finanziamento a Saint Vincent proprio per dare la possibilità ad alcune band aostane di registrare qualcosa con qualità. L'iniziativa fu retta -tra gli altri- dall'allora giovanissima cantautrice Maura Susanna (ora riconosciuta come una delle massimi interpreti del folk valdostano) e produsse quella che oggi puo' esser definita come una mitica compilation: AO 00001. Una selezione di brani registrata nel 1985 su Lp, con dentro alcune delle formazioni già incontrate sopra: una sorta di vademecum musicale aostano di quel periodo musicale. Putroppo sembra un disco rarissimo, chissà che non si riesca prima o poi ad ascoltarlo...

Oggi di tutto questo spasmo musicale resta ad Aosta un bel ricordo, prova ne è stata la splendida iniziativa/reunion con molte band attive negli 80 che si sono ri-viste/ri-esibite il 15 maggio scorso in una marotona rock per celebrare quel glorioso periodo. Ecco la pagina del blogger Gaetano Lo Presti dove poter aver puntuale cronaca dell'evento: http://gaetanolopresti.wordpress.com/tag/ha-noi/ .


Bene, ora dopo cotanto giro, l'allegato sonoro...
Ma ci sarà un'altra band di rilievo di cui parlare? Al bando gli scherzi...certo che c'è...evidentemente c'è ! non mi resta che parlare e condividere qualcosa dei....




THE SPHERE



I The Sphere furono una band aostana di rock wave attiva nella seconda metà degli 80. Il cantante fu Umberto Rivolin (qui anche alla chitarra), anch'egli già nella compagine de Il Progetto. Assieme a lui Marco Bosonetto alle chitarre, Gianni Nucera al basso e Marco Marazzato alla batteria.
Tra l'87 e l'88 riuscirono a farsi conoscere abbondantemente attraverso svariati live e a partecipazioni a diverse compilation. Riuscirono ad andare su vinile in due occasioni: con la compilation Montecio Rock (per una campagna contro l'uso dell'eroina) e con un 7 pollici splittato assieme ai Kina ('Come Tu Mi Vuoi' - Blu Bus, 1988).
Ecco, il rapporto coi Kina..oltre che coltivare un rapporto da bravi concittadini, con i Kina condivisero una certa contiguità politico militante, sempre dal sapore anarco-pacifista. Lo stile musicale però, era piuttosto diverso rispetto a quello dei loro colleghi aostani...


'Dalla Nostra Parte (demo 1987)'



Il demo che vi allego qui (che credo sia l'unico ufficiale della band) fu prodotto -neanche a dirlo- dalla Blus Bus degli amici Kina (e Franti). Una tape con 10 brani di genuino rock wave (in bilico tra ritmi punk rock/post-punk e ballad acustiche e wave), non tetreggiante, elaborato in un personale stile dalla band. I testi (sia in inglese che in italiano) sono all'insegna della critica social-politica e segnati da acute suggestioni esistenzialiste.
E' un lavoro che si fa ben ascoltare e che testimonia il primissimo repertorio della band. Spero incontri i vostri favori..


Descrition of the tape in english: today the only official demo tape produced by the rock wave band The Sphere (Aosta city, Vallèe D'Aoste region). A work with 10 enjoyable songs with different styles into: post-punk, punk rock, wave & acustic ballads. Texts on political and esistential issues.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/c8o6RX7rba/The_Sphere_demo1987.html


Dedico il presente post ai musicisti aostani nel frattempo scomparsi e faccio i complimenti a quanti animarono questa bella scena rock (anche ai metallari, che di solito non passo in rassegna nel mio blog però..).

Saluti.



domenica 15 giugno 2014

New Rock in Fano & The A Number Two



Eccomi/Eccoci ancora...nuovo post, in pieno periodo mundial (piaciuta l'Italia ieri sera? Mah, sto calcio dei soldoni..)...per questo giro mi avventuro per la prima volta in una scena non provinciale, diciamo cittadina..addirittura neanche in un capoluogo di provincia ! Pronti? Si va a Fano (guardate sulle mappe se non sapete dov'è..)..

Di questa scena rock anni 80 fanese c'è molto di cui discutere...non ci credete? Accomodatevi...



Il Nuovo Rock a Fano


Allora, diciamo subito che per una cittadina di 50.000 abitanti (come era Fano nel corso degli anni 80) l'aver scatenato una così lusinghiera scena musicale, decisamente composita e nutrita, nel corso della lunga stagione del nuovo rock italiano puo' far gridare fin da subito al quasi miracolo (ma di miracoli a quel tempo, con pochissime risorse, se ne facevano eccome in Italia..).
La data fatidica di inizio di questa nuova stagione musicale a Fano (con notevolissime esperienze musicali antecedenti: come il beat rock dei Bat Bat o l'anguardistico rock psichedelico -raro in Italia- dei Tubi Lungimiranti) è il 1979, quando un nucleo di ragazzini comincio' a smuovere qualcosa. Fra questi, quella che sarebbe stata un po' la figura centrale di tutto il rock fanese anni 80 (ma anche degli anni successivi): Francesco Battisti.
La prima formazione incarnata da Battisti assieme ad altri personaggi (che sarebbero stati protagonisti poi con altre band) fu quella degli Usasi Cobol (di cui purtroppo non dispongo foto). Un progetto dal brevissimo corso (appena un paio d'anni, non di più) che dire seminale è dir poco. 
Con il loro sound fresco, decisamente punk ma anche già molto post-punk, svegliarono dal torpore la ridente cittadina rivierasca, ancora immersa -in musica- negli stilemi del passato. Fecero poche ma vibranti esibizioni, che coinvolsero parecchia gioventù fanese di allora nell'ebrezza della nuova 'onda' musicale.
Sentite qua il loro demo con registrazioni sonore provenienti prevalentemente dal 1981: http://www.mixcloud.com/mysurface/usasi-cobol-nerds-are-in-expansion-1981/

Da questa esperienza, davvero improntata su del sano divertimento, sorse una stagione musicale davvero irripetibile per una cittadina di medio-piccole dimensioni.
Al termine degli Usasi Cobol nacquero due formazioni punk/hardcore (ma ancora molto post-punk anche): i Death To Disco e gli Agents Cock (entrambe con elementi provenienti da questa precedente band).
Sui primi (con nel nome il riferimento ad un brano dei PIL) si possono ascoltare un paio di tracce sonore sul canale soundcloud di uno degli ex componenti (Giuliano Antinori): https://soundcloud.com/bardanbar

Dopo lo sfogo hardcore venne tanta new wave (anche molto dark) e una discreta sperimentazione in tutti i principali stili degli anni 80.
In rapida sequenza a tener sugli scudi un suggestivo corso pienamente post-punk ci furono i Poor Panic (o Panic Poor), i Ritual Dreams e a stretto giro, sempre tra l'82 e l'83, i Situation Base. Un filone questo animato da un ramo di ex Usasi Cobol, quali: Giancarlo Mencucci e Mirco Uguccioni (coadiuvati in queste ottime avventure musicali da altri validissimi musicisti waver).
Nell'anno 1982 sorse poi un'altra ottima band, ancora capeggiata da Francesco Battisti: gli Europack.


Europack



Gli Europack furono forse la prima band wave fanese che riuscì a far parlare di se' anche fuori dell'originario circuito cittadino. Si tratta in pratica del progetto post-Death to Disco che vedeva gli ex elementi di questa compagine coinvolti in un corso più post-punk e financo melodico (piena darkwave). Fecero da spalla -cosa di assoluto prestigio- nel 1982 ai mitici Gaznevada in un concerto ad Urbino (cercare sul tubo potrebbe non risultare vano al riguardo...). Anche per questa esperienza son giunte ai giorni nostri delle preziose tracce sonore confluite nella pagina myspace di tributo: https://myspace.com/europack Si autoprodussero anche un Ep (mica roba da tutti!), avrebbero meritato miglior sorte visto il buon potenziale..

Nel giugno 83 si orginò la band forse più importante del movimento darkwave fanese: i The End.


The End



Questa formazione, neanche a dirlo, ebbe tra le sue fila l'infaticabile Francesco Battisti, sempre come cantante. Con lui altri mirabili protagonisti della prima wave fanese: fra questi mi piace mensionare l'ottima bassista Sonia Ciccolini, la massima protagonista femminile del rock anni 80 a Fano (già prima di essere The End, nel corso Panic Poor, Ritual Dreams e Situation Base). Fecero tra l'83 e l'85 varie (e riuscite) esibizioni live e realizzarono qualche cassetta: la più 'famosa' delle quali In Albis, proprio del primissimo periodo della band (recensita ottimamente anche da Il Mucchio Selvaggio).

Finito qui con l'elenco? neanche a dirlo...ancora nella prima metà degli 80 furono attivi o iniziarono a suonare gli Scroto Nero (dark post-punk), i Tau Au, gli Zenit, gli Smail (gradevole pop wave) etc...

Che cosa rese possibile, oltre all'entusiasmo di alcuni giovani musicisti, questo fermento musicale? Innanzitutto un lodevole sforzo organizzativo. Il Teatro Masetti fu spesso luogo di rassegne musicali che diedero spazio a queste nuove band. Le scuole cittadine liceali non furono avare poi di momenti per i gruppi fanesi. Anche la discoteca Arianna faceva spesso esibire live molte band cittadine.
Ci fu poi un evento particolare che animò quegli anni fanesi: il Meeting Anticlericale. Un festival multidisciplinare partito a Fano nel 1984 e che avrebbe segnato la vita culturale di questa cittadina fino al 1998.
Un contenitore non solo tagliato su tematiche (anti)religiose ma in grado di offrire spazio anche alla musica alternativa che era attiva in quegli anni in città e proveniente anche da fuori Fano. Un vero super evento che suscitò anche sdegno nelle istutizioni di allora ed anche disordini; qui potete leggere una mini cronostoria rievocativa: http://rimarchevole.wordpress.com/tag/meeting-anticlericale-fano/  Poi se non vi basta c'è anche la pagina wikipedia dove è narrata la germinazione de 'L'Associazione Per lo Sbattezzo': http://it.wikipedia.org/wiki/Associazione_per_lo_Sbattezzo .
A questo meeting si esibirono (nel 1993) anche i Nucleo Recupero Cadaveri, una formazione fanese molto interessante, che sperimentò rock industriale di assoluto valore specie per il contesto italiano di inizio anni 90. Sentite qua cosa erano in grado di fare (ricordano un po' la fase più rude dei bolognesi Disciplinatha, in una versione decisamente più sperimentale): http://vitaignescorpuslignum.blogspot.it/2009/12/nucleo-recupero-cadaveri-diy-c30-italy.html .

Fatto anche questo dovuto cenno, non mi resta che far presente che anche dalla metà degli anni 80 l'onda fanese ancora non si arrestò, altri progetti (molti dei quali ancora dal forte sapore wave) presero origine in questo periodo, fra questi: i Fan Art Garden, i Polimnia o gli A Blessed State (di cui resta un brano sul tubo -assolutamente da rintracciare-...ottimo e raro esempio di shoegaze italiano..).

Infine, era attiva, sempre partendo nella seconda parte della decade 80, la band protagonista dell'allegato sonoro odierno...la band forse che conseguì il maggior 'successo' (sempre di rock alternativo si parla..) fra tutte quelle sorte in quegli anni a Fano...sto parlando dei............



THE A NUMBER TWO (1986-1992)



Indovinate chi ci suonava anche negli A Number Two? No ! Non è possibile -forse direte voi- Yes! Ancora Battisti, eterno, inossidabile (che poi dopo quest'ennesimo giro mica avrebbe smesso..vedasi i Fangoso Lagoons -garage punk & psych primi anni 90-...o la sua lunghissima esperienza come DJ di rock alternativo in diversi clubs di questa zona...). A differenza delle precedenti esperienze, il nostro stavolta lascio' il ruolo di vocalist principale a favore di un altro ottimo cantante: Marco Sanchioni, lo stesso che ancora oggi rappresenta una delle anime cantautoriali più in vista di questa graziosa cittadina marchigiana  ( http://www.marcosanchioni.it/index.php ). 
Negli A Number Two Battisti suonò il basso (almeno fino ai primi periodi degli anni 90, quando lascio' per formare i Fangoso) coadiuvato negli altri strumenti da Alessandro Varotto alla batteria, Giuliano Antinori alla chitarra e dallo stesso Sanchioni come secondo chitarrista.
Gli A Number Two riuscirono dopo i primi e fortunati passi (già nell'87, ad un anno dalla loro costituzione, parteciparono ad una tape compilation della gloriosa etichetta torinese Snowdonia), a giungere con la loro musica all'importante risultato del disco ufficiale, con una etichetta indipendente di assoluto rilievo: la High Rise di Federico Gugliemi (un nome che sapeva recensire e scegliere bene all'epoca, in mezzo al mazzo del rock alternativo/nostrano di allora...). Fu così che nel 1990 uscì 'It Rains Again On The Rising Sun', un dischetto 12 pollici niente male, che ebbe all'epoca decisi apprezzamenti.
Quest'ottima band fanese si auto-produsse anche un paio di demo...uno dei quali, il primo, è qui a vostra disposizione...


'Kelly With The Green Neck (demo 1987)'



Questa bella cassettina, contenente purtroppo soltanto 5 brani, fu la prima produzione ufficiale degli A Number Two e permise al gruppo di iniziare a far circolare la sua musica. 
Da questo lavoro si capisce bene a che tipo di sound si rifaceva questa compagine fanese...sembra infatti che già nella prima fase gli A Number Two pensassero alla lezione del primo alternative rock di radice più americana che inglese, sdoganato dalla scuola neo-psichedelica/indie rock radunata attorno alla definizione Paisley Underground (con come massima espressione i Dream Syndacate..).
Chiare comunque le influenze neo-garage (specie in 'Don't Back to Me' e nella cover di 'Summertime Blues') o post-punk (riarrangiato anche in una chiave acustica, come nella mirabile '...and tonight...').
Un lavoro vivace che scorre troppo rapidamente...buon ascolto.


Description of the tape in english: today a lost demo from the band A Number Two (Fano, Marches region 86-92). A short work with 5 enjoyable songs following the lesson of the american Paisley Underground movement, with unmistakable post-punk and neo-garage/psych influences. Perfect indie rock from the late italian 80s.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/0PiyY7-Zce/The_A_Number_Two_demo1987.html


Ringraziamenti ad M.P. per la condivisione tramite F.d.P. e lode a tutti coloro i quali animarono questa formidabile stagione di rock fanese !

Saluti.




domenica 8 giugno 2014

Psychedelic Bands in Pisa: #4, The Strange Flowers




Eccoci giunti al conclusivo approfondimento psychedelico a Pisa...spero abbiate fatto incetta di buona musica e abbiate scoperto anche qualche nuova band dell'underground new-psych italiano anni 80 originaria dall'amena città con la nota torre pendente...
Tenere il ritmo settimanale di condivisione non è stato semplice ma tutto sommato gestibile...non credo che riproporrò con un simile espediente (un approfondimento settimanale) la cosa per altre scene locali (o forse si? pensandoci il materiale per qualche altra realtà geografica non mi manca..). Comunque, ecco a voi l'ultima proposta del lotto pisano: un 2x1 proveniente dal primo periodo degli.............


Strange Flowers



Questa, come già accennato in precendenza, è la formazione originatasi per ultima (1987) fra quelle prese in disamina nel calderone neo-psych pisano. Rappresentò infatti (e ancora rappresenta) la coda più avanzata di tutto quel fruttuoso movimento, partito già nell'81-83 con l'esempio degli Useless Boys.
Animatore costante del progetto è fin dagli esordi Michele Marinò (cantante e chitarrista) ---> lo stesso che ancora oggi regge le sorti degli attuali Strange Flowers assieme a dei nuovi componenti. 
Un gruppo che anche grazie alla nuova linfa fa ancora parlare di se' (merito del sound più che valido che viene proposto) e che riscuote parecchio successo live. Per chi volesse seguire il nuovo corso c'è la loro pagina FB: https://www.facebook.com/pages/The-Strange-Flowers/40144417406
La formazione storica vedeva, oltre allo stesso Marinò, Giovanni Bruno alla chitarra nel periodo 87-06, Maurizio Falciani alla batteria nel periodo 87-06, Alessandro Pardini al basso nel biennio  87-89, Stefano Montefiori al basso nel periodo 89-06 e Ludovico Marinò al basso nel 94.
Molti degli stessi appena nominati fuorono i protagonisti delle prime due ufficiali produzioni in solitaria della band, raccolte nell'allegato sonoro odierno...


'Teen Trash Vol. 11 (Cd 1994)'


+

'Me and The Eggman / Janet's Faces (7'' 1990)'
(come bonus tracks)



Teen Trash Vol. 11 e il dischetto 7 pollici (entrambi editi da etichette tedesche) sono due lavori ravvicinati che ben si amalgamano tra di loro, che ho pensato (spero bene) di far confluire in un'unica cartella di ascolto, proprio per le vostre preziose orecchiette. 
Con questo 2x1 (come l'ho definito sopra) si puo' ben comprendere che tipo di buon rock erano in grado di fare i primigenei Strange Flowers. Un rock psichedelico fondamentalmente (molto rilassante), innervato in molti passaggi anche da ritmiche ancora e decisamente post-punk (magari un post-punk addolcito ma comunque riconoscibile). Spicca a parere del sottoscritto, in conclusione di proposta musicale, l'ottima 'Janet's Face'.
Buon Ascolto..

Description of the dayly musical 'offer': for the last day of the psychedelic week in Pisa a double work from the band: The Strange Flowers (87-present; https://www.facebook.com/pages/The-Strange-Flowers/40144417406 ). Sort of collection with early material of the band coming from 90-94 period: the 7'' 'Me and The Eggman / Janet's Faces' (1990) + the CD 'Teen Trash Vol. 11' (1994). 14 very good tracks recorded in studio in an enjoyable new-psych style (with some basic and 'sweet' post-punk rhythms here and there..).

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/9JuNqPUlba/The_Strange_Flowers_90-94_coll.html


In conclusione tanto Peace & Love agli ottimi Strange Flowers (vecchia e nuova scuola), blah blah blah...a risentirci presto...Fine delle trasmissioni pisane !

Saluti.



sabato 7 giugno 2014

Psychedelic Bands in Pisa: #3 bis, The Storks -second release-




Ulteriore appronfondimento psichedelico con gli Storks...........


The Storks




Eccoci qua, come preannunciato, con un secondo prodotto delle Cicogne di Pontedera...stavolta trattasi di una collection, prodotta non si sa bene quando (il mio pusher per l'occasione non ha saputo ragguagliarmi..), forse è un'edizione recente, coeva di quella realizzata con altri brani inediti della band dall'etichetta udinese AUA Records nel 2000. Però ecco...comunque...ve la beccate...


'The Storks Are Back in Town (CD Collection)'



Le tracce presenti stavolta sono 10 e tutte ben registrate. Rispetto al demo precedente compaiono anche galoppatine psichedeliche (tipo 'Lying All The Time' e 'Get Out of My Life Woman', quest'ultima in odore hendrixiano...), ma la cifra stilistica principale resta il garage punk (o big beat che dir si voglia). 
Certo gustosa anche questa raccolta...
Una band che meriterebbe una ripubblicazione critica e complessiva della sua migliore opera. Intanto, per chi volesse imbattersi nei personaggi che la animarono, ho scoperto che molti dei musicisti che furono gli Storks sono confluiti (in un'ideale continuità) nel progetto Marry Go Round, qui la pagina facebook dove poter curiosare/seguire: https://www.facebook.com/merrygoround2013 .
Buon Ascolto...

Descrition of the CD collection in english: 6th day of the psychedelic week in Pisa, second release from The Storks. The present work is a selection with some inedite tracks of the 80s-early90s period of the band (recently come back with a new name: https://www.facebook.com/merrygoround2013 ). Respect from the previous demo we can find here some psychedelic ballads ('Lying All The Time' and 'Get Out of My Life Woman'). The most part of the tracks remain in a perfect garage punk/big beat style.

Please Enjoy

https://www.4shared.com/zip/iN9A6Kmsee/The-Storks__collection.html


A domani per l'ultimo approfondimento pisano...

Saluti.



venerdì 6 giugno 2014

Psychedelic Bands in Pisa: #3, The Storks -first release-



Ok men and girls, nella giostra delle condivisioni pisane fate largo alle cicogne !!!......


The Storks



Qui poche ciance o analisi definitorie, gli Storks spaccavano e ci davano dentro alla grande, facendo rock di assoluto impatto..prova ne è questo vulcanico demo, totalmente garage punk (per qualcosa di loro anche psichedelico ripassare domani..).


'Feelin' Crawly (demo 1988)'



Luca Mazzuoli voce/armonica, Renzo Belli chitarre, Michele Profeti organo hammond, Stefano Gabbani basso e Sandro Maccheroni batteria, questa la formazione degli Storks che imperversò tra la fine degli anni 80 e i primi 90. La stessa del presente lost demo..
Il sound di questo ottimo lavoro è estremamente essenziale: pezzi veloci e ben ritmati, con nel cuore il miglior garage 60s (Sonics e Yardbirds su tutti..) attualizzato in chiave punk.
Lato A con brani immortalati alla meglio in un garage ! (quello di uno dei componenti..) e lato B con dei live registrati in un locale chiamato Nosferatu (località non identificabile, qualità registrativa non eccelsa). Sulla copertina avrebbero dovuto scrivere 'Play Loud'...

Gustosa e arrabbiata cassettina...da riscoprire queste belle cicognette toscane !!

Descrition of the tape in english: another lost demo for the 5th day of the psychedelic week in Pisa with the band: The Storks (85-early 90s / 2010-present). Work with 9 fast songs, essentially garage punk (tomorrow you will find here something more neo-psych with their second rare release..). Side A with some very good recordings (made in a garage !), side B with some live tracks. Dirty & Angry Rock.....


Please Enjoy

https://www.4shared.com/zip/ZHkFPU9Tgm/The-Storks__demo1988.html


Thanks to F.d.P. (...per la solita motivazione) e svariati applausi agli Storks per quanto combinato in musica.

Saluti.



martedì 3 giugno 2014

Psychedelic Bands in Pisa: #2, The Liars



Eccoci con la seconda puntata della promessa settimana psichedelica a Pisa. Protagonisti della presente 'uscita' i...........


The Liars



All'interno dell'approfindimento della scena psichedelica pisana anni 80 i Liars ci finiscono con una lost demo del 1986, eseguita al tempo dalla primigenea formazione di quest'ottima formazione neo-garage & psych: Alessandro Ansani (già visto negli Useless Boys) bassista/cantante, Pier Paolo Morini chitarrista/cantante e Andrea Cecchi batterista. 
Un bel prodotto sonoro che al tempo cominciò a far circolare il sound vivace di quest'ottima band (fu credo anche un autentico viatico per far maturare quei contatti che le avrebbero consentito di andare successivamente anche su disco). 
Ma andiamo nel dettaglio della proposta musicale...


' '86 Tears (demo 1986)'



'86 Tears è un lavoro molto composito, contenente un buon numero di brani (16) e che esemplifica bene quanto di buono era già stato imbastito nel primo repertorio della band.
Rispetto ai Birdmen of Alkatraz, i Liars, pur collocandosi nell'ambito del revival garage e neo-psichedelico, si contraddistinsero per una più marcata proposta dalle tinte maggiormente post-punk (o comunque punk). Infatti, in molti brani di questa pregevole cassetta possiamo ascoltare diverse parti ritmiche palesemente sostenute da tipiche cadenze post-punk (incarnate in tal senso dal 'gioco' del basso e della batteria). I Liars facevano un po' quel che io chiamo psychedelic post-punk (---> un quasi genere nella seconda metà degli anni 80..). Mi ricordano in questo lavoro i romani Magic Potion...

Il demo si compone di due parti: una prima -il lato A- con dei brani registrati in studio e una seconda -l'intero lato B- con delle tracce registrate live (...in un concerto non meglio identificato).
Nella tracklist sono presenti anche qui delle cover (dei Them e degli Yardbirds), e da queste possiamo capire le influenze garage 60s della band, a cui certamente si richiamavano (nonostante -come già detto- una forte influenza del punk e del post-punk, financo quasi goth come nell'ottima 'Dream Within a Dream').

Qua e là si sentono degli stridori dovuti alla qualità della cassetta...ho cercato di fare il possibile per rendere questo autentico 'reperto' disponibile per un gustoso ascolto (dividere il lato b è stata un'autentica impresa, col il concerto registrato in presa diretta, senza pause tra i brani..).

Vi dovrebbe far smuovere le varie articolazioni del corpo questa bella cassettina...spero gradirete...


Descrition of the tape in english: here today the second hint of the psychedelic week in the city of Pisa, dedicated to the band of The Liars (85-present). A very energertic work (with 16 enjoyable songs) divided in 2 parts: a side A with live studio recordings and a side B with live tracks from an unknown live exhibition. Style very influenced by the punk and the post-punk international movement, with a definitive neo-garage and neo-psych sound. 

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/M5sqNbsrce/The_Liars_demo1986.html


Un ringraziamento ad F.d.P. per la condivisione e sperticate lodi a tutti i musicisti che armaneggiarono e che ancora armeggiano intorno al discorso Liars (fantastic band !).

Saluti.



lunedì 2 giugno 2014

Psychedelic Bands in Pisa: # 1, The Birdmen of Alkatraz



Salve, mi faccio risentire presto questa volta...sentite un po' !! A seguito del focus sulla scena rock pisana anni 80 ho pensato che forse potevo proporre un approfondimento ulteriore...ecco a voi una serie di uscite pisane in formato 'rare release' !!!

E quindi che dire..non staccate gli occhi dal blog !!! in 7 post, uno per ogni giorno a partire da oggi, coprirò le principali band di questa ammirevole scena psichedelica...
Accomodatevi e preparatevi a friccheggiare dunque...vai con le danze...



'Birdmen of Alkatraz - Demo 1985'



Seguendo l'elenco di band presenti nella disamina precedente, ecco a voi quello che dovrebbe esser stato il primo demo ufficiale dei Birdmen of Alkatraz: un self-titled del 1985.
Un Demo ricco di tracce, ben 17 !, che documenta la prima fase di quest'ottima band pisana capeggiata allora da Maurizio Curadi (alla voce e alla chitarra), coadiuvato nel primo periodo da Daniele Caputo alla batteria, da Gianfranco Migliaccio al basso e da Marcello Ventura come secondo chitarrista. I primi due freschi freschi di fine esperienza con gli Useless Boys.

La cassettina (che non è risultata poi così facile da sistemare e ripulire..quindi accontentatevi del risultato...) si compone di due parti ben distinte: la prima (tutto il lato A e l'inizio del lato B) contenente un live della band del 25 maggio 1985 a Fidenza e la seconda contenente -presumibilmente- le prime tracce registrate dai Birdmen in studio (uno studio di registrazione non ben identificato purtroppo...).

Scorgendo la tracklist...




...si desume bene quali furono i riferimenti musicali a cui si ispirarono i Birdmen of Alkatraz: dalla psichedelia inglese (vedasi i Them ad esempio) a quella americana (Hendrix), dal primo rockabilly blueseggiante (Bo Diddley) al folk rock di Dylan. 
Il tutto (o quasi: ci sono anche riproposizioni di cover in versione fedele..) riadattato in una chiave garage punk rock e neo-psichedelica.

Inframmezzati agli ottimi remake di classici del vecchio rock (riarrangiati in una maniera del tutto interessante), compaiono anche i primi brani in proprio registrati dagli 'Uomini Uccello' nostrani: tra cui spicca la pregevole 'Song For The Convict Charlie', la cui versione in studio che compare qui sembra essere la stessa finita nella compilation del medesimo anno della Electric Eye Records, la mitica raccolta 'Eighties Colours' vol. 1.

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Psychedelic Week in Pisa

From today in the next week the blog will become (neo-)psychedelic! sharing some rare releases from the city of Pisa (following the list of the previous post). The first 'number' of the sequence is dedicated to the band Birdmen of Alkatraz...

Description of the tape in english: The first pyshcedelic demo from Pisa comes from The Birdmen of Alkatraz, one of the first bands risen from the ashes of the Useless Boys. This self-titled work of 17 tracks is a rare document of the early period of the band. The style is a mix of influences: principally neo-psych & garage, almost all proposed again with an 80s touch (with a punk rock rhytm often..). Blues and folk rock are the other 2 connections.


Pleasy Enjoy

http://www.4shared.com/zip/LPSauIVCba/Birdmen_of_Alkatraz_demo1985.html


Ringraziamento a F.d.P. per la condivisione e un apprezzato riconoscimento a quegli ottimi musicisti che incarnarono i Birdmen of Alkatraz (prima e seconda fase...)

Saluti.



domenica 1 giugno 2014

Punk/Psychedelic Acts in Pisa & Useless Boys



Saluti sparsi cari/care followers...viaggettino a Pisa quest'oggi...in compagnia di ottimo punk e tanta psichedelia...

Partiamo...


Il Grande Punk Pisano

A Pisa si partì ovviamente col punk, come in altre scene italiane e locali di nuovo rock. E qui ci fu certamente, già dalla fine degli anni 70, una band di punta del primigeneo punk nostrano. Sto parlando dei Cheetah Chrome Motherfuckers, meglio noti come CCM.

CCM



Una band di punta perchè comincio' nel 79 a spingere realmente un movimento: quello del Granducato Hardcore, che proprio a Pisa negli anni 80 avrebbe avuto il suo centro gravitazionale grazie alla presenza dei centri sociali autogestiti Victor Charlie prima e Macchia Nera poi (dove si esibirono tra gli altri Bad Religion, Fugazi e Tom Verlaine dei Television..qui la pagina anarcopedia per ricordare questi due posti: http://ita.anarchopedia.org/Macchia_Nera ).
I CCM  segnarono senza dubbio la prima ondata del punk hardcore nazionale arrivando a far conoscere la loro fama anche fuori dei confini nazionali (vennero prodotti anche da Jello Biafra dei Dead Kennedys..roba mica da tutti..).
A farne parte fin dalla fondazione ci fu anche un giovanissimo Domenico Petrosino (meglio noto come Dome La Muerte), lo stesso che successivamente (dal 1982) avrebbe aderito e contribuito a far grande il progetto dei Not Moving (lui di Pisa andava a far le prove a Piacenza -di dove erano gli altri di questa band- facendo dei mitologici viaggi in moto...come racconta il buon Tony Face..that's history !).

Poi dopo i CCM venne tanto altro punk...i Lanciafiamme innanzitutto...e poi un gran bel trittico: Urla Nel Silenzio, The Ravings e Mumblers. Tre progetti di vigoroso punk rock che si svilupparono nella seconda metà degli anni 80. Oggi gli ex componenti di questi tre progetti han dato vita al progetto S.M.M.C., nel loro blog potete trovare le storie delle loro 3 band originarie: http://stellamarismc.blogspot.it/2011/02/smmc-chi-siamo-da-dove-veniamo-dove.html .


La Grande Psichedelia Pisana

Se di mezzo a tanto punk ci fu poca wave di sicuro a Pisa si originò quello che ad oggi puo' essere definito come uno dei più importanti fenomeni neo-psichedelici italiani degli anni 80 (con appendice nei 90). Tanto che Pisa puo' essere tranquillamente annoverata tra quelle che furono le capitali italiane di questo movimento.
Che cosa rese possibile tutto cio'?
L'avvento di questa pagina epica la si deve innanzitutto all'intraprendente lungimiranza di alcuni ragazzi, che fin dai primi anni 80 iniziarono a sondare questa strada della psichedelia riadattata in una chiave più moderna (rispetto ai sixties) già quando la stragrande maggioranza dei nuovi rocker (anche della loro zona) stava ancora cavalcando il punk nelle sue varie declinazioni (anche post-punk).
E questi primi protagonisti a Pisa ebbero un preciso nome: gli Useless Boys.


 Useless Boys



Questo fu davvero un terzetto leggendario che i culturi del genere neo-psichedelico conosceranno già. Furono attivi soltanto 3 anni (dall'81 all'83) ma riuscirono a far mirabilmente da esempio per altri musicisti della loro zona e non solo.
I tre fondatori e membri animatori per tutta la durata di questa progetto musciale furono le tre figure cardine che avrebbero dato vita al termine di questa esperienza ad altre band neo-psichedeliche pisane: Maurizio Curadi, Daniele Caputo e Alessandro Ansani.

I primi due avrebbero fondato nel 1984 i Birdmen of Alkatraz (di cui potete già trovare un brano nella compilation 'Indipendenti 84' postata in precedenza) e il terzo avrebbe dato vita nel 1985 ai Liars.


 The Birdmen of Alkatraz



I Birdmen of Alkatraz furono indubbiamente una band importante, giunsero anche a fare dischi di rilievo con la Contempo e l'Electric Eyes Records. Dalla loro pagina wikipedia potete saperne di più: http://it.wikipedia.org/wiki/The_Birdmen_of_Alkatraz . Durarono fino al 91 e segnarono autenticamente anche loro la neo-psichedelia italiana.


The Liars



Anche i Liars di Alessandro Ansani furono leggendari nel contesto della neo-psichedelia italiana e girarono decisamente parecchio a far date (anche fuori Italia..), arrivando anch'essi al disco in più occasioni (il più importante dei quali -'Optical Sound'- con la milanese Supporti Fonografici). 
Di recente sono anche tornati a suonare (con un nuovo batterista al posto di quelli storici della band, alias Andrea Salani). Qui è riassunta esaurientemente la loro epopea (attuale e passata): http://www.discogs.com/artist/1397596-Liars-2 .

Compatibilmente a queste prime compagini va segnalata successivamente la fondazione anche degli Steeplejack, altro gruppone della neo-psichedelia italiana anni 80 (mi sto ripetendo?). 
Indovinate chi nel 1986 diede vita a questo altro progetto?.....................ancora Maurizio Curadi, qui appena fuoriuscito dalla prima fase dei Birdmen of Alkatraz.


SteepleJack



Gli SteepleJack (come i Liars) sono attivi ancora oggi e negli anni 80 fecero due mitici album con l'Electric Eyes Records. Qui potete avere ragguagli maggiori su tutta la loro carriera (the imaginary God blesses wikipedia): http://it.wikipedia.org/wiki/Steeplejack .
Rispetto al sound dei Birdmen (più virato su fronti Garage punk e Blues, con strizzatine neo-psych e comunque classic rock), Curadi con gli SteepleJack propose (propone ancora oggi) un interessante esperimento di 'garagizzazione' (se non proprio di -post-punkizzazione) di repertorio blues e rockabilly, oltre a delle suggestive proposte classicamente psichedeliche. 
Per chi volesse seguire questa band nei suoi spostamenti attuali c'è anche il loro sito: http://www.steeplejack.it/ .

Ok, finito qui con le band neo-garage-psych pisane? Mica tanto, restano da mensionare gli Stones IV di Andre' Baroni (compagine attiva nella seconda metà degli 80, molto crudemente orientata ad un garage punk d'impatto) e altre due band decisamente significative...


The Storks



Gli Storks si formarono nel 1985 a Pontedera e fecero certamente parlare di se' anche loro. Un sound birllante garage-punk oriented che portò anche loro (con merito!) a suonare in giro per il bel paese. Rispetto alle altre formazioni pisane non arrivarono al disco in solitaria, furono però invitati a partecipare con un brano ad una compilation ufficiale della Electric Eyes Records (l'avrete capito no -visto quante volte ricorre solo in questo articoletto- quanto questa label fu centrale per la neo-psych italiana anni 80..): 'Neolithic Sounds from South Europe' (1988). 
Hanno di recente pubblicato una collection di inediti a loro spese ('The Storks Are Back in Town') e credo anche loro siano in attività (forse saltuariamente..) Qui si narra altro su di loro: http://www.rockit.it/storks/biografia .


The Strange Flowers



Gli Strange Flowers si formarono nel 1987 e rappresentarono la coda più significativa del movimento neo-psychedelico pisano. Suonarono infatti, con discreto successo (grazie anche alle doti del leader chitarrista-cantante Michele Marinò), fino ad anni 90 inoltrati (95-96). 
Hanno ripreso anche loro di recente a suonare, con ottima lena, da diversi anni. Qui per saperne di più sulla loro cronistoria: http://www.isotterranei.org/2007/12/the-strange-flowers-in-concerto/ ; e qui se volete seguirli: https://www.facebook.com/pages/The-Strange-Flowers/40144417406 .

Ecco ora ci siamo, la rassegna puo' terminare...ma non il post...infatti torniamo da dove siamo partiti (parlando di psichedelia pisana) con l'allegato sonoro...col seminale ed unico demo degli Useless Boys...


'Dream's Dust Factory' (Demo 1983)


Questa è una di quelle cassette che reputo storiche, non solo per la crucialità del lavoro nel contesto del rock pisano ma anche per la qualità e l'originalità della proposta musicale nel quadro del nuovo rock italiano svisceratosi nel corso degli anni 80.
Nel 1983 in Italia quasi nessuno pensava ancora a mescolare il punk col garage e la psichedelia degli anni 60 (con alcune eccezioni, individuatele voi in caso..ad alcune ho già accennato in precedenza..). Questo terzetto pertanto è secondo me di diritto nella storia del rock underground italiano. Ma andiamo nel merito del lavoro...
Un lavoro composto di 13 brani, tutti davvero ben fatti ed espressione di una volontà realizzativa molto versatile. Se infatti la cifra stilistica principale del demo si puo' far rientrare nel garage a tinte psichedeliche, bisogna subito aggiungere che nel proporre questa rivisitazione i tre sperimentarono moltissimo e attualizzarono queste sonorità attingendo al meglio delle lezioni punk e post-punk che erano in voga in quel periodo.
Ecco che nell'intro di 'Devil Child' possiamo respirare i Bauhaus, oppure in altri brani possiamo rintracciare una cadenza tipicamente post-punk (massimo esempio nella cavalcata strumentale 'Painted Nails'). In un brano -'Steps'- la psichedelia (che comunque permea ovatatamente quasi tutto il lavoro) sembra farsi addirittura puro noise rock se non industrial... Insomma un gran bel lavoro davvero interessante, che spero gradirete enormemente..


Description of the tape in english: Here today an hystorical demo from the band Useless Boys (Pisa, Tuscany region 81-83). It's the only official work for this very important formation, one of the first italian rock bands started to actualize in the 80s the garage & psych sound of the 60s. A remake of the sixties sounds really interesting, with solid post-punk influences ('till goth rock as in the song 'Devil Child', listening to the intro...). Psychedelia all over with a great load of energy.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/GDrvxcvDce/Useless_Boys_demo1983.html


Thanks to F.d.P. per la condivisione del demo e un ringraziamento speciale a tutti i pisani che animarono quell'incredibile stagione rock tra i 70 e i primi anni 90 che si sviluppo' nella loro città e nell'immediato circondario.

Saluti.



domenica 25 maggio 2014

Vecchia/Nuova Wave & Ivories/Jeunesse D'Ivoire



Salve, nella domenica delle urne mi andava di disquisire sul rapporto tra vecchia new wave e 'new new wave'...no, non avete letto male l'ultimo termine definitorio: oggi chi è musicista new wave moderno è fatto rientrare in questo consesso --> la nuova new wave...

Ma lasciatemi cianciare con ordine seguendo delle mie considerazioni (sempre profane magari!)...


Rapporti tra Vecchia Wave e Nuova Wave

Innanzitutto è bene precisare che di questa 'relazione' se ne puo' parlare alla luce dell'ancora attuale revival in corso...si perchè per la prima volta, da un po' di anni a questa parte, si puo' parlare con cognizione di un vero revival della new wave. All'epoca (fine 70-inizio 80) forse neanche gli stessi protagonisti, soprattutto quelli minori o più sfortunati, non se lo sarebbero davvero immaginato un revival così robusto. Perchè è innegabile che ci sia un forte ritorno a certe sonorità anni 80 (basta sentire anche i jingle di alcune pubblicità !)...e da cosa è motivato questo revival, che cosa lo sostiene, quali le implicazioni?
Dirò subito che nella storia della musica rock, ma più in generale nel quadro della musica in toto, il revival è ormai un clichè. Basta aspettare più o meno il salto di una generazione per vedere che nuovi musicisti e nuovi ascoltatori si sentano in bisogno di 'ripartire' da esperienze passate e precedenti. A volte sono stati gli stessi musicisti sopravanzati nella storia musicale per richiesta o per nostalgia a ri-prodursi in loro 'vecchi' lavori (vedasi a mo' di esempio quegli stessi musicisti che nei 60 facevano beat rock e che nei 70 si vocarono al prog per poi tornare negli 80 alle origini col neo-beat o col neo-garage).
Oggi, per quanto mi è stato dato di capire (prendete questa comprensione con tutti i benefici del dubbio se volete), siamo entrati in una sorta di era dell'eterno revival. Mi spiego meglio --> Quello che è stato inciso nel passato (dall'inizio del secolo scorso sostanzialmente, con la nascita e la diffusione dei vinili) e che è riproducibile (e quindi anche ri-suonabile) puo' incontrare 'in ogni attuale e futuro oggi' dei possibili fan/cultori di genere.
Grazie poi alla digitalizzazione (in formato mp3, ma non solo) la diffusione facile e universale è garantita su una scala potenzialmente vastissima. 
Ecco perchè c'è spazio oltre che per i revival anche per le rivincite della storia: cioe' un'inusitata fortuna per progetti musicali che al tempo magari non andarono oltre la semplice diffusione domestica !
In questo quadro è facilmente comprensibile come in futuro, specie nell'alveo della musica rock (un vero genere al capolinea, dal punto di vista dell'eveoluzione stilistica), assisteremo ad una sovrapposizione incessante di revival. Ed il futuro, non abbiate timori, è già adesso...ne siamo ben consci tutti credo.

Venendo allo specifico del revival new wave o comunque del rock anni 80 possiamo notare che tra la fine del primigeneo corso musicale protagonista del mio blog e l'attuale revival c'è stato giusto lo spazio di un'intera nuova generazione (quantificata in ogni campo proprio tra i 25 e i 30 anni). 
Un revival wave partito sostanzialmente dalla seconda metà della prima decade 2000 e sviluppatosi maggiormente negli anni successivi fino ai giorni nostri.
Oltre che da esigenze conoscitorie o di mera riscoperta stilistica, il revival sembra essere sostenuto da una certa affinità generazionale tra quei primi waver e i riscopritori attuali (nuovi waver?). 
Anche qui tento di spiegarmi. 
Sembra infatti che alla base di questo gradimento o rifacimento musicale ci sia una certa consonanza emotiva tra quelli che facevano/apprezzavano questa musica allora e quelli che provano a rifarla/ascoltarla oggi. In particolar modo con la darkwave è innegabile che tutta questa voglia di intimismo attuale sia sostenuta/indotta/generata, in ispecie in Italia, da questa perdurante crisi (non solo economica) che sta segnando questi tempi (che finirà quando? ai potenti l'ardua sentenza..).
Per fare una domanda precisa: perchè il dark (o la new wave per esteso, genere che nei suoi sotto-tipi ha sviscerato tanta malinconia o intimismo) sta conoscendo in questo paese tanta fortuna? 
Rispetto ai primi waver i giovani attuali sono certamente diversi, ma di fondo sembra esserci una similitudine forte tra queste due generazioni: l'esclusione. Se per i primi si trattava perlopiù di auto-esclusione (cioè coltivavano una dimensione intima di dissenso verso il sistema, dopo la stagione degli impegni diretti e militanti, finita male..) per i secondi si puo' parlare più che altro di un'esclusione indotta dal sistema (la disoccupazione giovanile cronica, la mancanza di prospettive, la precarietà etc..).
Certo poi l'effetto di questa esclusione (che si puo' manifestare ancora oggi in un auto-esclusione, sia chiaro) sia per i primi che per i secondi si puo' definire come identico: la ricerca dell'intimismo o di sonorità, in musica off course, più malinconiche (per l'appunto!).
Un'altra differenza sta ovviamente nel modo di fare musica new wave: oggi i nuovi musicisti waver si avvalgono di una nuova strumentazione, che rende possibile l'attualizzazione o l'approfondimento dei sotto-generi wave in una maniera che allora non era praticabile, dilatandone anche (o distorcendone) la portata esplicativa. 
Io devo precisare che seguo/sono poco attratto dalle band di 'new new wave' (ribadendone comunque tutta la legittimità o forza comunicativa), preferisco i vecchi prodotti di quella prima onda (specie italiana) o le sperimentazioni di allora. Non per una sorta di razzismo musicale, ma per un mio bisogno di chiarezza stilistica. Oggi si tende a mischiare troppo (in tutti i campi musicali: rap-metal, psichedelia e hardcore etc..) fregandosene dei contesti originari in cui un genere nacque (il pop post-punk che gira tanto mi fa inorridire, l'emo cotonato senza un preciso background darkwave mi fa tenerezza etc..). Ci vorrebbe un po' più di cultura e di rispetto in molti casi...Ma forse è la natura stessa del revival: la rielaborazione (in alcuni casi, profanazione) è un'esigenza (a volte furbesca) che aiuta a riscoprire un genere. Io mi accontento prevalentemente di vecchia wave, facendo gli auguri a chi ne fa di nuova (tanto bisogna farla anche oggi la musica! E qualcuna riesco ad apprezzarla, mica sono un talebano..).

Come si è manifestato fino ad ora questo revival? Innanzitutto sembra essere sostenuto da attività diversificate e più o meno valide. Tralasciando le commercializzazioni (più o meno condivisibili..decidete voi di caso in caso..), si rintracciano innegabili valenze nelle ristampe (che rilanciano prodotti sonori che altrimenti sarebbero andati perduti), nelle pubblicazioni documentaristiche (diversi libri analizzano/ricordano alcune 'scene locali', la storia dei locali di culto, fatti legati al movimento punk wave etc) e nei concerti o nelle rassegne musicali con vecchi e nuovi protagonisti.
Ecco, parlando di rassegne, se c'è una cosa che mi piace pensare riguardo ad esse è che si dovrebbero fare per consentire un dialogo, un processo osmotico tra vecchi e nuovi musicisti waver (per fare cultura oltre che musica, per concretizzare un qualcosa come un passaggio di testimone ideale anche..).
E' in tal senso che mi va di segnalarvi, con una settimana giusta di anticipo, l'evento che si svolgerà proprio il prossimo week-end (venerdì 30 maggio e sabato 31 maggio) a Roma: il festival 'Distanze 100% New Wave Italiana'.  Una due giorni di musica in cui si cimenteranno proprio vecchie e nuove new wave bands (per una delle vecchie si tratterà poi di un ritorno sul palco dopo svariati anni: gli Aidons La Norvege). Ecco la pagina FB in cui potete in caso saperne di più (per chi potesse partecipare..): https://www.facebook.com/events/1401879856728419/ . Tra gli organizzatori c'è Alessandro Marchettini, lo stesso di Destination Morgue, il festival industrial ormai giunto alla settima edizione (con in mente l'ottava?) che si svolge annualmente proprio a Roma; un personaggio Marchettini che sembra aver capito che vecchio e nuovo dovrebbero incontrarsi e sostenersi (oltre che capirsi in alcuni casi..). I nomi contenuti nel cartellone di Distanze risultano da soli invitanti. Sarà distribuita anche una compilation con brani delle band coinvolte. 
Mi sentivo di fare un po' di pubblicità non retribuita all'evento (ci mancherebbe! qua faccio tutto per passione diciamo), visto poi che si legava in un certo qualmodo al discorso del presente post.

Fra le band di questa rassegna c'è nè poi una che giustifica l'inserto sonoro che ho pensato si potesse ben legare ai discorsi che ho tentato testè di fare...gli....


IVORIES



Ora, questa è una band dei giorni nostri e chi la conosce potrebbe dirmi: 'ma nel blog condividi soltanto materiale di band anni 80!' Beh gli Ivories sono una nuova band con radici datate potrei subito replicarvi recisamente..
Poi aggiungerei che questa band è in forte continuità con certi progetti della prima new wave milanese. Una formazione animata da tre validi musicisti che hanno deciso in tempi recenti di tornare a fare pubblicamente (privatamente non credo abbiano mai smesso..) ottima musica (qui la loro pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Ivories_Italy/182027365154963 ). Un'ideale 'liaison' quindi tra vecchia e nuova wave.
Ora non condividerò il loro Ep uscito l'anno scorso (troppo fresca l'uscita e ad ogni modo devo pur rispettare la mission del blog), ma posso farvi sentire il loro sound semplicemente dal loro canale you tube: https://www.youtube.com/user/WeAreIvories . Qui potete trovare i due -forse!- brani migliori del loro dischetto 12 pollici (autoprodotto): 'As Blind As We Are Now' e 'Landed' (ottima musica new new wave fatta da qualcuno che aveva già composto vecchia wave diverso tempo prima). Sul canale ci sono poi anche alcune esibizioni live e i brani dei Jeunesse D'Ivoire...appunto i Jeunesse D'Ivoire...le radici a cui accennavo...



JEUNESSE D'IVOIRE



Due dei tre componenti -Patrizia Tranchina e Danilo Carnevale- degli attuali Ivories provengono proprio dall'esperienza dei Jeunesse d'Ivoire (il nome poi richiama abbastanza quest'esperienza, è inutile anche scriverlo..). Una band che era attiva nella primissima onda milanese e che diciamo faceva dell'ottima minimal wave (per non dire una pregevole miscela tra post-punk ed elettronica minimale..). 
Questo bel progettino, come già alcuni sapranno, è di ricente stato 'riesumato' nei suoi lasciti sonori da diverse compilation prodotte in anni non tanto passati (vedasi discogs in caso) e con merito ha conosciuto oggi un enorme affetto ex-post (un po' come è avvenuto con i Janitor of Lunacy di cui al post precedente), meglio tardi che mai...
Al tempo la band riuscì ad andare su vinile soltanto con la mitica compilation 'Body Section' della Electric Eye Records, oltre a produrre alcune cassette e fare anche dei concerti. Purtroppo rimase confinata nel classico girone dell'underground rock wave italiano, limbo nel quale gravitarono il 99% delle band italiane di allora, o quasi..
A rilanciarne le gesta è stata per prima la Spittle Records grazie alla selezione 'Milano New Wave 1980-83' (prodotta nel 2008) contenente oltre ai Jeunesse anche brani prodotti ai tempi da altre 3 interessanti formazioni new wave milanesi di inizio anni 80: State of Art, Other Side e La Maison. 
Poi è venuto l'inserimento di un loro brano nel primo volume di Danza Meccanica della Mannequin e da qui altri apprezzamenti. Ormai vendetta con la storia anche in questo caso è stata compiuta...

'Jeunesse D'Ivoire' (demo 1982)



Il demo che vi propongo è forse l'unico ufficiale della band, con un artwork ben fatto e una qualità audio davvero ottima. 
I brani sono 3 e vennero registrati per l'occasione nel Palmito Studio di San Donato Milanese nel novembre del 1982. Troviamo oltre alla hit della band, 'A Gift of Tears', due altri ottimi brani di 'corredo': 'Silent Imagery' e 'Praise'.
Tutte e tre le tracce possono farsi rientrare dentro gli stilemi della minimal wave (della migliore direi !) ma certamente non si puo' sfuggire da una denominazione anche cold wave/post-punk ('Praise' in particolar modo ha un chiaro sentore joy-divisionano..).
Nel demo spicca, oltre la mirabile orchestrazione sonora, anche la voce di Patrizia, davvero apprezzabilissima (una delle migliori di tutta la prima wave italiana, per intonazione e piglio). Un piccolo grande lavoro, davvero suggestivo, che spero gradirete...

Description of the tape in english: here today maybe the only official demo of the Jeunesse d'Ivorie, amazing minimal wave band from Milan (early 80s, Lombardia region). A self-titled very inspired with 3 great songs in a pure cold wave style, with a solid post-punk base (especially in the third track -'Praise'- really into the Joy Division direction..). A relaxing and striking work for every ear !

Please Enjoy


http://www.4shared.com/zip/PK4WIQzGba/Jeunesse_dIvoire_demo1982.html


Un ringraziamento a F.d.P per la condivisione e un saluto ecumenico a vecchi e nuovi waver.

Saluti.


domenica 18 maggio 2014

(Italian) Minimal Wave & Janitor of Lunacy



Cari/Care fruitori/fruitrici del web che vi imbattete in questo piccolo angoletto virtuale, ben trovati ancora tra queste 'pagine' in libertà e in musica di questo blog. Scopo del presente scritto sarà quello di parlare un po' di minimal wave, un genere ostico da definire e che profanamente cercherò di trattare cercando di contestualizzare il fenomeno anche all'interno della vecchia onda italiana...


Minimal Wave: Origini/Protagonisti

Innanzitutto è bene dire che il termine 'minimal wave' è un'invenzione definitoria sorta in tempi recenti, lanciata da alcuni appassionati internazionali di musica underground anni 80 (forse una furbata commerciale anche).
E' ad ogni modo una definizione ex-post non senza senso, utilizzata per accumunare certa musica sperimentale ed elettronica che cominciò a svilupparsi dagli anni 70 e che ebbe il suo apice produttivo più propriamente e diffusamente nel corso degli anni 80.
Una delle figure più importanti che ha contribuito a livello internazionale a parlare (o ad inventare) il fenomeno minimal wave è stata Veronica Vasicka.


Veronica Vasicka

Una ragazza (lo è ancora oggi) che dapprima ha fatto molte ricerche per suo conto, cercando e digitalizzando molto materiale di sperimentazione elettronica che fu prodotto soprattutto negli anni 80 (soprattutto nel mondo anglo-sassone..lei è newyorkese..) e che poi ha cominciato a diffondere la stessa con la sua Minimal Wave Records (qui il suo ricco sito con molte cose da ascoltare -cercate in sezione podcast-: http://minimalwave.com/ ). 
La Vasicka ha tutt'ora uno stravolgente successo come dj, attività che la vede impegnata in giro per mezzo mondo per proporre questa musica (ovviamente quella più ballabile).
Appunto, questa musica...in che cosa consiste la minimal wave? per cosa si contraddistingue a livello stilistico?
Intanto è bene precisare che forse più che di un genere si debba parlare di un sotto-genere, della new wave nello specifico. 
Fatta questa precisazione, si puo' poi dire che questo (sotto)genere venne reso possibile dall'evoluzione tecnologica di quel periodo (fine 70-primi anni 80). Un periodo ancora pionieristico per l'elettronica e che fu segnato dalla diffusione larga dei primi/mitici e moderni synth (la minimal wave è detta -non a caso- anche minimal synth).
I synth erano quegli strani aggeggi che già il prog aveva iniziato ad utilizzare e che grazie all'evoluzione tecnica, in applicazione con la musica, erano diventati sempre più maneggevoli e versatili (nonchè economici..). 
Assieme ai synth anche altri ammennicoli sarebbero risultati importanti per la creazione di un sound oggi definito minimal wave: sequencer, campionatori, registratori, tastierine, harmonizer, i primi computer etc...

Perchè si utilizza il termine minimal per la definizione di questo (sotto)genere musicale? Sostanzialmente per indicare -appunto!- un approccio minimale alla musica, quasi artigianale (seppur ad alto gradiente tecnologico, come visto). 
Il musicista o i musicisti (molte band possono farsi rientrare in questa definizione) minimal wave sviluppavano i loro brani condendo o imperniando quasi totalmente la loro musica con trame synth e diversamente dai 'colleghi' del synthpop (altro sotto-genere new wave e stile attiguo a quello oggetto dei nostri discorsi) si vocarono a refrain più sperimentali, a volte sincopati e dalle cadenze più post-punk (il modo di cantare sopra queste musiche era molto post-punk se non proprio punk). Di contro queste composizioni minimal synth potevano confluire anche verso ritmi calmi e atmosferici, oggi denominati come cold wave (---> altro termine di recente conio..).

Chi furono gli ispiratori, gli iniziatori di questo (sotto)genere? 
Intanto diciamo che molti di questi sperimentatori underground di minimal wave agivano in questo campo un po' come dei 'nerd' (termine tornato molto di moda oggi), arrivando a fare questo tipo di musica semplicemente rinchiudendosi da soli in soffitta o in cantina, giocando con il mix tecnlogico di cui sopra, inventando o evolvendo loro stessi gli strumenti utili per la loro attività di ricerca sonora. 
Molti probabilmente non ebbero neanche ispiratori (proprio perchè conducevano queste loro ricerche in un modo del tutto appartato).
Stilemi incarnati di riferimento ce ne furono eccome comunque, i più importanti dei quali provenivano dagli Stati Uniti (non a caso il paese più tecnologico del periodo). Band come i Suicide (che alcuni dicono esser stati più influenti dei Clash! proprio per la loro influenza sulla musica elettronica successiva), i Tuxedomoon o i The Residents fecero un po' scuola nel genere.


 Suicide live in the 70s

Molti prodromi della minimal wave si rintracciano poi già nella library music dei primi sperimentatori elettronici (con mirabili esempi anche italiani fin dalla fine degli anni 60) o nel krautrock tedesco primi anni 70 (quello più elettro-sperimentale evidentemente) o ancora nell'ambient di soggetti come Brian Eno, financo al primo synth-punk come quello dei The Screamers (attivi sulla west coast americana fin dal 1975).


La Minimal Wave in Italia

Nel bel paese questo tipo di musica si sperimentò un po' ovunque, anche qui magari senza ispirazioni particolari, semplicemente inseguendo una volontà di ricerca personale.
Nei primissimi anni 80 per il nostro paese forse risultò molto importante l'esempio dei Tuxedomoon di Steven Brown e Blaine L. Reininger, che fecero diverse date in giro per lo stivale (ma anche un po' ovunque in Europa, soprattutto in Belgio), mostrando come era possibile fondere il post-punk con un certo tipo di elettronica minimale e sperimentale allo stesso tempo. Steven Brown era poi di casa a Firenze e certamente sostenne e influì su diversi musicisti underground italiani (non solo della città gigliata).
Comunque, dove ci fu possibilità economica per acquistare i synth e strumenti tecnologici annessi (più nel centro nord evidentemente, soprattutto per ragioni socio-economiche) si originarono progetti musicali oggi definibili come minimal wave.
Per citarne alcuni (inseguendo la memoria selettiva del sottoscritto) si puo' accennare a questi: ai milanesi 2+2=5 di Giacomo Spazio, ai bolognesi Central Unit, ai piacentini A.T.R.O.X., ai torinesi Chromagain e Carmody, ai veneziani Ruins (prima fase magari) o ai messinesi Victrola.
Tra i musicisti solisti italiani che si possono far rientrare in questo campo si possono annoverare poi figure dall'indiscusso talento come Maurizio Dami (alias Alexander Robotnick, fiorentino, attivo e pienamente minimal wave nei primissimi anni 80 con gli Avida e poi con altri progetti), Doris Norton (che nel corso degli anni 80 produsse diversi ed ottimi dischi etichettabili prevalentemente come minimal wave) o Bi Nostalgia (alias Luca Rigato, veronese, già incontrato nel blog, attivo anche con gli Endless Nostalgia e la sua etichetta TLOTG).
Ovviamente tanti altri ancora sarebbero da citare (altri progettini in tal senso li tirerò fuori successivamente magari...)...molti nomi sono tornati in auge anche grazie ad un fiorente revival e ad alcune nuove produzioni di etichette contemporanee, anche italiane (tipo grazie alla Mannequin Records con le sue raccolte Danza Meccanica 1 e 2)...io a mo' di esempio italico vi sottopongo i protagonisti dell'allegato sonoro odierno...i...



JANITOR OF LUNACY



I Janitor of Lunacy (nome preso dal titolo di un brano di Nico..) furono un trio bresciano attivo tra l'81 e l'86 che all'epoca seppe farsi notevolmente apprezzare (anche con riuscitissime esibizioni), soprattutto nel nord Italia. Purtroppo si sciolse quando stava per concretizzarsi la realizzazione di un disco. 
La storia della musica è stata comunque benevola in tempi recenti per quanto riguarda questo progetto musicale. Oltre all'inserimento di un loro brano nel primo volume di Danza Meccanica, la Mannequin ha anche prodotto una raccolta nel 2012 con tutti i loro brani più ben registrati.
Il terzetto era composto da Roberto Kovre, Gabriele Farina e Claudio Asserini. Il loro sound, visto che lo si fa rientrare nel consesso delle migliore minimal wave, risultava fondamentalmente come pregevolissimo rock elettronico. 
Qui la bellissima pagina fb dei Janitor:  https://it-it.facebook.com/janitoroflunacy?v=wall dove poter seguire e contattare la band.

'Crimes On The Dancefloor' (1985)


Il lavoro dei J.o.L. che allego qui è il loro unico demo ufficiale (in solitaria almeno, visto che parteciparono anche ad una split tape della fanzine VM) e quindi reperto sonoro più rappresentativo, da cui sono stati tratti alcuni brani per la recente ristampa della Mannequin (che magari potete rintracciare se avete fame di maggiore qualità, trattasi qui pur sempre di una riproposizione lo-fi in mp3 di un demo..). 
'Crime On The Dancefloor' è un lavoro molto suggestivo di livello dark-synthwave internazionale, convincente dal primo all'ultimo brano e ottimamente interpretato nella parti cantate dall'ottimo Kovre (mirabile e coinvolgente vocalist, ancora oggi molto attivo). L'intimismo regna sovrano in quasi ogni nota, ma ci sono momenti nervosi che ricordano ad esempio i Depeche Mode (come in 'War Days'). Si respira poi un grande affetto per un certo tipo di post-punk alla Joy Division. L'elettronica comunque prevale e spinge il tutto. Un'autentica perla della new wave italiana.

Description of the tape in english: here today the only official demo tape from the band Janitor of Lunacy (Brescia - Lombardia region 81-86). A work released in 1985 with 6 amazing songs between electro-rock and post-punk, in a full minimal wave style. Recently all the tracks have been remastered in a collection (Mannequin Records 2012), with the link you can hear a good reproduction in mp3 of a true pearl of the old italian(-dark-)synth wave.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/Lrg9k_PQce/Janitor_of_Lunacy_demo1985.html


Questo post è il mio piccolo tributo ad una gran bella band (i J.o.L.) che al tempo non riuscì a sfondare (come tante in Italia) e che fortunatamente si è presa una bella rivincita sulla storia...

Saluti.