domenica 18 maggio 2014

(Italian) Minimal Wave & Janitor of Lunacy



Cari/Care fruitori/fruitrici del web che vi imbattete in questo piccolo angoletto virtuale, ben trovati ancora tra queste 'pagine' in libertà e in musica di questo blog. Scopo del presente scritto sarà quello di parlare un po' di minimal wave, un genere ostico da definire e che profanamente cercherò di trattare cercando di contestualizzare il fenomeno anche all'interno della vecchia onda italiana...


Minimal Wave: Origini/Protagonisti

Innanzitutto è bene dire che il termine 'minimal wave' è un'invenzione definitoria sorta in tempi recenti, lanciata da alcuni appassionati internazionali di musica underground anni 80 (forse una furbata commerciale anche).
E' ad ogni modo una definizione ex-post non senza senso, utilizzata per accumunare certa musica sperimentale ed elettronica che cominciò a svilupparsi dagli anni 70 e che ebbe il suo apice produttivo più propriamente e diffusamente nel corso degli anni 80.
Una delle figure più importanti che ha contribuito a livello internazionale a parlare (o ad inventare) il fenomeno minimal wave è stata Veronica Vasicka.


Veronica Vasicka

Una ragazza (lo è ancora oggi) che dapprima ha fatto molte ricerche per suo conto, cercando e digitalizzando molto materiale di sperimentazione elettronica che fu prodotto soprattutto negli anni 80 (soprattutto nel mondo anglo-sassone..lei è newyorkese..) e che poi ha cominciato a diffondere la stessa con la sua Minimal Wave Records (qui il suo ricco sito con molte cose da ascoltare -cercate in sezione podcast-: http://minimalwave.com/ ). 
La Vasicka ha tutt'ora uno stravolgente successo come dj, attività che la vede impegnata in giro per mezzo mondo per proporre questa musica (ovviamente quella più ballabile).
Appunto, questa musica...in che cosa consiste la minimal wave? per cosa si contraddistingue a livello stilistico?
Intanto è bene precisare che forse più che di un genere si debba parlare di un sotto-genere, della new wave nello specifico. 
Fatta questa precisazione, si puo' poi dire che questo (sotto)genere venne reso possibile dall'evoluzione tecnologica di quel periodo (fine 70-primi anni 80). Un periodo ancora pionieristico per l'elettronica e che fu segnato dalla diffusione larga dei primi/mitici e moderni synth (la minimal wave è detta -non a caso- anche minimal synth).
I synth erano quegli strani aggeggi che già il prog aveva iniziato ad utilizzare e che grazie all'evoluzione tecnica, in applicazione con la musica, erano diventati sempre più maneggevoli e versatili (nonchè economici..). 
Assieme ai synth anche altri ammennicoli sarebbero risultati importanti per la creazione di un sound oggi definito minimal wave: sequencer, campionatori, registratori, tastierine, harmonizer, i primi computer etc...

Perchè si utilizza il termine minimal per la definizione di questo (sotto)genere musicale? Sostanzialmente per indicare -appunto!- un approccio minimale alla musica, quasi artigianale (seppur ad alto gradiente tecnologico, come visto). 
Il musicista o i musicisti (molte band possono farsi rientrare in questa definizione) minimal wave sviluppavano i loro brani condendo o imperniando quasi totalmente la loro musica con trame synth e diversamente dai 'colleghi' del synthpop (altro sotto-genere new wave e stile attiguo a quello oggetto dei nostri discorsi) si vocarono a refrain più sperimentali, a volte sincopati e dalle cadenze più post-punk (il modo di cantare sopra queste musiche era molto post-punk se non proprio punk). Di contro queste composizioni minimal synth potevano confluire anche verso ritmi calmi e atmosferici, oggi denominati come cold wave (---> altro termine di recente conio..).

Chi furono gli ispiratori, gli iniziatori di questo (sotto)genere? 
Intanto diciamo che molti di questi sperimentatori underground di minimal wave agivano in questo campo un po' come dei 'nerd' (termine tornato molto di moda oggi), arrivando a fare questo tipo di musica semplicemente rinchiudendosi da soli in soffitta o in cantina, giocando con il mix tecnlogico di cui sopra, inventando o evolvendo loro stessi gli strumenti utili per la loro attività di ricerca sonora. 
Molti probabilmente non ebbero neanche ispiratori (proprio perchè conducevano queste loro ricerche in un modo del tutto appartato).
Stilemi incarnati di riferimento ce ne furono eccome comunque, i più importanti dei quali provenivano dagli Stati Uniti (non a caso il paese più tecnologico del periodo). Band come i Suicide (che alcuni dicono esser stati più influenti dei Clash! proprio per la loro influenza sulla musica elettronica successiva), i Tuxedomoon o i The Residents fecero un po' scuola nel genere.


 Suicide live in the 70s

Molti prodromi della minimal wave si rintracciano poi già nella library music dei primi sperimentatori elettronici (con mirabili esempi anche italiani fin dalla fine degli anni 60) o nel krautrock tedesco primi anni 70 (quello più elettro-sperimentale evidentemente) o ancora nell'ambient di soggetti come Brian Eno, financo al primo synth-punk come quello dei The Screamers (attivi sulla west coast americana fin dal 1975).


La Minimal Wave in Italia

Nel bel paese questo tipo di musica si sperimentò un po' ovunque, anche qui magari senza ispirazioni particolari, semplicemente inseguendo una volontà di ricerca personale.
Nei primissimi anni 80 per il nostro paese forse risultò molto importante l'esempio dei Tuxedomoon di Steven Brown e Blaine L. Reininger, che fecero diverse date in giro per lo stivale (ma anche un po' ovunque in Europa, soprattutto in Belgio), mostrando come era possibile fondere il post-punk con un certo tipo di elettronica minimale e sperimentale allo stesso tempo. Steven Brown era poi di casa a Firenze e certamente sostenne e influì su diversi musicisti underground italiani (non solo della città gigliata).
Comunque, dove ci fu possibilità economica per acquistare i synth e strumenti tecnologici annessi (più nel centro nord evidentemente, soprattutto per ragioni socio-economiche) si originarono progetti musicali oggi definibili come minimal wave.
Per citarne alcuni (inseguendo la memoria selettiva del sottoscritto) si puo' accennare a questi: ai milanesi 2+2=5 di Giacomo Spazio, ai bolognesi Central Unit, ai piacentini A.T.R.O.X., ai torinesi Chromagain e Carmody, ai veneziani Ruins (prima fase magari) o ai messinesi Victrola.
Tra i musicisti solisti italiani che si possono far rientrare in questo campo si possono annoverare poi figure dall'indiscusso talento come Maurizio Dami (alias Alexander Robotnick, fiorentino, attivo e pienamente minimal wave nei primissimi anni 80 con gli Avida e poi con altri progetti), Doris Norton (che nel corso degli anni 80 produsse diversi ed ottimi dischi etichettabili prevalentemente come minimal wave) o Bi Nostalgia (alias Luca Rigato, veronese, già incontrato nel blog, attivo anche con gli Endless Nostalgia e la sua etichetta TLOTG).
Ovviamente tanti altri ancora sarebbero da citare (altri progettini in tal senso li tirerò fuori successivamente magari...)...molti nomi sono tornati in auge anche grazie ad un fiorente revival e ad alcune nuove produzioni di etichette contemporanee, anche italiane (tipo grazie alla Mannequin Records con le sue raccolte Danza Meccanica 1 e 2)...io a mo' di esempio italico vi sottopongo i protagonisti dell'allegato sonoro odierno...i...



JANITOR OF LUNACY



I Janitor of Lunacy (nome preso dal titolo di un brano di Nico..) furono un trio bresciano attivo tra l'81 e l'86 che all'epoca seppe farsi notevolmente apprezzare (anche con riuscitissime esibizioni), soprattutto nel nord Italia. Purtroppo si sciolse quando stava per concretizzarsi la realizzazione di un disco. 
La storia della musica è stata comunque benevola in tempi recenti per quanto riguarda questo progetto musicale. Oltre all'inserimento di un loro brano nel primo volume di Danza Meccanica, la Mannequin ha anche prodotto una raccolta nel 2012 con tutti i loro brani più ben registrati.
Il terzetto era composto da Roberto Kovre, Gabriele Farina e Claudio Asserini. Il loro sound, visto che lo si fa rientrare nel consesso delle migliore minimal wave, risultava fondamentalmente come pregevolissimo rock elettronico. 
Qui la bellissima pagina fb dei Janitor:  https://it-it.facebook.com/janitoroflunacy?v=wall dove poter seguire e contattare la band.

'Crimes On The Dancefloor' (1985)


Il lavoro dei J.o.L. che allego qui è il loro unico demo ufficiale (in solitaria almeno, visto che parteciparono anche ad una split tape della fanzine VM) e quindi reperto sonoro più rappresentativo, da cui sono stati tratti alcuni brani per la recente ristampa della Mannequin (che magari potete rintracciare se avete fame di maggiore qualità, trattasi qui pur sempre di una riproposizione lo-fi in mp3 di un demo..). 
'Crime On The Dancefloor' è un lavoro molto suggestivo di livello dark-synthwave internazionale, convincente dal primo all'ultimo brano e ottimamente interpretato nella parti cantate dall'ottimo Kovre (mirabile e coinvolgente vocalist, ancora oggi molto attivo). L'intimismo regna sovrano in quasi ogni nota, ma ci sono momenti nervosi che ricordano ad esempio i Depeche Mode (come in 'War Days'). Si respira poi un grande affetto per un certo tipo di post-punk alla Joy Division. L'elettronica comunque prevale e spinge il tutto. Un'autentica perla della new wave italiana.

Description of the tape in english: here today the only official demo tape from the band Janitor of Lunacy (Brescia - Lombardia region 81-86). A work released in 1985 with 6 amazing songs between electro-rock and post-punk, in a full minimal wave style. Recently all the tracks have been remastered in a collection (Mannequin Records 2012), with the link you can hear a good reproduction in mp3 of a true pearl of the old italian(-dark-)synth wave.

Please Enjoy

http://www.4shared.com/zip/Lrg9k_PQce/Janitor_of_Lunacy_demo1985.html


Questo post è il mio piccolo tributo ad una gran bella band (i J.o.L.) che al tempo non riuscì a sfondare (come tante in Italia) e che fortunatamente si è presa una bella rivincita sulla storia...

Saluti.


7 commenti:

  1. Real thanks to the Janitor of Lunacy for their music :)

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  2. ahah, occhio che parecchie persone mi hanno tolto il saluto quando ho detto che minimal wave, minimal synth e cold wave sono termini che nei primi anni 80 non usava nessuno... :)

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  3. Al massimo, giusto i veri nerd tra di loro si definivano così...grazie per la battuta allelimo, seguo il tuo blog...un piacere leggerti qui... :)

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  4. Poi curavi la VM, mitologia per me...sei un po' il mio babbo, te lo dico subito, anche se non ci conosciamo...

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  5. Great post, much appreciate the time you took to write this.

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    1. from GruchoMarx: thank you for your appreciation. Yes i lost a bit of time to write this, like the other articles. I guess it could interesting also for foreigner people (out of Italy) if they use google translate.

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